internamentoereticolati
"Non più reticolati nel mondo" Lo studio dell' Internamento come strumento per contrastare la violenza e la violenza bellica, in ogni tipo di società del secolo breve e del secolo in corso.. Come base di studio per affrontare il problema delle migrazioni e dello spostamento di massa delle popolazioni. E' spazio di ricerca su questi temi del CESVAM - Istituto Nastro Azzurro ( Massimo Coltrinari) info:centrostudicescam@istitutonastroazzurro.org
Traduzione
giovedì 20 marzo 2025
martedì 18 marzo 2025
Tesi di Laurea . Elda Franchi. Terrorismo. I Campi di concentramento in Cina.
“TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”
Terrorismo. i campi di concentramento in Cina
ANNO ACCADEMICO 2023/2024
(dalla presente tesi si estrae il paragrafo - capitolo III - I Laogai: storia ed utilizzo)
I Laogai: storia e utilizzo
Il sistema carcerario cinese si divide in vari
livelli, caratterizzati da diversi gradi di controllo e di repressione:
esistono, infatti, i campi di riforma attraverso il lavoro, i campi di
rieducazione attraverso il lavoro e i campi di destinazione professionale
obbligatoria. Il termine Laogai, la cui traduzione letteraria è “riforma
attraverso il lavoro”, indica una particolare forma di lavoro forzato della
Repubblica Popolare Cinese e, se utilizzato in termine restrittivo, indica un
vero e proprio campo di concentramento. Questo termine ha assunto un
significato generico e designa tutta la realtà concentrazionaria cinese. I
Laojiao, letteralmente “rieducazione attraverso il lavoro”, sono previsti per
coloro che hanno compiuto reati minori, per coloro che hanno commesso “errori”
più che “crimini” e che non vengono quindi classificati come criminali. La
particolarità di questo tipo di carcere sta nell’indottrinamento politico
caratterizzato da sessioni di studio giornaliere dopo ore di lavoro forzato,
nel quale i carcerati conservano i diritti civili per tutta la loro permanenza
nel campo. Infine i Jiujie, letteralmente “destinazione professionale
obbligatoria”, inflitta prima del 1961 ai detenuti che venivano rieducati attraverso
il lavoro, e vista come una forma indiretta di reclusione poichè i detenuti
ricevono un salario mensile in quanto fsia prevista l’assegnazione di un lavoro
all’interno di una struttura carceraria, possono ancora godere dei diritti
civili, godono di libertà di movimento e possono uscire ogni quindici giorni,
prendono i pasti alla caffetteria e soprattutto hanno a disposizione dormitori,
mense e sale di lettura. Alcuni possono addirittura avere una settimana di
ferie l’anno per tornare a casa. In questa tipologia di carcere, la pena non è
stabilita con precisione, non si conosce mai con esattezza la durata
dell’incarceramento, e i lavoratori dei Jiuye non scelgono né l’impiego che
andranno a svolgere, né il luogo del campo dove andranno a lavorare, lavorano
complessivamente otto ore al giorno per sei giorni la settimana, non lavorano
inoltre sotto sorveglianza armata, ma la Sicurezza Pubblica sovrintende tutto
tramite delle norme ben precise. I Laogai rimangono il sistema carcerario più
diffuso in Cina per prigionieri politici, dissidenti, rivoluzionari, criminali,
nemici dello stato, nemici del popolo, donne e uomini appartenenti a minoranze
etniche come gli Uiguri.
I Laogai furono istituiti da Mao Zedong nel 1950
basandosi sull’esempio sovietico dell’URSS e dei Gulag, anche se il lavoro
forzato con scopi primitivi era una realtà presente già nel XVIII secolo con
la dinastia Qing; esistono esempi precisi di questa collaborazione
cino-sovietica negli anni cinquanta, dove degli esperti russi parteciparono al
Comitato di Gestione della Riforma mediante il lavoro degli elementi reazionari
del nord-ovest, all’estremismo del campo di Shinjing (nel Canton), e
all’organizzazione del lavoro forzato in una miniera di carbone vicino a
Fushun, per l’esattezza nel campo di Caohying a Shanghai.6
Dalla campagna contro la destra del 1958,
l’irrigidimento politico si tradusse nel lavoro forzato, non vi erano più
orari, si lavorava persino 16 ore al giorno, a volte anche di più. I primi
campi fecero la loro comparsa nelle zone controllate dai comunisti, con un
primo periodo un po’ caotico e con diverse sanzioni e torture verso i
carcerati, erano campi caratterizzati da violenza brutale e sbrigativa, e
l’orizzonte principale per i detenuti era la morte per fucilazione.
