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domenica 29 marzo 2020

Una data da ricordare: lo sbarco di Anzio. Cerimonie


Commemorazioni del 76esimo anniversario dello Sbarco Alleato

L’OMAGGIO DI “UN RICORDO PER LA PACE” AL MEMORIALE E.F.WATERS
  di Elisa Bonacini

Si sono svolte martedì 21 gennaio ad Aprilia e Lanuvio le commemorazioni del 76esimo anniversario dello Sbarco Alleato. Le cerimonie inserite nel circuito celebrativo dello Sbarco Alleato, avvenuto sul litorale di Anzio e Nettuno il 22 gennaio 1944.
Dopo la cerimonia a Campo di Carne presso il Monumento “Graffio della Vita” la seconda tappa del cerimoniale si è tenuta in località Pontoni presso il Memoriale dedicato al Tenente dei Fucilieri Britannici Eric Fletcher Waters ed ai Caduti senza sepoltura del 1944. Le celebrazioni si sono concluse a Lanuvio presso il Monumento ai Caduti.
ll Memoriale in località Pontoni di Aprilia è dedicato al Tenente dei Fucilieri Britannici Eric Fletcher Waters ed ai Caduti senza sepoltura del 1944 e venne inaugurato il 17 febbraio 2014 in una cerimonia privata cui partecipò il figlio, la rockstar Roger Waters, che ivi piantò una pianta di ulivo, simbolo di pace. Eric morì ad Aprilia il 18 febbraio 1944 nel corso dei cruenti combattimenti avvenuti intorno al fosso della Moletta; il corpo disperso come quello di molti altri soldati degli opposti schieramenti..
Come consuetudine a termine della cerimonia istituzionale Elisa Bonacini presidente di “Un ricordo per la pace” ha deposto un omaggio floreale presso il memoriale; sul nastro anche il nome del veterano britannico Harry Shindler rappresentante in Italia della “ITALY STAR ASSOCIATION 1943-1945”.
Shindler e Bonacini di “Un ricordo per la pace” sono i promotori dell’iniziativa dei due monumenti ad Aprilia in memoria di Eric Fletcher Waters e dei Caduti dello Sbarco rimasti senza sepoltura. Realizzati dal Comune di Aprilia, il primo in via dei Pontoni, l’altro in via Carroceto nel piazzale dell’I.I.S. “C. e N. Rosselli” (ora Liceo “A. Meucci”) istituto che già ospitava dal 2013 l’esposizione “Un ricordo per la pace”(collezione Bonacini) sul tema “Aprilia in guerra: la Battaglia di Aprilia”, mostra patrocinata dal Comune di Aprilia.
I memoriali vennero inaugurati il 17 e 18 febbraio 2014 alla presenza delle autorità locali e di rappresentanti delle Ambasciate britanniche, statunitensi e canadesi.

L’ORIGINE DEI MEMORIALI E. F. WATERS AD APRILIA

Già promotori nel 2012 dell’istituzione della giornata commemorativa della Battaglia di Aprilia, identificata al Comune di Aprilia nel 28 maggio di ogni anno, il veterano britannico Harry Shindler, classe 1921, ed Elisa Bonacini di “Un ricordo per la pace” svilupparono a fine 2013 il progetto dei memoriali dedicati a E.F.Waters ed ai Caduti senza sepoltura del 1944.
L’idea prese corpo dopo che Shindler, grazie al ritrovamento della documentazione militare britannica individuò il punto nelle campagne di Aprilia in cui Eric perse la vita il 18 febbraio 1944. Alle ricerche ed alla localizzazione del punto X diede un forte contributo l’Associazione “Un ricordo per la pace” in collaborazione con il Comune di Aprilia, che mise a disposizione le odierne carte territoriali.
Era stata Elisa Bonacini ad iniziare nei primi mesi del 2012 le indagini su Eric Fletcher Waters, erroneamente ritenuto morto ad Anzio. L’input era stata una segnalazione pervenutale da R.C. anziana signora di Anzio, testimone dello Sbarco. La signora sosteneva di conoscere il luogo di sepoltura di Eric indicando un punto preciso del litorale anziate; la testimonianza raccolta in un filmato. Ne parlò con Harry Shindler con il quale stava organizzando un convegno. Nonostante le dichiarazioni della signora di Anzio si fossero rivelate di poco fondamento, la Bonacini il 20 aprile 2012 volle comunicare la notizia al figlio Roger Waters con una e-mail sul suo forum ed un twitt in cui segnalava l’attività dell’amico Harry Shindler, da molti anni impegnato nelle ricerche sui soldati alleati dispersi in guerra. La risposta arrivò presto, il 22 aprile 2012 alle ore 15:04. È Elisa a raccontare quei momenti : “ Mi arrivò una e-mail da un certo J. da New York, che si qualificò essere parte dello staff di Roger Waters. Comunicava di avere ricevuto la nota relativa al padre di Roger e di volere i miei contatti telefonici per maggiori informazioni. Dopo avere verificato l'attendibilità di quella e- mail risposi: “J.., ho informato Harry Shindler, veterano inglese di 91 anni che si impegna nella ricerca di informazioni sui soldati dispersi. Aspetta la tua telefonata”. Sebbene la motivazione fosse solo un pretesto, quella telefonata ad Harry avvenne e ne seguirono molte altre dello stesso Roger Waters che gli diede il consenso ad indagare sul padre ed a richiedere le documentazioni militari custodite negli archivi britannici a Londra. Ero così soddisfatta di essere riuscita nel mio intento di mettere in contatto le due parti ed ero sicura che Harry, che non conosceva neppure una canzone di quegli strani “FLUIDI ROSA”, come li aveva definiti, avrebbe preso a cuore il “caso Waters”, così come accadeva per tutti gli altri, di persone comuni intendo.  Tra i due si creò un bel rapporto di amicizia tanto da convincere la rockstar a presenziare alle cerimonie di inaugurazione dei memoriali ad Aprilia, un evento di clamore mondiale. Un po’ quello che sognavo io”.









