UNA INIZIATIVA DI ELISA BONACINI
Medaglia d’Onore al
papà di Vasco Rossi internato militare in Germania
la lettera
dell’Associazione “Un ricordo per la pace”
Giovanni Carlo Rossi
tra i 650 000 IMI che dissero NO al nazismo; a loro dedicata l’onorificenza
concessa su decreto del Presidente della Repubblica
Medaglia d’Onore a Giovanni Carlo Rossi papà del cantante Vasco
Rossi. È quanto si prefigge come obiettivo l’associazione “Un ricordo per la
pace” nell’ambito del progetto “MEMORIA AGLI I.M.I”. Il tentativo di contatto
con Vasco attraverso una lettera inviata ai media. L’associazione apriliana svolge
attività di ricerca storia e divulgazione dei tragici avvenimenti delle guerre
mondiali ed ha realizzato numerose iniziative culturali in territorio laziale. È
curatrice di una mostra permanente sulla Battaglia di Aprilia, oltre 300 reperti
storici provenienti dalla collezione privata di Ostilio Bonacini. Nel 2014 “Un ricordo per la
pace” ed il veterano britannico Harry Shindler furono i promotori del Memoriale dedicato al padre
del musicista Roger Waters (Eric Fletcher Waters) disperso ad Aprilia nei
cruenti combattimenti del 1944 aventi come finalità la liberazione di Roma.
Dal 2011 “Un ricordo per la pace” assiste gratuitamente gli aventi
diritto nelle richieste della Medaglia d’Onore, onorificenza concessa ai
cittadini italiani militari e civili, deportati ed internati nei lager nazisti
ai quali, se militari, è stato negato lo status di prigionieri di guerra.
L’attenzione dei ricercatori dell’associazione è rivolta ora alla
storia del papà di Vasco Rossi.
Vasco: un nome insolito che, come dichiarato dal cantante, fu
scelto dal padre in omaggio ad un compagno di prigionia che gli aveva salvato
la vita durante un bombardamento in Germania, durante la seconda guerra
mondiale.
Giovanni Carlo Rossi fu uno dei 650.000 IMI (Internati Militari
Italiani) che sui vari fronti dissero NO al nazismo dopo l’armistizio
dell’Italia l’8 settembre 1943 e pertanto catturati dai tedeschi e deportati
nei campi di concentramento in Germania, obbligati a lavorare per l’economia di
guerra nazista. Uno degli eroi, Giovanni Carlo, di una resistenza per molti
anni oscurata. Un’oblio perpetuato nei confronti degli IMI fino all
“istituzionalizzazione” della memoria che in Italia arrivò di fatto con la
legge n. 296 del 27 dicembre 2006. È con questa legge che lo Stato Italiano ha
previsto per gli ex internati la concessione della Medaglia d’Onore a titolo di
risarcimento morale per la fedeltà alla Patria; concessa su richiesta degli
eredi (pochissimi gli IMI ancora viventi) tramite decreto del Presidente della
Repubblica.
Giovanni Carlo Rossi venne catturato all'isola d'Elba con i suoi
commilitoni probabilmente il 17 settembre 1943 giorno della resa dopo i
bombardamenti degli Stukas nazisti che costarono la vita ad oltre 100 persone
tra militari e civili. I militari vennero detenuti dai tedeschi nella Caserma
“Vittorio Veneto” a Portoferraio fino alla deportazione nei campi di
concentramento in Germania nell'ottobre 1943. Giovanni Carlo venne internato in
un campo nei pressi di Dortmund.
Nella lettera indirizzata a Vasco, scrive Elisa Bonacini a sua
volta figlia di IMI e presidente di “Un ricordo per la Pace” : “Noi non ci
conosciamo, Vasco, ma abbiamo qualcosa in comune. Nel nostro DNA un po’ della
forza dei nostri padri, del loro coraggio. I nostri papà tra i 650 000 soldati
italiani che per fedeltà alla Patria, allora Regno d’Italia, dissero NO al
nazismo e preferirono subire la prigionia nel lager, costretti al duro lavoro
per la Germania. Fortunati entrambi nel ritornare a casa, seppure l’ombra di
loro stessi, smagriti ed irriconoscibili”. Continua Elisa nel proporre la
richiesta della Medaglia IMI : “Lo so, Vasco per alcuni questa onorificenza è
solo un pezzo di latta, ma vedi… è lo Stato italiano che si inchina davanti al
sacrificio di questi italiani; io credo significhi molto, che anche tuo padre
ne sarebbe orgoglioso.” Termina Elisa con un
appello: “Caro Vasco, tu, seppur inconsapevolmente sei il più celebre dei
testimonial per accendere i riflettori sulla storia degli IMI . Troppi anni di
oblio. Chi meglio di te può farlo?” .
