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venerdì 19 agosto 2022

Compendio 1945. III Fronte. Internamento. Il Rimpatrio VI Parte L'accoglienza triste ed amara

 

Il ritorno in Italia, quindi, fu amaro:

“.. I prigionieri che rientravano dalla Germania incarnavano … la disfatta dell’8 settembre che dagli Italiani non era stata del tutto superata. Il tanto agognato ritorno in patria degli ex-internati fu dunque percepito a volte come l’arrivo in un paese straniero. Le privazioni sofferte durante la detenzione sembrarono agli ex IMI ancora più insensate alla luce del degrado sociale che erano costretti ora a sperimentare. Ciò che i reduci trovarono particolarmente offensivo erano lo scetticismo che spesso, benché sottaciuto, serpeggiava in ambito privato.”[1]

 

La loro vittoria sui carcerieri tedeschi, la loro resistenza che passò come la “resistenza del filo spinato”, che di fatto delegittimò la Repubblica Sociale Italiana, una gloria della Guerra di Liberazione, privandola della sua migliore gioventù[2], non fu riconosciuta, Anche qui una vittoria amara, foriera di ogni tristezza.

 



[1] Ministero degli Affari Esteri di Italia e Germania, Rapporto della Commissione storica italo-tedesca, Luglio 2009.

[2] Una adesione in massa dei oltre 650.000 Internati in Germania, ammesso che i tedeschi li avrebbero liberati e ceduti ai repubblichini, sarebbe stata la più grande vittoria che la Repubblica Sociale potesse sperare in termini di adesione e consenso.