LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Per quanto concerne il numero dei
militari italiani disarmati in Croazia, nel Balcani, a Creta, e nelle isole
dell’Egeo, secondo l’Ufficio Eserciti stranieri Ovest dello Stato Maggiore
dell’Esercito (tedesco) risultano esser stati catturati circa 380.000 soldati
italiani dei 500.000 ipotizzati presenti in queste regioni. A questi vanno
aggiunti altri 2200 soldati italiani che avevano raggiunto i partigiani e
successivamente catturati, 1200 prigionieri già appartenenti alla Divisione
Pinerolo, catturati in dicembre in Grecia, 9700 uomini delle divisioni Cuneo e
Regina catturato nei combattimenti di Lero, Samo, e Santorino. Inoltre, secondo
Schreiber[,
che ha come riferimento i dati profferti dal Comando della 2a Armata
Corazzata e dal Comando del gruppo
Armate E, i soldati italiani disarmati furono 429.986.
Una volta catturati e disarmati
rimaneva ai tedeschi il problema del trasporto in Germania. Secondo il Generale
direttore dei trasporti per l’area del Sud-Est di questi 429.986 ne vennero trasportati 297.217 in Germania, a
cui si devono aggiungere altri 8000 italiani destinati a lavorare come prigionieri
di guerra nell’Est europeo, e 216 ufficiali destinati a lavorare nel Lager di
Mappen nello Jutland. In totale, quindi, si trattò di 305.432 soldati italiani
avviati nei campi di concentramento della Germania o del “Governatorato
Generale”.
Rimanevano nei Balcani e sulle isole 124.554 soldati italiani della
cui sorte tratteremo nel volume. Compendio dedicato al 1944
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