- Internamento Il Processo di disumanizzazione dell’Internato
Non possibile eliminare una parte
significativa della popolazione ( sia essa presente o immigrata, o di
passaggio) senza tener conto delle reazioni dell’altra restante parte della
popolazione stessa. Se non vi sono troppi oppositori, si può dar luogo alla
eliminazione o allo stesso sterminio di
massa. E’ ciò che è accaduto in Germania dal 1933 al 1945 per gli Ebrei, i
Malati, Gli Zingari, gli Omosessuali, i
considerati “diversi” in genere. Ma anche è accaduto in Ruanda con gli
Hutu, a cui è stato concesso di essere o vittime o esecutori e i Tutsi, ove gli
Hutu moderati sono stati uccisi come i Tutsi. Per arrivare a questo occorre
avviare un processo di disumanizzazione delle vittime individuate, che si
manifesta in sette fasi.
Prima fase: la definizione. E ’ il
fenomeno del capro espiatorio, con il binomio “Noi” –“Gli altri
Seconda Fase:
Il censimento del “diverso” identificato. Si impone anche un segno distintivo;
Terza fase: la designazione. E ’
la fase in cui la popolazione “sana” prende atto, capisce chi è il diverso, fenomeno che
deve essere su larga scala;
Quarta Fase: restrizione dei
diritti politici, economici, sociali. Il diverso deve essere spogliato di ogni cosa, a vantaggio del resto
della popolazione, che vi vede anche dei buoni affari e opportunità allettanti
Quinta Fase: l’esclusione. Il
“Diverso” deve essere escluso dalla collettività “sana”
Sesta fase: l’isolamento
sistematico. Ecco l’utilizzo del campo di concentramento, ove all’isolamento si aggiunge
anche lo sfruttamento coatto e schiavizzato del lavoro del “diverso.
Settima Fase: sterminio di massa
del “Diverso” fino alla sua estinzione. Il campo di concentramento concorre
allo sterminio ma non è sufficiente. Vi si muore per stenti, fame, freddo,
percosse ecc, ma vi si può ance sopravvivere. Occorre per non correre questa
eventualità creare appositi campi: i campi di sterminio. Ecco la differenza tra
campi di concentramento e campi di sterminio (che può essere oggetto di ricerca
apposita).
L’attualità di questa ricerca è
evidente: l’extra comunitario o l’emigrato oggi in Italia è considerato
“diverso”. La ricerca potrebbe individuare in quale fase del processo di
disumanizzazione siamo: sicuramente la prima fase è stata completata; si
oscilla tra la seconda e la terza.
Sotto il profilo storico, come
base di ricerca si può dire che in ogni tempo ed in ogni Paese questo processo
è stato attuato nelle sue prime sei fasi. Solo in Germania (1933-45) è stato
attuato nelle sue sette fasi. Bibliografia: Jean-Nichel Lecomte, La Storia dell’Olocausto, Roma, Sapere
2000 Edizioni Multimediali, 2002, AA, AA, Spostamenti
di popolazione e deportazione in Europa, Bologna, 1987.
Massimo Coltrinari
(massimo.coltrinari@libero.it) .
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