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venerdì 30 maggio 2025

Tesi di laurea Elda Franchi Terrorismo. I campi di concentramento in Cina. Laogai Research Foundation

  Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                       

ANNO ACCADEMICO 2023/2024

(dalla presente tesi si estrare il paragrafo - capitolo III Laogai Research Foundation)


 Laogai Research Foundation

La Laogai Research Foundation è una ONG per i diritti umani con sede a Washington, DC, Stati Uniti, fondata nel 1992 da Harry Wu. La missione della fondazione è quella di denunciare il sistema carcerario brutale e sfruttatore della Repubblica Popolare Cinese, raccogliere informazioni e sensibilizzare l'opinione pubblica sui Laogai, denunciare qualsiasi tipo di abuso dei diritti umani in Cina, sostenendo le vittime politiche e religiose; la fondazione mira a stimolare la pressione internazionale sul regime cinese e tenta di porre fine alla violazione delle persone incarcerate nei campi.

La fondazione pubblica annualmente il Laogai Handbook, un manuale che elenca tutte le informazioni a loro conosciute sulle attività dei Laogai in Cina, la loro ubicazione, la forma, lo sviluppo, l’utilizzo, i nomi dei detenuti conosciuti, i prodotti manufatturieri e le statistiche che riescono ad incontrare dei singoli campi.

Oltre alle ricerche messe in atto sui campi stessi, la fondazione studia anche i legami commerciali delle aziende americane con i campi: nel 1992, LRF documentò l'uso estensivo dei prodotti Laogai da parte della Columbus McKinnon Chain Hoist Company, una scoperta che il presidente della società alla fine confermò mentre

testimoniava davanti al Congresso. Nel febbraio 2010, è stato pubblicato un rapporto di ricerca che dimostrava che la Cina pubblicizzava attivamente prodotti e servizi Laogai online nei siti sponsorizzati dal Governo, nonostante il fatto che l'esportazione di prodotti Laogai fosse illegale secondo la legge cinese. L’importazione dei prodotti è inoltre illegale negli Stati Uniti, Germania e Italia. Un altro progetto recente della fondazione include Laogai: The Machinery of Repression in China, un libro completo che descrive in dettaglio la storia dei Laogai in Cina, curato dalla direttrice della LRF Nicole Kempton e pubblicato nel 2009 da Umbrage Editions, altri lavori sono invece stati pubblicati in Cinese.

La Laogai Research Foundation parla tramite dei blog attivi, in inglese e in cinese. 


martedì 20 maggio 2025

Rivista QUADERENI N. 1 DEL 2025 GENNAIO MARZO 2025


 

Nota redazionale: (massimo coltrinari, direttore)

Numero dedicato nelle sue pagine di apertura, dopo l’Editoriale del Presidente Magnani  alla Comunicazione del Nastro Azzurro, alla giornata della Donna che cade, come noto, ogni anno l’8 marzo. Si riporta i contributi e la cronaca della consegna dell’Emblema Araldico alla Signora Giovanna Paolone Piermanni, consorte della Medaglia d’Oro al Valore Militare “alla memoria” Sergio Piermanni. A sottolineare questo momento la copertina riporta la scultura “”Le Pagine del Coraggio” scultura predisposta per l’occasione, mentre la IV di copertina è ancora dedicata ad una donna ed ad un suo volume. Questo dopo aver dedicato spazio alla Giornata della Memoria ( 27 Gennaio)

Nella parte “Il mondo da cui veniamo: la Memoria”, Giorgio Madeddu, nel quadro delle ricerche dedicate alla Storia dell’Istituto del Nastro Azzurro, con ampia iconografia, riporta la cronaca della inaugurazione della Via dei Fori Imperiali a Roma nel quadro della Adunata dei Decorati al Valore Militare (28 ottobre 1933); segue in Dibattiti, Manuel Vignola che tratta dell’uso della Medaglia d’Oro come strumento diplomatico e non come ricompensa per atti eroici individuali: quindi, sempre in Dibattiti, Roberto Allegro, ricostruisce la Battaglia di Mortara del 18489, sulla base della sua tesi discussa al Master di Storia Militare Contemporanea. In Archivio, Alessia Biasiolo ci propone uno dei misteri più fitti della fine della guerra, l’Oro di Dongo. Ancora Giorgio Madeddu, dalla Sardegna, ci manda una nota sui 110 anni di esistenza della leggendaria Brigata “Sassari”, come dovuto omaggio a questa Unità delle nostre Forze Armate pregna di valore e tradizioni.

