Traduzione

Il presente blog è scritto in Italiano, lingua base. Chi desiderasse tradurre in un altra lingua, può avvalersi della opportunità della funzione di "Traduzione", che è riporta nella pagina in fondo al presente blog.

This blog is written in Italian, a language base. Those who wish to translate into another language, may use the opportunity of the function of "Translation", which is reported in the pages.

giovedì 12 marzo 2020

Il disarmo dei soldati italiani all’estero. Francia


LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943



L’esigenza tedesca di sfruttare la situazione italiana per avere non soldati ma lavoratori, si applicò anche alle divisioni italiane all’estero.[1] I soldati italiani disarmati andranno ad aumentare i numero di quelli catturati in Italia e quindi a completare il quadro generale degli Internati Militari italiani in Germania.
Nella Francia meridionale, in cui operava la 19a Armata, i soldati italiani disarmati furono affidati alla custodia del Comandante della Regione Militare Francia meridionale, In totale, da fonte tedesche[2], risulta essere stati disarmati e catturati 58722  militari italiani, di cui solo 24.203 cosiddetti internati militari. La situazione nella Francia meridionale era particolare. Il 30 settembre una disposizione dell’Intendente di Armata prescriveva che i soldati italiani catturati dovevano essere considerati come prigionieri di guerra in base alla Convenzione dell’Aja del 1929. Su queste basi, molti Comandi tedeschi richiedevano soldati italiani per esigenze logistiche, soprattutto costruzioni. Berlino, peraltro, non era di avviso di lasciare questi lavoratori in Francia in quanto la direttiva generale era quella di attenersi al criterio di procurare il maggior numero possibile di ex soldati italiani all’industria bellica tedesca. Il Comando Supremo della Wehrmacht autorizzò solo la formazione di soli 6 battaglioni lavoratori al posto dei 13 richiesti con lavoratori fedeli all’alleanza a favore e della 19a Armata e della 3a Flotta aerea.
Lo sgombero dei soldati italiani ebbe inizio l’11 settembre ed in generale non si verificarono incidenti, tranne uno, in ottobre, quando in uno scontro avvenuto nei pressi di Chalon sur Saone fra un treno merci ed un convoglio di prigionieri persero la vita 80 internati italiani. A settembre furono trasferiti dalla Francia meridionale in Germania 6 generale, 843 ufficiali e 11323 sottufficiali e truppa. Nel mese di ottobre si aggiunsero a questi altri 479 ufficiali 4763 sottufficiali e truppa, per un totale di 17414 militari. Rimanevano in Francia alla fine di ottobre 6789 militari internati. Questi vennero successivamente inviati in Germania, insieme ai lavoratori fedeli all’alleanza, agli ausiliari ed ai combattenti volontari. In totale quindi si può dire che dalla Francia meridionale gli internati militari furono poco più di 24.000, mentre oltre 35.000 soldati italiani accettarono le proposte tedesche e si integrarono nella organizzazione logistica tedesca.



[1] Per gli avvenimenti che videro protagoniste queste divisioni, vds. il capitolo seguente, che è dedicato al IV fronte della Guerra di Liberazione, ovvero la resistenza dei militari italiani fuori dal territorio della madrepatria. In questo capitolo indichiamo solo  la consistenza dei soldati che furono disarmati ed inviati nei campi di concentramento in Germania
[2] Schreiber, G., cit., pag. 309

Nessun commento:

Posta un commento