Il Museo Nazionale dell’Internamento a Padova, unico nel suo genere in Italia, è stato inaugurato il 9 giugno 1968 dal Cardinale Giuseppe Beran, Arcivescovo di Praga, ex deportato e dal Ministro della Repubblica Italiana Luigi Gui, ex partigiano. L’Associazione Nazionale ex Internati (A.N.E.I.) già dal 1953 aveva voluto realizzare il Museo storico dell’Internamento, affidandolo in gestione alla Federazione provinciale di Padova, affinché le giovani generazioni potessero avvalersi di prove documentali sulla sorte degli Internati Militari italiani (IMI) e dei deportati reclusi nei Lager nazisti. Le “prove” consistono in oggetti, documenti, disegni, fotografie, indumenti. Il materiale esposto è molto significativo; non vi è nulla di superfluo, nulla che non dica qualcosa degli orrori subiti. Con la firma dell’Armistizio l’8 settembre 1943, ai militari italiani, che non aderirono alla Repubblica Sociale Italiana (R.S.I.) e rifiutarono di continuare a combattere a fianco dei tedeschi, non fu riconosciuto lo status di prigionieri di guerra, ma quello di “Internati Militari Italiani” (I.M.I.), sottratti in questo modo al trattamento previsto dalla Convenzione di Ginevra. Gli I.M.I. furono raccolti in Campi di concentramento e destinati al lavoro forzato nelle miniere, in agricoltura o nell’industria degli armamenti, sempre sottoposti a condizioni di vita molto gravose.
Il percorso espositivo del Museo Nazionale dell’Internamento a Padova si articola in due sale: “Sala della Storia” e “Sala della Memoria”. Nella prima sala s’illustrano in maniera diacronica, per mezzo di pannelli corredati da fotografie, le vicende storiche originate dall’ideologia fascista e nazista che portarono allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Attraverso l’esposizione delle più significative e drammatiche vicende del conflitto, si giunge all’8 settembre 1943, data funesta per l’Italia, perché la proclamazione dell’Armistizio con gli anglo-americani coincise con l’occupazione da parte tedesca di gran parte della nostra penisola e con centinaia di migliaia di Soldati italiani presi prigionieri. Qui si arresta il percorso storico per documentare l’eroica resistenza nei Lager degli I.M.I., attraverso le fotografie realizzate dal Ten. Vittorio Vialli. Nella seconda sala s’illustra in maniera più ampia e generale il fenomeno concentrazionario nazista, con particolare attenzione alla Shoah degli Ebrei. Presso il Museo c’è una Biblioteca specializzata sugli I.M.I. e sul sistema concentrazionario nazista, un Archivio documentale ed una raccolta di dipinti e disegni. Sul piazzale interno del Museo è collocato un vagone bestiame che ricorda le condizioni di viaggio degli I.M.I. verso i Lager nazisti.
Il Museo Nazionale dell’Internamento a Padova è inserito in un sistema museale più ampio denominato “Cittadella della Memoria” che comprende anche il Tempio Nazionale dell’Internato Ignoto e il Giardino dei Giusti del Mondo. Il Tempio Nazionale dell’Internato Ignoto è considerato il “secondo Altare della Patria”, perché custodisce le spoglie dell’Internato Ignoto, decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria. Da segnalare il pronao (o atrio del Tempio) in cui, oltre alla salma dell’Internato Ignoto, riposa anche il Fondatore del Tempio Monsignor Giovanni Fortin; fanno da cornice quasi tremila piccole lapidi di marmo con incisi i nomi dei prigionieri e dei morti nei Lager nazisti. Nel Giardino dei Giusti nel Mondo si onorano i Giusti di tutti i Genocidi del XX secolo. Ciascun Giusto è ricordato con un albero, perché l’idea di piantare un albero e quindi il concetto di generare una vita, riprende quella di aver dato la possibilità ad un uomo di salvarsi, di poter vivere, di poter testimoniare il valore delle parole e dei fatti contro il silenzio delle coscienze, la responsabilità dei comportamenti contro l’indifferenza.
Info
Viale dell’Internato Ignoto 24, Padova
Tel +39 049 8033041
direzione@museodellinternamento.it
www.museodellinternamento.it
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