Nella Parte “Il Mondo in cui viviamo: la realtà d’oggi” tutti articoli hanno alla base la Tesi di Master discussa dagli Autori al Master di “Terrorismo e Antiterrorismo internazionale. Andrea Rota, ci parla delle fonti aperte al servizio della sicurezza del paese, Mirko Leone del “ Virtual Human Intelligence”, e Guido Andrea Caironi di un particolare aspetto aeronautico in ambito Guerra Fredda.

Le tradizionali rubriche completano questo numero

Infine, una annotazione sula politica di distribuzione della Rivista “QUADERNI”: l’Indirizzario da questo numero è organizzato su chi ne ha fatto richiesta orale o scritta e chi è impegnato nelle ricerche CESVAM, con le dovute eccezioni; vengono tolti tutti quei indirizzi che erano stati adottati per far conoscere le attività del CESVAM e quindi dell’Istituto del Nastro Azzurro. Sono anche aggiornati le condizioni di abbonamento, come pubblicato in ultima pagina. Decadono tutte le condizioni degli anni precedenti.

 

I di Copertina: Scultura “Le Pagine del Coraggio” della scultrice Paola Grizi, donata al Comune di Potenza Picena in occasione della Giornata della Donna 2025 nel quadro della consegna dell’Emblema Araldico conferito alla MOVM “Alla Memoria” Maresciallo Capo dell’Arma dei Carabinieri Sergio Piermanni alla Sig.ra Giovanna Paolone Piermanni,

IV di Copertina Monica Apostoli, Il Genio “Telegrafisti” nella Grande Guerra. 3° e 7° Reggimento Genio, Roma, Istituto del Nastro Azzurro Centro Studi sul Valore Militare, 2023

Il presente numero è stato chiuso in tipografia il 28 marzo 2025

venerdì 9 maggio 2025

Tesi di Laurea. Elda Franchi Terrorismo. I campi di concentramento in Cina. La pratica nei Laogay. Prievo degli organi. la Testimonianza di Harry Wu.

 Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                       

ANNO ACCADEMICO 2023/2024

(dalla presente tesi si estrare il paragrafo - capitolo III - La Testimonianza di Harry Wu)


 La pratica nei Laogai. Prelievo degli organi. La testimonianza di Harry Wu

Harry Wu è nato a Shanghai l’8 febbraio del 1937 ed è morto il 26 aprile del 2016, ha vissuto 19 anni in diversi Laogai. È stato arrestato per la prima volta nel 1956 per aver criticato il Partito Comunista Cinese durante la Campagna dei Cento Fiori, considerato cattolico e “controrivoluzionario di destra”. Dal 1960 al 1979 è stato detenuto in 12 campi di concentramento differenti, costretto ad ogni tipologia di lavoro forzato, tra cui l’estrazione di carbone, la costruzione di strade e lavorare la terra. Harry Wu, una volta libero dalla prigionia, nel 1979, è emigrato negli USA nel 1985, dove ha cominciato a scrivere delle sue esperienze nei Laogai, dedicandosi nel 1992 esclusivamente all’ attivismo e alla denuncia delle violazioni dei diritti umani in Cina. Ha fondato la Laogai Research Foundation nel 1992, fungendo da testimone principale di questa storia di schiavitù.