Si attende ora un
riscontro del cantante, notoriamente molto legato al padre scomparso nel 1979,
quando Vasco era ancora agli esordi della sua straordinaria carriera. La
richiesta dell’onorificenza che potrebbe partire a suo nome o di un familiare
un modo di dimostrare ulteriormente l’affetto e la stima per un uomo che tanto
ha trasmesso a Vasco, i veri valori della vita.
LA LETTERA
Ciao Vasco,
Sono Elisa Bonacini, presidente dell’Associazione “Un ricordo per
la pace”. Sono di Reggio Emilia, ma risiedo ad Aprilia (LT) dove mio padre si
trasferì per motivi di lavoro quando ero una bambina.
Noi non ci conosciamo, Vasco, ma abbiamo qualcosa in comune. Nel
nostro DNA un po’ della forza dei nostri padri, del loro coraggio. I nostri
papà tra i 650 000 soldati italiani che per fedeltà alla Patria, allora Regno
d’Italia, dissero NO al nazismo e preferirono subire la prigionia nel lager,
costretti al duro lavoro per la Germania. Fortunati entrambi nel ritornare a
casa, seppure l’ombra di loro stessi, smagriti ed irriconoscibili. Ho letto che
hai il nome di un compagno di prigionia di tuo padre che gli salvò la vita in
un bombardamento. Fu il suo modo di ringraziarlo e questa cosa gli fa davvero
onore.
Volevo con questa mia comunicarti (qualora non ne fossi a
conoscenza) che dal 2007 gli Internati Militari Italiani (IMI) viventi e/o i
loro familiari possono richiedere un’onorificenza specificamente dedicata, la
Medaglia d’Onore, che viene conferita su decreto del Presidente della
Repubblica.
Sarei lieta di poter essere di aiuto anche a te, come decine di
IMI e loro figli/discendenti che ho coinvolto in questa iniziativa e che ho
assistito gratuitamente nelle ricerche storiche sui propri familiari e nelle
pratiche necessarie per la richiesta della medaglia. Lo so, per alcuni è solo
un pezzo di latta, ma… Vasco, vedi… è lo Stato italiano che si inchina davanti
al sacrificio di questi italiani; io credo che significhi molto, che anche tuo
padre ne sarebbe orgoglioso. L’ho ricevuta per mio papà nel 2011, anche lui non
era più in vita. Il cuore mi batteva a mille durante la cerimonia di consegna,
non riuscivo neanche a parlare, a rispondere con parole sensate alle domande
del Prefetto. Io che ho potuto leggere il suo diario di guerra solo dopo la
morte, nascosto nel suo comodino, avvolto in fogli di un vecchio giornale, il
suo diario segreto. I miei genitori erano schivi a mostrare i propri sentimenti
e quel diario forse papà lo riteneva l’icona della sue fragilità, lui che aveva
voluto sempre dare di sé un’immagine inflessibile e severa. Come tutta quella
generazione. Da lì la mia vita è cambiata, lì è iniziata la mia passione per la
storia e la mia attività di ricerca sugli Internati militari Italiani. È così
che ho dato vita alla mia associazione, che molto sta lavorando con diverse
iniziative anche nelle scuole, con i ragazzi, per non dimenticare il sacrificio
di tanti uomini per la nostra libertà. Una delle iniziative più importanti di
cui sono stata promotrice con l’amico veterano britannico Harry Shindler è
stata la realizzazione di un Memoriale dedicato al padre di Roger Waters, Eric
Fletcher Waters, morto ad Aprilia nei combattimenti del 1944. Curo anche
un’esposizione museale sulla Battaglia di Aprilia (1944) denominata “Un ricordo
per la Pace”. Patrocinata dal Comune di Aprilia accoglie la collezione storica
sulla seconda guerra mondiale di mio fratello Ostilio , scomparso nel 1999.
Volevo informarti che sto portando avanti una
ricerca sul campo di Dortmund e quelli limitrofi; mi stanno aiutando alcuni amici
storici della “Sapienza” di Roma. Sarei felice di darti presto i risultati
della ricerca. Se ti fa piacere, ovvio.
Poi… come posso non dirti che le tue canzoni sono troppo forti,
che hanno accompagnato la mia vita come quella di milioni di persone. Ma questo
lo sai già.
Attendo di poter
scambiare due parole con te, e spiegarti meglio. Rendi onore alla memoria di
tuo padre e di tutti gli altri. Caro Vasco, tu seppur
inconsapevolmente, sei il più celebre dei testimonial per accendere i
riflettori sulla storia degli IMI. Troppi anni di oblio. Chi meglio di te può
farlo?
La mia attività la puoi vedere in internet, ho anche una pagina
dedicata, dove puoi contattarmi :
Saluti cari alla tua mamma,
ciao da Elisa.
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