La data del 27
gennaio 1945, giorno in cui l’Armata Rossa, penetrando in territorio della Ex
Polonia liberò il campo di sterminio di Auschwitz e dei relativi sottocampi di
Birkenau I e II, è stata assunta a simbolo dell’internamento in Germania.
Quelle che erano voci in merito alla esistenza di campi di concentramento e di
sterminio in Germania, via via stavano avendo conferma. La liberazione di
questo campo pose davanti a tutto il mondo l’evidenza di quanto era stato
proclamato dal Nazismo: gli avversari dovevano essere eliminati. E così fu. Nonostante
tutta la propaganda, i nodi stavano vendendo al pettine. Chi era contro il
nazismo non aveva diritto di sopravvivere. Pertanto questo sistema di stato,
alimentato dalla ideologia nazista, aveva fin dalla sua presa di potere, aperto
luoghi ove prima rinchiudere e poi eliminare i propri avversari. Tutti coloro
che furono internati combatterono la loro battaglia disarmati, testimoniando l’assurdità
di tale assunto e portando i nazisti a rispondere dei loro atti, atti che
determinarono nel Diritto Internazionale e nel diritto delle genti il concetto
di “crimine di guerra”, e di “crimine contro l’umanità, nel momento in cui si
violano le leggi del diritto umanitario e le leggi dei diritti dell’uomo. Tutti
gli internati in Germania combatterono la loro guerra per la liberazione da
questa ideologia, da questa continua violazione dei diritti dell’uomo, da
questa violenza perpetuata senza limiti e condizioni che si dimostrò il nazismo
nella sua totalità. Internati combattenti dietro il filo spinato, che
dimostrarono che l’uomo oltre certi limiti non può andare e deve sempre
rispettare le leggi della umana convivenza. Si crea, come ampiamente abbiamo
detto, il Terzo fronte della Guerra di Liberazione, in Italia, parte integrante
di quella lotta alla ideologia nazifascista, che tutta l’Europa libera combatte
nella seconda guerra mondiale. Non è, la liberazione di Auschwitz il 27 gennaio
1945 una data che si può relegare all’Olocausto, allo sterminio di un popolo,
quello ebreo, è anche questo nel
grande rispetto del popolo israelita e dei suoi enormi sacrifici che dovette
sopportare. E’ la lotta dell’uomo libero contro l’uomo-belva, che non rispetta
alcuna legge ed alcuna norma condivisa, ma solo quelle che lui ha deciso di
darsi e rispettare a tutto suo vantaggio.
(massimo coltrinari)
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