Wu ha ricevuto il “Premio Libertà” dalla “Federazione Ungherese Attivisti per la Libertà” nel 1991. Nel 1994 ha ricevuto il primo “Premio Martin Ennals per i Diritti Umani” dalla “Fondazione Svizzera Martin Ennals”. Nel 1996 è stato insignito della “Medaglia alla Libertà” dalla “Fondazione Tedesca per la Resistenza della Seconda Guerra Mondiale”. Ha anche ricevuto la laurea ad honorem dall’Università di St. Louis e dalla Università Americana di Parigi.

A seguito, la sintesi dell’intervento di Harry Wu “La mia storia per la verità” al Meeting di Rimini dal 23 al 29 agosto del 2009:

“La mia è la storia di tutti coloro che hanno patito la tirannia e l'ingiustizia per mano di un potere crudele e monolitico. La mia è la storia del Laogai (una particolare forma di lavoro forzato e, in senso invece restrittivo, un campo di lavoro ndr).

Nel febbraio del 1957 ebbe inizio la "Campagna dei cento fiori". Sottoposto a un'enorme pressione dai miei compagni di università, elencai una serie di critiche alla linea politica del partito.

Allora non sapevo minimamente che queste critiche, dieci in tutto, avrebbero inciso tremendamente sul mio futuro.

L’anno seguente l'atmosfera politica divenne ancora più opprimente. Il 20 ottobre 1957, fuori della mensa universitaria, comparve uno striscione dal titoIo “I crimini controrivoluzionari di Wu Hongda", che elencava i miei presunti crimini. Il mio nome era stato cancellato com una riga rossa a indicare che ero stato bandito dalla comunità.

Ero diventato un destrorso. Senza dire addio a nessuno, io e i miei effetti personali fummo caricati su una jeep e portati al Centro di detenzione di Beiyuan.

Avevo ventitré anni. Nell'aprile del 1962 cominciai a nutrire la speranza che i prigionieri accusati di essere di destra sarebbero stati presto rilasciati, poiché ci stavamo avvicinando alla scadenza del nostro terzo anno di prigionia nei campi di lavoro, e tre anni era considerata la pena massima per un destrorso. Fui invece trasferito in un altro campo. Nel corso dei successivi sette anni avrei sofferto moltissimo: sopportai un periodo di reclusione in cella di isolamento; fui sottoposto

ad alimentazione forzata attraverso il naso in risposta allo sciopero della fame che avevo intrapreso; fui picchiato dalle guardie carcerarie e mi ruppi un braccio durante un pestaggio organizzato contro di me. Ho visto uomini impazzire a causa della prigionia, e ne ho visti altri togliersi la vita. Per tutto il tempo

sono rimasto aggrappato all'istinto di sopravvivenza nella speranza che un giorno avrei riacquisito la mia libertà, un traguardo che sembrava svanire giorno dopo giorno.

Nel 1979, alcuni anni dopo la morte di Mao, Deng Xiaoping si disfò di molti prigionieri "condannati" come controrivoluzionari e destrorsi. Io ero fra di loro, e finalmente riacquistai parte della mia libertà. Una volta liberato potei finalmente far visita a mio padre. Una delle ultime cose che mi disse prima di morire fu che non sarei mai stato veramente libero in Cina, e mi esortò a partire. Così nel 1982 feci domanda per il permesso di espatrio e, infine, nel 1985 ebbi la mia occasione. Giunsi negli Stati Uniti come "visiting professor" con 40 dollari in tasca. Nel 1986 parlai per la prima volta in pubblico delle mie esperienze nel Laogai cinese.

Le emozioni che avevo tenuto nascoste per tutti quegli anni infine riemersero, e terminai la mia relazione in lacrime. Il mio intervento sorti un forte effetto sui presenti, che mi domandarono cosa potessero fare per aiutare coloro che erano tuttora vittime del sistema del Laogai. Questo mi fece pensare che, probabilmente, se più persone fossero state a conoscenza delle atrocità che venivano compiute in Cina, si sarebbe potuto fare qualcosa per porvi fine. In quel momento compresi che dovevo continuare a raccontare la mia storia.”