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lunedì 19 settembre 2022

Compendio 1945. Il fronte dell'Internamento. Il terzo anno. I parte

 

Il terzo anno della Guerra di Liberazione sul fronte dell’Internamento fu ancora più devastante e terribile dei precedenti tanto che si può parlare, per essere aderenti alla realtà, di “inferno nell’inferno”. Nei quattro mesi e qualche giorno di guerra, da gennaio a maggio 1945 emersero, con tinte ancora più fosche, i caratteri negativi le caratteristiche di questo fronte. Le terribili sofferenze dovute ai maltrattamenti alle pessime condizioni igienico-sanitarie, alla fame, al freddo, allo scarso vestiario, e alle pessime condizioni dei luoghi di lavoro, che si sommavano ad una situazione generale dovuta alla guerra, che già di per se stessa, era insopportabile, si accentuarono ulteriormente. Questo non solo in Germania e nei territori che ancora occupava, ma anche in tutti i paesi ove vi erano italiani internati, compreso l’Estremo Oriente, che ormai subivano il peso di sei anni di guerra.

Andando con ordine, e collegandoci alla situazione dell’anno precedente, si può dire che, sul versante degli aiuti provenienti dalla madre patria, la situazione continuava ad essere insufficiente.

La Repubblica Sociale Italiana, nel quadro della assistenza agli italiani in Germania, siano essi civili volontari per lavoro, deportati o internati militari, o prigionieri a qualsiasi titolo, era quasi impotente. Tutti gli italiani erano in balia della volontà delle autorità locali e regionali, in particolare del personale preposto ai campi di concentramento, del singolo tedesco armato. Tutti gli italiani erano considerati “forza lavoro” e come tale dovevano essere trattati, come degli “inferiori” al servizio del tedesco e dello sforzo bellico nazionale.