LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
L’esigenza tedesca di sfruttare la
situazione italiana per avere non soldati ma lavoratori, si applicò anche alle
divisioni italiane all’estero.[1]
I soldati italiani disarmati andranno ad aumentare i numero di quelli catturati
in Italia e quindi a completare il quadro generale degli Internati Militari
italiani in Germania.
Nella Francia meridionale, in cui
operava la 19a Armata, i soldati italiani disarmati furono affidati alla
custodia del Comandante della Regione Militare Francia meridionale, In totale,
da fonte tedesche[2],
risulta essere stati disarmati e catturati 58722 militari italiani, di cui solo 24.203
cosiddetti internati militari. La situazione nella Francia meridionale era
particolare. Il 30 settembre una disposizione dell’Intendente di Armata
prescriveva che i soldati italiani catturati dovevano essere considerati come
prigionieri di guerra in base alla Convenzione dell’Aja del 1929. Su queste
basi, molti Comandi tedeschi richiedevano soldati italiani per esigenze
logistiche, soprattutto costruzioni. Berlino, peraltro, non era di avviso di
lasciare questi lavoratori in Francia in quanto la direttiva generale era
quella di attenersi al criterio di procurare il maggior numero possibile di ex
soldati italiani all’industria bellica tedesca. Il Comando Supremo della
Wehrmacht autorizzò solo la formazione di soli 6 battaglioni lavoratori al
posto dei 13 richiesti con lavoratori fedeli all’alleanza a favore e della 19a
Armata e della 3a Flotta aerea.
Lo sgombero dei soldati italiani
ebbe inizio l’11 settembre ed in generale non si verificarono incidenti, tranne
uno, in ottobre, quando in uno scontro avvenuto nei pressi di Chalon sur Saone
fra un treno merci ed un convoglio di prigionieri persero la vita 80 internati
italiani. A settembre furono trasferiti dalla Francia meridionale in Germania 6
generale, 843 ufficiali e 11323 sottufficiali e truppa. Nel mese di ottobre si
aggiunsero a questi altri 479 ufficiali 4763 sottufficiali e truppa, per un
totale di 17414 militari. Rimanevano in Francia alla fine di ottobre 6789
militari internati. Questi vennero successivamente inviati in Germania, insieme
ai lavoratori fedeli all’alleanza, agli ausiliari ed ai combattenti volontari.
In totale quindi si può dire che dalla Francia meridionale gli internati militari
furono poco più di 24.000, mentre oltre 35.000 soldati italiani accettarono le
proposte tedesche e si integrarono nella organizzazione logistica tedesca.
[1]
Per gli avvenimenti che videro protagoniste queste divisioni, vds. il capitolo
seguente, che è dedicato al IV fronte della Guerra di Liberazione, ovvero la
resistenza dei militari italiani fuori dal territorio della madrepatria. In
questo capitolo indichiamo solo la
consistenza dei soldati che furono disarmati ed inviati nei campi di
concentramento in Germania
[2]
Schreiber, G., cit., pag. 309
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