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domenica 30 giugno 2019

Museo dell'Ebraismo. Eventi.

Committenza femminile ebraica tra Ferrara e Mantova nel Rinascimento
Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah - MEISHOP
Via Piangipane, 81 - Ferrara
Andreina Contessa, Direttore del Museo Storico e Parco del Castello di Miramare, introduce il suo volume“Mantova e Gerusalemme”, edito da Giuntina (Firenze, 2017).
Per quasi otto anni Chief Curator del Museo di Arte Ebraica Italiana U. Nahon di Gerusalemme, Contessa intesse un affascinante racconto a partire dalla vicenda di Consilia Norsa, la committente di una delle più antiche arche sante del mondo, attiva dalla prima metà del ‘500. La ricostruzione getta nuova luce su una delle rarissime testimonianze della committenza ebraica femminile: un caso affascinante e misterioso che coinvolge Ferrara, la città di Consilia, e Mantova, sede della sinagoga alla quale era stata destinata l’arca. Di particolare importanza anche la scoperta del libro di preghiere della Norsa, riccamente miniato e custodito ora a Parigi, da cui Contessa trae nuovi interessanti indizi sul ruolo delle donne nel Rinascimento.
Sulle tracce della donatrice di quest’arca, si percorrono le storie di tutte le arche mantovane oggi custodite a Gerusalemme, scrivendo una nuova pagina sulle comunità ebraiche rinascimentali al tempo dei Gonzaga e degli Este.
Dialoga con Contessa il Direttore del MEIS Simonetta Della Seta.

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Nicole Abravanel
giovedì 25 luglio
ore 17.00
ingresso gratuito
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Daniela Abravanel
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Michela Ebreo
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Evelina Meghnagi
VOCI AL FEMMINILE DAL RINASCIMENTO EBRAICO
Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah - MEISHOP
Via Piangipane, 81 - Ferrara
A dare nuova vita alle voci al femminile dal Rinascimento ebraico sono alcune donne di oggi, discendenti dal retaggio sefardita che portano al MEIS parole, idee, tradizioni, filosofia, scienza e musica, sulla scia delle donne ebree rinascimentali. Nicole, Daniela e Michela, tutte e tre discendenti della gloriosa dinastia degli Abravanel, la famiglia che tra il XV e il XVI secolo ha intessuto le sue travagliate vicende personali con la Storia, conoscendo la gloria e la sfortuna, gli onori e le umiliazioni.
Introduce l'incontro, moderato dalla direttrice del MEIS Simonetta Della Seta, la studiosa parigina Nicole Abravanel  che illustra l’arrivo della cultura sefardita nella città di Ferrara dopo l’espulsione degli ebrei dai territori spagnoli a partire dal 1492 (traduzione a cura di Giulio Stabellini). La cabalista ed ebraista Daniela Abravanel, la quale giunge dal Messico, delinea il profilo della sua mitica antenata: donna Benvenida Abravanel, tutrice e vero e proprio punto di riferimento della duchessa di Toscana Eleonora, la sposa di Cosimo I de Medici. Dalla vicenda di Benvenida si dimostra come i valori delle donne ebree dell'epoca siano ancora forti ed attuali nel presente, attraverso la filosofia, la psicologia, l’insegnamento ai figli e la cabalà. L'esperta di neurolinguistica Michela Ebreo, discendente da Leone Ebreo (la cui celebre opera i “Dialoghi d'amore” è esposta al MEIS) svela quindi il retaggio scientifico proveniente dal mondo sefardita femminile rinascimentale.
Il pomeriggio si conclude con il concerto (a partire dalle 19.00) della cantante e attrice Evelina Meghnagi dedicato alle musiche sefardite e soprattutto alla straordinaria figura di Dona Gracia Nasi: splendide arie che fanno fare un viaggio agli ascoltatori sia nel tempo che nell’anima femminile.
APERTURA STRAORDINARIA E GUIDA TEMATICA.
In occasione dell'evento “Voci al femminile dal Rinascimento ebraico”, il MEIS resta aperto fino alle 22:00con uno speciale percorso guidato incentrato sulla storia delle donne ebree nel Rinascimento, tra sfide, emancipazione e ingegno. 
La visita guidata ha una partenza fissa alle ore 21.00(ritrovo in biglietteria alle 20.45). Costo della visita guidata 5,00 euro a persona, oltre al prezzo del biglietto, gratuito per bambini fino a 6 anni (costo del biglietto escluso).

