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mercoledì 14 gennaio 2015

Giornata della Memoria. Materiali

Camera a Gas: Il Soderkommando, la testimoniaza di Slomo Venezia e quella di Primo Levi

Alunno:  inoltre Rudolf H. Hoss ha apertamente riconosciuto programmazione ed attuazione della soluzione finale, cioè dello sterminio di massa. Ascolta

“La soluzione finale della questione ebraica significava il completo sterminio di tutti gli ebrei europei. Ed Auschwitz l’ordine di sterminio arrivò nel giugno 1941. Al contempo altri tre campi nel Governatorato Generale erano stati terminati: Belzec, Treblinka e Wolzek. Questi campi erano subordinati ai Einsatzkommando della SD (Sicherheitsdienst). Visitai Treblinka per vedere quali meccanismi usassero per lo sterminio di massa; il comandante del campo di Treblinka mi disse che aveva liquidato 80.000 ebrei in sei mesi, per lo più provenienti dal Ghetto di Varsavia. Usava il monossido di carbonio ed io pensavo che questo metodo non avrebbe potuto essere molto efficace. Così, quando fu ordinato ad Auschwitz di procedere, usai il Zyklon B, acido prussico cristallizzato,utilizzato nelle disinfestazioni.
Lo facevamo cadere da una piccola apertura direttamente nelle camere:occorrevano dai tre ai quindici minuti per uccidere la gente a secondo delle condizioni climatiche. Capivamo quando aveva fatto effetto perché le persone smettevano di gridare. Aspettavamo mezz’ora prima di aprire e rimuovere i cadaveri, ai quali venivano poi estratti gli anelli ed i denti d’oro dai Sonderkommando.


Infatti questa è la testimonianza di Shlomo Venezia autore del libro “Sonderkommando Auschwitz a pag. 83
Alunno
Non l’avevo mai raccontato fino ad ora. E’ talmente opprimete e triste che ho difficoltà a parlare di ciò che ho visto nelle camere a gas. Trovavamo persone con gli occhi fuori dalle orbite a causa della reazione dell’organismo. Altri sanguinavano dappertutto o si erano sporcati con i propri escrementi o con quelli altrui. Per effetto della paura e del gas, spesso le vittime evacuavano tutto quello che avevano in corpo. Alcuni corpi erano completamente rossi, altri pallidissimi, ognuno reagiva diversamente ma tutti soffrivano durante la morte. Li trovavamo aggrappati gli uni agli altri, ognuno alla ricerca disperata di un po’ d’aria. Il gas, buttato a terra, sviluppava degli acidi dal basso; tutti cercavano di raggiungere l’aria, anche se dovevano salire gli uni sugli altri fino a quando anche l’ultimo moriva.
 Non ne sono sicuro, ma penso che molti cessassero di vivere prima che il gas venisse gettato. Erano talmente pigiati tra loro che i più piccoli, i più deboli venivano immancabilmente soffocati.
Alunno
Così continua la sua testimonianza a pag. 87
!....arrivava il tedesco con il gas. Prendeva due prigionieri del Sonderkommando per sollevare la botola dall’esterno, al di sopra della camera a gas ed introduceva lo Zyklon B dalla apertura. Il coperchio, in cemento, era molto pesante. Il tedesco non si sarebbe mai preso la briga di sollevarlo da solo. Lo facevamo in due. Qualche volta io, qualche volta altri. Non l’avevo mai raccontato fino ad ora. Fa male ammettere che dovevamo sollevare e richiudere il coperchio dopo che il gas era stato gettato. Ma è andata così.”

Alunno: A proposito delle camere a gas Rudolf Hoss addirittura così si vanta delle migliorie realizzate ad Auschwitz:

Alunno: Un’altra miglioria che abbiamo fatto ad Auschwitz è stato l’ampliamento delle camere a gas:potevano tenere fino a 2000 persone, mentre a Treblinka le camere ne contenevano solo fino a 200”

Alunno Negazionista: “Ma non è tecnicamente possibile che siano esistite queste camere a gas; infatti non è possibile fare stermini di massa con gas velenosi. Lo dimostra il fatto che ad Auschwitz nei resti delle cosiddette camere a gas, non sono stati ritrovati residue di cianuri come è invece è accaduto nei resti delle camere di disinfestazione.

Alunno: ma ti è sfuggito forse il fatto che alcuni chimici (per esempio Weller, Pressac, van Peck) ripeto tutti chimici, hanno spiegato che:

1° la quantità necessaria di Zyklon B per uccidere una persona è di 0,3 g/metro cubo, mentre per disinfettare ne occorrono 14 grammi a metro cubo.

2° Nelle camere a gas, l’acido cianidrico invadeva l’ambiente per 10/15 minuti, mentre, per la disinfestazione, le apposite stanze erano esposte per almeno 8 ore.

3° Le camere a gas venivano lavate dopo ogni loro utilizzo per eliminare feci, vomito e sangue delle vittime.

4° I tedeschi fecero saltare le camere a gas prima della ritirata per eliminare le prove dello sterminio; esse rimasero esposte per lungo tempo ai fenomeni atmosferici quali piogge, neve, vento, grandi ecc.

5° la sporadica presenza di “Blu di Prussia” nelle camere a gas è dovuto alla mancanza delle condizioni necessarie per la sua formazione. Infatti, la breve durata della esposizione delle pareti, l’anidride carbonica prodotta dai gasati ed i continui lavaggi a cui erano sottoposte le camere della morte ne hanno impedito la formazione che invece si è avuto nelle stanze per la disinfestazione.

