LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Presso il Gruppo Armate B, ovvero
nell’Italia settentrionale, caddero in mano tedesca 236 carri armati ed
autoblindo, 1138 pezzi di artiglieria, 536 cannoni controcarro, 797 cannoni
contraerei, 2558 mortai, 5926 mitragliatrici e 386.900 fucili. Inoltre si
devono aggiungere 35 navi da guerra, oltre a navi mercantili pronte all’impiego
pari a 385.600 tonnellate di stazza lorda.
Nell’Italia meridionale l’Esercito tedesco entrò in possesso di 326 carri
armati, 57 autoblindo, 113 cannoni semoventi, 1562 pezzi di artiglieria, 70
cannoni controcarro, 459 cannoni contraerei, 501 mortai, 173 lanciafiamme,
16.597 mitragliatrici, di cui 10.000 nuove trovate nei depositi, e 598206
fucili mitra e pistole. Inoltre 1769 autocarri, 309 autoveicoli, 409 motocicli
e 6000 quadrupedi fra cavalli e muli. Vennero anche prese 40.000 tonnellate di
munizioni, 13.400 tonnellate di esplosivi, 24.500 tonnellate di materiali del
genio, 50.000 tonnellate di apparati vari, 18150 metri cubi di carburante, 2500
metri cubi di lubrificanti per motori, 12119 tonnellate di prodotti chimici,
1600 tonnellate di materiale sanitario, 3500 tonnellate di vestiario, 7000
tonnellate di viveri, 1600 tonnellate di materiali non ferrosi e 200 tonnellate
di pellami .
Per avere una idea della entità del materiale
entrato in possesso dei tedeschi dal sud Italia verso nord fino al 10 ottobre
1943 furono inviati 12.034 carri ferroviari con materiale militare o da
utilizzare nella produzione bellica. Una cifra che qualora riferita a tutto il
territorio italiano risultò essere sino al 19 novembre quasi triplicata. Keitel
asserì che dall’Italia erano giunti in Germania 36110 carri ferroviari con
materiale militare e beni economici.
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