domenica 16 giugno 2019

90° anniversario della nascita di Anna Frank



Nel 90esimo anniversario della nascita di Anne Frank comunichiamo i nostri progetti ad Aprilia.



Un cordiale saluto,
Elisa Bonacini 
pres. Ass. Un ricordo per la pace- Aprilia
cell.3280751587

venerdì 7 giugno 2019

Ricordato un testimone di tempi bui




DACHAU SALUTA ENNIO BORGIA


LA LETTERA DEL BORGOMASTRO FLORIAN HARTMANN

“ Ennio testimone inesorabile delle barbarie subite, ma portatore di pace e rispetto reciproco”





“Non solo un prezioso testimone Ennio, ma un amico cui dobbiamo molto per l’inesorabile testimonianza nelle scuole italiane, portatore di pace e rispetto reciproco.”
Parole toccanti quelle del giovane sindaco di Dachau  Borgomastro Florian Hartmann  nella lettera pervenuta alla famiglia di Ennio Borgia, scomparso lo scorso 20 maggio.  Aveva sedici anni Ennio quando nel febbraio 1944 venne catturato a Sagrado e  deportato nel lager di Dachau in Germania. Fu prigioniero nella baracca 25, quella degli italiani; venne liberato dagli americani il 29 aprile 1945.
Orfano di madre era partito da Roma per ricongiungersi con il fratello Edelberto, aviere della Repubblica Sociale presso Venaria Reale (TO) ma giunto nei pressi dell’aeroporto trovandosi nel mezzo di una sparatoria era scappato per caso dalla parte di alcuni partigiani monarchici che lo avevano incorporato nella giovane formazione ancora inesperta e mal armata.
Una storia che ha dell’incredibile e che è stata  racchiusa in un video dall’associazione “Un ricordo per la pace” ed in una pubblicazione ancora inedita a cura di Elisa Bonacini che nel 2011 scoprì la sua storia.
“Ennio- scrive  il Borgomastro Hartmann - è stato testimone delle barbarie subite nel campo anche per chi non è sopravvissuto. Ora ha raggiunto i suoi compagni lasciando un grande vuoto in tutte le persone che l’hanno conosciuto e amato. Come primo cittadino della Città di Dachau, insieme alla mia fidanzata Julia esprimo alla moglie Speranza e alla figlia Adna il mio profondo cordoglio ed il mio abbraccio nel grande dolore.”
Il 29 ottobre 2014 Hartmann con una rappresentanza della città bavarese era stato ospite dell’amministrazione comunale di Aprilia per poi recarsi al Cimitero militare germanico di Pomezia. Era stata deposta una corona d’alloro sulla tomba di Dachau Georg Ludwig Ziegler di soli 21 anni, caduto nei combattimenti il 3 febbraio 1944.

“La sua storia - aveva detto in quella occasione Hartmann- rappresenta la tragedia dei tanti ragazzi di tutte le nazionalità comandati a combattere senza sapere forse neanche chi dovessero combattere, ed il dolore della mamme, delle famiglie straziate da queste perdite. Rappresenta la tragedia delle guerre passate, ma anche di quelle di oggi in cui tanti ragazzi continuano ancora a morire. La presenza di questi sacrari ci fa capire l'inutilità e la brutalità della guerra”.  Alla cerimonia avevano partecipato il Sindaco di Aprilia Antonio Terra, il Sindaco di Fondi Salvatore De Meo, l'Assessore al turismo Beniamino Maschietto con una delegazione del Comune di Fondi  gemellato dal 1998 con la città di Dachau. Nel gruppo era presente Tanja Jorgensen Leuthner, dirigente nel settore turismo e cultura di Dachau. Era stata Tanja nel 2011 ad accogliere l’appello della Bonacini che segnalava la presenza ad Aprilia di un ex prigioniero ancora vivente. Venne poi invitato Ennio in più occasioni a Dachau per partecipare alle cerimonie della liberazione del campo.
La Bonacini : “Auspico che tra le città di Aprilia e Dachau possa continuare questo rapporto di amicizia, a comune condanna di uno dei periodi più bui della nostra storia. Mai più guerra. Mai più lager.”