Alunno abbiamo già parlato della testimonianza diretta di Shlomo Venezia. Sara bene precisare che lui ha lavorato nelle camere a gas perché faceva parte del Sonderkommando. E’ morto nel 2012 e in precedenza ha accompagnato alcuni nostri ex compagni di scuola in un viaggio della memoria ad Auschwitz. Ebbene nel suo libro già citato, a pag 89 così racconta:

Alunno: Dopo che il gas era stato versato, passavano dieci o dodici minuti e non si sentiva più un rumore,  più anima viva. Un tedesco verificava che fossero tutti morti. Guardando attraverso lo spioncino che si trovava sulla porta (all’interno, era protetto da alcuni sbarre in ferro, per evitare che le vittime rompessero il vetro).

Quando ne era certo, apriva la porta e se ne andava, dopo aver acceso la ventilazione. Per una ventina di minuti si udiva un intenso ronzio, come una macchina che aspirava l’aria. Poi potevamo entrare e cominciare a portare i cadaveri fuori dalla camera a gas.

 La stanza era invasa da un odore terribile, aspro. Difficile distinguere tra il fetore del gas e quello dei cadaveri e del liquame umano.

Alunno Io avevo il compito di tagliare i capelli delle donne. Tagliavamo solo i capelli lunghi, lasciando stare gli uomini. Servivano soprattutto le trecce, facili da tagliare e da trasportare. Bisognava usare tutte e due le man per riuscire a tagliare con quel grande paio di forbici. Poi raccoglievamo i capelli e li gettavamo in un sacco. Un camion recuperava di tanto in tanto i sacchi di capelli che mettevamo da parte per portarli in un locale in città dove venivano immagazzinati.

Dopo il taglio dei capelli e l’estrazione dei denti d’oro due persone venivano a prendere i corpi per metterli sul montacarichi che li portava al piano terra dell’edificio, verso i forni crematori.
Alunno Quanto testimoniato da Shlomo Venezia è confermato implicitamente da alcune testimonianze di nazisti. Così, infatti, Rudolf Hoss dichiara ai giudici di Norimberga:

credetemi, non era sempre un piacere vedere quelle montagne di cadaveri, sentire continuamente l’odore di bruciato”

Anche Otto Ohlendorf, sempre a Norimberga, ammise che in un anno erano state assassinate circa 90.000 persone;che lui stesso era stato presente alle esecuzioni in massa di ebrei delle quali a fornito particolari tecnici.

 Alunno Sulla esistenza dei crematori abbiamo anche la testimonianza di Primo Levi, il quale nel libro “ Se questo è un uomo” afferma:
il mese scorso, uno dei crematori di Birknau è stato fatto saltare. Nessuno di noi sa ( e forse nessuno saprà mai) come esattamente l’impresa sia stata compiuta: si parla del Sonderkommando, del Kommando speciale addetto alle camere a gas ed ai forni, che viene esso stesso periodicamente sterminato e che viene tenuto scrupolosamente segregato dal resto del campo. Resta il fatto che a Birkenau qualche centinai di uomini, di schiavi inermi e spossati come noi, hanno trovato in se stessi la forza di agire e di maturare i frutti del loro odio.”

Alunno. Più volte Primo Levi si sofferma a descrivere la disperazione dei prigionieri. Nel libro sopracitato così scrive:
avevamo deciso di trovarci, noi italiani, ogni domenica sera in un angolo del lager; ma abbiamo subito smesso, perché era troppo triste contarci e trovarci ogni volta più pochi, più deformi, più squallidi.

Ed era così faticoso fare quei pochi passi: e poi, a ritrovarsi, accadeva di ricordare e di pensare, ed era meglio non farlo.

Alunno. L’annientamento totale di chi si è trovato a vivere in questa tragica realtà è così presentato dallo scrittore nel sopracitato libro:

si immagini ora un uomo a cui, insieme  con le persone amate, vengano tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quanto possiede. Sarà un uomo vuoto ridotto a sofferenze e bisogno, dimentico di dignità e di discernimento, poiché accade facilmente a chi ha perso tutto, di perdere se stesso.
Si comprenda allora il duplice significato del termine “ Campo di annientamento” e sarà chiaro che cosa intendiamo esprimere con questa frase: giacere sul fondo.



Concludiamo questa rievocazione riallacciandoci alla nostra coetanea Anna Frank, la quale dal nascondiglio in cui era costretta a vivere così scrive:


Alunno E’ un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde ed inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a crede nell’intima bontà dell’uomo”

Alunno:…. ed ancora il 7 marzo 1944 così afferma: “la sera quando a letto termino la mia preghiera con le parole: Ti ringrazio mio Dio per tutto ciò che è buono e caro e bello” sono piena di gioia. Penso che bello è il mondo, la natura, la bellezza, e tutto ciò che la forma. Non penso a tutti i sofferenti ma al bello che ancora rimane. A chi è di cattivo umore, io consiglio:”vai fuori, al sole nei campi, a contatto con la natura, vai fuori e cerca di trovare la felicità in te e i  Dio. Pensa al bello che c’è in te e attorno a te e sii felice!
Io penso che rimane sempre qualche cosa di bello, la natura, lo splendore del sole libertà noi stessi; è un possesso che non si perde. Contempla queste cose e ritroverai te stesso e Dio e riacquisterai il tuo equilibrio. Chi è felice farà felici anche gli altri, chi ha coraggio e fiducia non sarà mai sopraffatto dalla sventura!