Progetto
Dizionario Minimo della Guerra di Liberazione
Per accelerare le
operazioni di smistamento il reduce dall’internamento venne solo sottoposto
alla profilassi igienico-sanitaria, ad una rapida operazione di censimento
matricolare e fornito di un anticipo di
denaro per il viaggio e di un documento-scheda che gli consentiva di ottenere dal
distretto di residenza la liquidazione degli assegni maturati durante l’internamento
e la concessione di una licenza straordinaria in attesa di un eventuale
reimpiego; la permanenza del reduce nel Centro alloggio venne così ridotta al
minimo indispensabile. Nei riguardi della organizzazione del Nord occorre anche
precisare che personale della M.M.I.A. nel
non voler concedere apposito personale militare per l’organizzazione dei Centri
alloggio, oltre le 115 unità precedentemente concesse:
-
Il personale tecnico dirigente del
Ministero della Guerra sia dei centri che della Delegazione dell’Ufficio in
Milano dovette essere tratto dalle115 unità disponibili;
-
Il personale di inquadramento e di
sorveglianza dei campi venne attinto dai Gruppi di Combattimento Friuli,
Mantova, Legnano, Piceno da qualche reparto delle Divisioni Territoriali e dal
Personale del CO.Mi.PR.I. - Comando Militare Profughi Italiani.
Nel
periodo di maggio – settembre 1945 l’afflusso degli internati ebbe la seguente
consistenza:
.
Dalla Germania e dalla Svizzera, circa 404500 reduci;
.
Dalla Francia meridionale, per lo più cooperatori) 13.700 reduci;
.
Dalla Francia, ex appartenenti alla 4a Armata, 7100 reduci.
In
totale le strutture di accoglienza in Alta Italia accolsero circa 425.500
reduci.
In
parallelo all’organizzazione dei Centri alloggio, venne predisposta nell’Italia
Settentrionale e centrale una vasta organizzazione ospedaliera la quale
attraverso non lievi e non poche difficoltà, raggiunse la capacità complessiva
di circa 25.000 posti. Tale organizzazione rispose, e con ampio margine, ai
suoi fini quando le condizioni sanitarie degli internati risultarono migliori
del previsto, essenzialmente perché essi prima di rimpatriare sostarono un
periodo di tempo più o meno lungo nei campi di smistamento stabiliti dagli
anglo-americani in territorio tedesco, dove il trattamento alimentare e
sanitario fu ottimo sotto tutti i riguardi” [1]
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