giovedì 12 marzo 2020

Il disarmo dei soldati italiani all’estero. Francia


LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943



L’esigenza tedesca di sfruttare la situazione italiana per avere non soldati ma lavoratori, si applicò anche alle divisioni italiane all’estero.[1] I soldati italiani disarmati andranno ad aumentare i numero di quelli catturati in Italia e quindi a completare il quadro generale degli Internati Militari italiani in Germania.
Nella Francia meridionale, in cui operava la 19a Armata, i soldati italiani disarmati furono affidati alla custodia del Comandante della Regione Militare Francia meridionale, In totale, da fonte tedesche[2], risulta essere stati disarmati e catturati 58722  militari italiani, di cui solo 24.203 cosiddetti internati militari. La situazione nella Francia meridionale era particolare. Il 30 settembre una disposizione dell’Intendente di Armata prescriveva che i soldati italiani catturati dovevano essere considerati come prigionieri di guerra in base alla Convenzione dell’Aja del 1929. Su queste basi, molti Comandi tedeschi richiedevano soldati italiani per esigenze logistiche, soprattutto costruzioni. Berlino, peraltro, non era di avviso di lasciare questi lavoratori in Francia in quanto la direttiva generale era quella di attenersi al criterio di procurare il maggior numero possibile di ex soldati italiani all’industria bellica tedesca. Il Comando Supremo della Wehrmacht autorizzò solo la formazione di soli 6 battaglioni lavoratori al posto dei 13 richiesti con lavoratori fedeli all’alleanza a favore e della 19a Armata e della 3a Flotta aerea.
Lo sgombero dei soldati italiani ebbe inizio l’11 settembre ed in generale non si verificarono incidenti, tranne uno, in ottobre, quando in uno scontro avvenuto nei pressi di Chalon sur Saone fra un treno merci ed un convoglio di prigionieri persero la vita 80 internati italiani. A settembre furono trasferiti dalla Francia meridionale in Germania 6 generale, 843 ufficiali e 11323 sottufficiali e truppa. Nel mese di ottobre si aggiunsero a questi altri 479 ufficiali 4763 sottufficiali e truppa, per un totale di 17414 militari. Rimanevano in Francia alla fine di ottobre 6789 militari internati. Questi vennero successivamente inviati in Germania, insieme ai lavoratori fedeli all’alleanza, agli ausiliari ed ai combattenti volontari. In totale quindi si può dire che dalla Francia meridionale gli internati militari furono poco più di 24.000, mentre oltre 35.000 soldati italiani accettarono le proposte tedesche e si integrarono nella organizzazione logistica tedesca.



[1] Per gli avvenimenti che videro protagoniste queste divisioni, vds. il capitolo seguente, che è dedicato al IV fronte della Guerra di Liberazione, ovvero la resistenza dei militari italiani fuori dal territorio della madrepatria. In questo capitolo indichiamo solo  la consistenza dei soldati che furono disarmati ed inviati nei campi di concentramento in Germania
[2] Schreiber, G., cit., pag. 309

giovedì 5 marzo 2020

San Saba

Campo di internamento tedesco a Trieste. Il Friuli Venezia Giulia era stato annesso al Reich in data 12 settembre 1943 insieme all'Alto Adige. Per questa ragione i tedeschi costruirono questo campo di concentramento a Triste. Una legge ferrea voleva che tutti i campi di concentramento che erano segreti fossero costruiti entro il territorio del Reich e non nei territori occupati.