sabato 1 giugno 2019

.Festa di Shavuòto delle Settimane.


La sera di sabato 8 giugno comincia, secondo il calendario ebraico, la Festa di Shavuòto delle Settimane. 
È una delle tre Feste di Pellegrinaggio (PesachShavuotSuccot) in cui ogni ebreo, quando esisteva il Santuario, doveva recarsi a Gerusalemme.
Era obbligo portare in offerta al Santuario le primizie (bichurìm) della Terra, di quanto si era coltivato: "Porterai alla casa del Signore tuo Dio la primizia dei primi prodotti della tua terra" (Esodo 34:26); "Poi celebrerai la Festa delle Settimane per il Signore tuo Dio, offrendo nella misura della tua generosità e in ragione di ciò in cui il Signore tuo Dio ti avrà benedetto" (Deuteronomio 16:10).
Shavuot è, infatti, la festa del raccolto o, per essere più precisi, della mietitura. Essa conclude il ciclo iniziato con Pesach, che è anche Festa della Primavera, della rinascita della Terra.
Contrariamente a Pesach e a Succot, che comportano molti obblighi (mangiare l’azzima la prima sera, astenersi dal contatto con ogni cosa lievitata per sette giorni, raccontare l’esodo dall’Egitto, ai tempi del Santuario sacrificare un capretto o un agnello per Pesach, costruire capanne e dimorarvi, agitare durante la preghiera mattutina un manipolo di specie vegetali ben specifico di Succot), la Festa di Shavuotnon prevede particolari obblighi, oltre a quello dell’offerta delle primizie.
Forse proprio per questo, Shavuot è una ricorrenza che nel corso del tempo è stata riempita di significati ulteriori e di tradizioni. Innanzitutto, il giorno di Shavuot fu identificato dai maestri della Mishnà e del Talmùd come quello in cui Dio consegnò la Torà (l’Insegnamento, ovvero il Pentateuco) a Mosè sul Monte Sinai. Secondo una pratica iniziata a Salonicco nel XVI secolo da Shelomo Alqabetz, l’autore dell’inno Lekhà Dodì con cui si apre lo Shabbat, e da Yosef Caro, il grande codificatore della legge ebraica (halakhà), si passa la notte studiando Torà.

La sera di Shavuot è anche uso mangiare latticini.
Infine, si legge il Libro di Ruth. Ruth è una giovane donna moabita che, rimasta vedova, si converte all’ebraismo per amore di sua suocera e ne condivide il non facile destino. La storia si svolge al tempo della mietitura, a Betlemme. Un ricco e lontano parente, Boaz, si innamora poi di Ruth, la sposa e la riscatta da una vita difficile. Dalla loro unione nasce la stirpe di Re David, che secondo il Talmud di Gerusalemme nacque e morì proprio a Shavuot.
Qual è il legame fra la storia di Ruth e la Festa delle Settimane, a parte il momento in cui si svolge? Secondo una delle molte interpretazioni, la storia di Ruth, straniera che abbraccia l’ebraismo, è dominata dal chèssed, ovvero dall’amore incondizionato: quello di Ruth per sua suocera e per il popolo ebraico, quello di Boaz per lei. E la Torà, di cui si celebra il dono proprio in questa Festa, è considerata la manifestazione dell’amore incondizionato di Dio per l’uomo.
Chag Sameach, Felice Festa di Shavuot