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giovedì 5 novembre 2020

Istruzione e resistenza in epoca nazista 4

L’inizio della seconda guerra mondiale, tutto a favore della Germania hitleriana, fece accantonare i progetti sovversivi da parte degli interessati che, invece, ripresero dopo la fallimentare Campagna di Russia e dopo le sconfitte sul fronte africano. Nei mesi di quiescenza bellica che seguirono l’invasione della Polonia, i numerosi eccidi compiuti dall’esercito tedesco e dalle SS disgustarono alcuni militari che ripresero i propri cauti progetti di rovesciamento del regime: unica soluzione ai più di questo parere, era uccidere Hitler stesso. Senza uccidere il padre della Patria, il Capo assoluto liberatore e salvatore dell’integrità ariana, sarebbe stato impossibile giungere a risultati davvero capaci di invertire quell’infernale tendenza. Pertanto si riaccesero le idee di eliminazione del dittatore. Fu proprio la Campagna di Russia, a seguito dell’Operazione Barbarossa, a minare di più la solidità di Hitler agli occhi dei militari. Essi gli suggerirono a più riprese di ritirarsi una volta evidente che l’avanzata dell’inverno, la strenua difesa russa e l’azzeramento dell’idea che i fatti si sarebbero conclusi prima del freddo (per il quale i tedeschi non erano equipaggiati né in armamento né nell’organizzazione dei rifornimenti) avrebbero ostacolato i piani fatti a tavolino. Lo spettro della famosa ritirata napoleonica aleggiava al punto da impedire qualsiasi decisione che non fosse resistere e così si fece, a scapito di migliaia di morti. Lo scontro tra Hitler e i suoi generali sulla Russia fu frequente, senza che egli volesse cedere di un metro sulle proprie decisioni e fu proprio quello che portò all’allontanamento di alcuni di essi dalla fedeltà giurata. Molti ufficiali non appoggiarono il colpo di Stato che venne tentato nel 1944, ma non tradirono comunque i commilitoni. L’Operazione Valchiria fu significativa perché attuata all’interno del Quartier Generale di Rastenburg dove, alle ore 12.42 del 20 luglio venne fatta esplodere una bomba che uccise quattro persone e ne ferì venti, senza riuscire ad uccidere Hitler. L’organizzazione, capeggiata dal colonnello Claus Schenk von Stauffenberg, aveva già pensato a come organizzare il colpo di Stato, che avrebbe avuto il principale compito di chiedere una pace separata agli Alleati. Questa avrebbe evitato l’invasione della Germania e la resa incondizionata alla quale Hitler la portò. Il fallimento dell’attentato, non soltanto svelato ma che soprattutto, per le intenzioni degli organizzatori, non era riuscito a eliminare il Führer uscitone con qualche ferita lieve, portò all’arresto di migliaia di militari e collaboratori, alcuni dei quali vennero uccisi, mentre altri vennero inviati ai campi di concentramento.
A parte il finale fallimentare, fu sul piano morale che la mancata riuscita dell’Operazione Valchiria agì. Hitler sembrava intoccabile e imbattibile ma, soprattutto, sembrava sempre più vicino il disastro totale. Come in effetti, per macerie e cumuli di morti, fu. Fermare la guerra anche solo di alcuni mesi avrebbe risparmiato inenarrabili sofferenze. (le precedenti parti sono state pubblicate in data 5 agosto,5 settembre, 5 ottobre 2020)

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