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giovedì 30 giugno 2022

Compendio 1945. III Fronte. Internamento. Il Rimpatrio III Parte

 Progetto

 Dizionario minimo della Guerra di Liberazione

Nel periodo ottobre – dicembre 1945 si assiste, come naturale ad un affievolimento del flusso degli Internati dalla Germania e dagli altri paesi europei; questo porto alla chiusura dei Centri alloggi dell’Italia settentrionale, che andò a favore del potenziamento dei Centri alloggi dell’Italia meridionale, in vista del rientro in Italia dei prigionieri di guerra d’oltremare. In questo periodo si assiste al seguente afflusso in Italia degli internati

. Dalla Germania e dalla Svizzera, circa 204.000;

Dalla Francia, per lo più cooperatori, 21.200;

Dalla Francia, ex appartenenti alla 4a Armata, 204.600.

In Totale raggiunge le 240.000 unità circa.

In questo periodo la struttura ospedaliera rimase invariata, tranne la costituzione del grande centro ospedaliero di Merano per cui l’Ufficio direttamente e soprattutto peer mezzo del Comando Militare Territoriale di Bolzano ha rappresentato l’ente di propulsione e di coordinamento fra Alleati e C.R.I e tra questi ed il Ministero della Assistenza Postbellica.[1]

Con il nuovo anno, nel periodo Gennaio-Marzo 1946 si esaurisce il rimpatrio degli Internati dalla Germania e dagli altri Paesi europei occupati.

In questo Periodo rientrano in Italia 18.300 internati dalla Germania e dalla Svizzera, 2000, ex appartenenti alla 4a Armata dalla Francia e 5300 ex cooperatori, sempre dalla Francia.

Con la primavera del 1946 tutta l’organizzazione di accoglienza degli Internati si contrae e vengo assorbite dalle autorità militari italiane tutte quelle strutture precedentemente gestite dagli Alleati.

Numerosa e consistente è la memorialistica del rientro in Italia del Internati. Questo rientro nella maggior parte fu fatto a piedi.



[1] Relazione, periodo ottobre. Dicembre 1945


lunedì 20 giugno 2022

Compendio 1945. III Fronte. Internamento. Il Rimpatrio II Parte

 Progetto 

 Dizionario Minimo della Guerra di Liberazione

Per accelerare le operazioni di smistamento il reduce dall’internamento venne solo sottoposto alla profilassi igienico-sanitaria, ad una rapida operazione di censimento matricolare  e fornito di un anticipo di denaro per il viaggio e di un documento-scheda che gli consentiva di ottenere dal distretto di residenza la liquidazione degli assegni maturati durante l’internamento e la concessione di una licenza straordinaria in attesa di un eventuale reimpiego; la permanenza del reduce nel Centro alloggio venne così ridotta al minimo indispensabile. Nei riguardi della organizzazione del Nord occorre anche precisare che personale della M.M.I.A.  nel non voler concedere apposito personale militare per l’organizzazione dei Centri alloggio, oltre le 115 unità precedentemente concesse:

-        Il personale tecnico dirigente del Ministero della Guerra sia dei centri che della Delegazione dell’Ufficio in Milano dovette essere tratto dalle115 unità disponibili;

-        Il personale di inquadramento e di sorveglianza dei campi venne attinto dai Gruppi di Combattimento Friuli, Mantova, Legnano, Piceno da qualche reparto delle Divisioni Territoriali e dal Personale del CO.Mi.PR.I. - Comando Militare Profughi Italiani.

Nel periodo di maggio – settembre 1945 l’afflusso degli internati ebbe la seguente consistenza:

. Dalla Germania e dalla Svizzera, circa 404500 reduci;

. Dalla Francia meridionale, per lo più cooperatori) 13.700 reduci;  

. Dalla Francia, ex appartenenti alla 4a Armata, 7100 reduci.

In totale le strutture di accoglienza in Alta Italia accolsero circa 425.500 reduci.

 

In parallelo all’organizzazione dei Centri alloggio, venne predisposta nell’Italia Settentrionale e centrale una vasta organizzazione ospedaliera la quale attraverso non lievi e non poche difficoltà, raggiunse la capacità complessiva di circa 25.000 posti. Tale organizzazione rispose, e con ampio margine, ai suoi fini quando le condizioni sanitarie degli internati risultarono migliori del previsto, essenzialmente perché essi prima di rimpatriare sostarono un periodo di tempo più o meno lungo nei campi di smistamento stabiliti dagli anglo-americani in territorio tedesco, dove il trattamento alimentare e sanitario fu ottimo sotto tutti i riguardi” [1]



[1] Relazione, Periodo Ottobre-Settembre 1945


venerdì 10 giugno 2022

Compendio 1945. III Fronte. Internamento. Il Rimpatrio

 Progetto

 Dizionario Minimo della Guerra di Liberazione

Nella Relazione[1] si legge…

.” Centri Alloggio. Già dai primi di aprile, con il delinearsi dell’imminente disfatta tedesca l’Ufficio aveva considerato, sempre nel quadro dello studio, la necessità di dover far fronte al rimpatrio dell’imponente massa, valutata ad oltre 600.000 uomini circa, dei nostri militari internati in Germania, Olanda, Belgio, Francia, Polonia. Compilò vari studi che, vagliati ed approvati dagli alleati, portarono in sostanza alle seguenti soluzioni. L’organizzazione dei Centri alloggi e degli stabilimenti sanitari dell’Italia meridionale rimase invariata e continuò ad accogliere i reduci dalla Balcania, dalla Grecia e da Oltremare. Nell’Italia del Nord, in accordo con la Sub Commission P.W. alleata, con L’H.Q. Italian Refugee Camp Staff e con l’Alto Commissariato Profughi di Guerra, venne attuata un’organizzazione di centri per il ricevimento di detti internati sia militari che civili che comprendeva:

. centri avanzati a contatto con la frontiera;

. centri mediani sulla linea Torino-Milano- Verona- Tarvisio;

, centri arretrati sulla linea Piacenza-Forlì per lo smistamento degli internati diretti nell’Italia Centrale e Meridionale.

In particolare nei centri mediani ed arretrati è stato attuato l’inserimento della organizzazione militare incaricata del trattamento amministrativo e matricolare dei reduci ed in Milano venne costituito un Centro alloggio totalmente militare. Per far fronte alle necessita ed assistenza e smistamento dei reduci diretti nell’Italia meridionale ed Insulare l’Ufficio ha inoltre provveduto ad organizzare direttamente dei Centri alloggio a Firenze, Arezzo, Roma e dei posti transito e sosta di Civitavecchia, Messina, Cagliari, e Trapani.

Per coordinare e sovraintendere all’organizzazione del Nord venne infine costituita a Milano una Delegazione dell’Ufficio, la quale faceva parte del Comitato Rimpatri Alta Italia, composto dai rappresentanti del C.N.L., dell’Alto Commissariato profughi, poi Ministero della Assistenza Postbellica, della Pontificia Commissione Assistenza e dalla C.R.I. La Delegazione dell’Ufficio di Milano ebbe l’immediato fattivo concorso oltre che dal Comitato Rimpatri Alta Italia anche dal vaticano, dai vescovi, dai Comitati Misti regionali, dalle autorità politiche locali.



[1] Ministero della Guerra. Ufficio Autonomo Reduci da Prigionia di Guerra e Rimpatriati, Relazione sull’attività svolta per il rimpatrio dei prigionieri di guerra e rimpatriati 1944-1947, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, Roma, 1947