La crisi armistiziale del 1943
Il III Fronte della Guerra di Liberazione
nasce sostanzialmente dalla reazione tedesca conseguente alla inaccettabilità
da parte di Berlino dell’uscita dalla guerra dell’alleato Italiano. Questa
inaccettabilità fa si che la Germania hitleriana vede nell’Italia non solo un
alleato traditore, che non vuole seguire la Germania fino in fondo nella
condotta della guerra, ma anche con un nemico da combattere in ogni modo, con
più il tradizionale rancore ed odio tedesco nei confronti dell’elemento latino,
in generale, ed italiano in particolare. Questo approccio della Germania, che
poi è l’architettura portante di tutta la Guerra di Liberazione, darà origine,
come vedremo anche al IV Fronte, ovvero la resistenza dei militari italiani all’estero,
e quindi, come naturale conseguenza al fronte avversario della predetta Guerra
di Liberazione.
Con la caduta di Mussolini il 25 luglio 1943
e la conseguente liquefazione ed evaporazione del fascismo sia come regime sia
come movimento, la Germania hitleriano dovette fare buon viso a cattivo gioco
ed accettare il nuovo governo Badoglio. Nessun a Berlino si faceva illusione
che questo Governo, date le condizioni dell’Italia, l’invasione del suo
territorio metropolitano, poteva intraprendere azioni per giungere a qualche
compromesso con gli Alleati ed uscire dalla guerra. Questo avrebbe significato
una minaccia seria ai confini meridionali del III Reich.[1]
La conseguenza immediata fu la predisposizione del piano “Achse”, ovvero tutte
quelle misure necessarie per annientare l’Italia come potenziale nemico, e
cercare di portare il più a sud il fronte meridionale tedesco contro gli
Alleati. Uno dei cardini di questo piano era “il disarmo a sorpresa con ogni
mezzo e senza il minimo scrupolo delle truppe italiane.” Fu un principio che in
modo sistematico fu applicato ovunque vi erano truppe italiane, a dimostrazione
che tutti i Comandi tedeschi erano stati ampiamente orientati su questo tema.
Era anche previsto che, in caso di reazione efficace delle truppe italiane,
queste dovevano essere solate, e attaccarle in una seconda fase con una offensiva
ben organizzata con adeguate forze.
[1]
Indirettamente si può notare che la Germania dal 1939, inizio della guerra,
aveva questa certezza. L’Italia garantiva la frontiera meridionale della Germania
e soprattutto teneva lontana la minaccia aerea, che fino al settembre 1943,
poteva venire solo dalla Gran Bretagna.
Nessun commento:
Posta un commento