I Laogai si iniziarono ad organizzare in maniera
più uniforme nel 1952-1953 dopo una prima riunione nazionale nel giugno del
1952 sul lavoro e l’indirizzo che i Laogai avrebbero dovuto assumere, ossia di
una politica che combinava la rieducazione attraverso il lavoro. I Laogai
avevano due scopi principali, quello divulgato di “riabilitare” i criminali
attraverso il lavoro e l’indottrinamento politico, e quello celato di creare la
manodopera necessaria per poter generare un favorevole sviluppo economico a
costo quasi pari a zero. I primi prigionieri arrivarono già nel 1951, anno
importante perché ci fu la riforma agraria, e per via della ridistribuzione
delle terre vennero incarcerati molti proprietari terrieri e contadini; nello
stesso anno vennero catturati anche dei trafficanti di oppio, delle donne
accusate di prostituzione e uomini accusati di gioco d’azzardo. Nel 1951, il
numero di Laogai presenti in Cina era pari a 292.
Dal 1954 al 1957 seguì una fase di relativa
distensione, quasi da far pensare che i campi fossero scomparsi. La situazione
peggiorò nuovamente nel 1961, e la mortalità aumentò: le razioni di cereali
vennero sostituiti dalle erbe, steli delle spighe di mais, pula di cereali,
foglie di patata, alghe, residui della spremitura di piante oleose7; nel 1961 la situazione peggio a tal
punto che molti chiesero aiuto alle famiglie che vivevano nelle regioni meno
colpite col fine di racimolare un po’ di cibo. La differenza rispetto ai campi
sovietici è che li le guardie hanno sempre avuto cibo a sufficienza, come nei
campi Nazisti, mentre nei Laogai pure i guardiani soffrivano.(3) Mao si
rifiutava di riconoscere la catastrofe da lui stesso provocata, e venivano
applicati i regolamenti normali, la disciplina era sempre più rigida, gli
altoparlanti continuavano a diffondere il Verbo del Partito, mentre i detenuti
erano costretti a cercare vermi, grano, o cereali non del tutto assimilati
nello sterco di vacca e di cavallo, o addirittura tra gli escrementi degli
ufficiali addetti alle cucine pur di sfamarsi.
A partire
dal 1972 la situazione iniziò ad acquistassi, anche se l’igiene e il cibo
rimasero mediocri e la disciplina severa; per ogni detenuto diminuì il tempo
dedicato allo “studio”, che risultava al momento meno efficace, ma rimaneva
vigile il principio secondo il quale la liberazione del detenuto dipendesse dal
suo comportamento all’interno del campo.
Nel
periodo Maoista (1949-1976), e prima delle riforme di Deng (1978-1992), questi
campi di concentramento venivano utilizzati prevalentemente per reprimere le
opposizioni al regime. Nei primi anni, i detenuti “controrivoluzionari”
costituivano il 90% dei reclusi; i processi per incarcerare gli oppositori
politici erano spesso solo una formalità, poiché la difesa poteva soltanto
invocare la clemenza della corte, ma insistere troppo nella dichiarazione di
innocenza portava ad un inasprimento della pena: “clemenza con chi confessa,
severità con chi resiste”; il sistema giudiziario non era basato sul concetto
di diritto.
E’ molto
interessante sapere che il Laojiao inizialmente non dava certezze sulla durata
della pena, al punto che alcuni detenuti arrivavano a commettere crimini più
gravi per passare al Laogai, in quanto la erano previste delle pene di durata
già prefissata. La situazione è cambiata nel 1982, quando il Comitato
centrale diffuse una serie di documenti, uno di questi afferma: “I campi del
Laogai e del Laojiao non sono solo punitivi, non si tratta di normali imprese
incaricate di produrre figure professionali: sono scuole che educano e
riformano criminali che hanno contravvenuto alla Legge”. La durata massima
della condanna al Laojiao venne stata stabilita a tre anni. Nel periodo Maoista
i condannati al Laojiao erano reclusi solitamente per 20 anni, mentre nel
periodo Denghista la durata non superava i 10 anni.
Questo
particolare sistema di lavoro si è sviluppato sotto l’esempio dei Gulag
dell’età di Stalin, legati al piano quinquennale il cui obiettivo era la
rapida industrializzazione dell’Unione Sovietica, detenendo in strutture
carcerarie gli avversari del potere sovietico, sfruttandoli per arricchire la
Nazione, per esportare le materie prime in cambio di tecnologia occidentale. I
Gulag Sovietici prevedevano la “punizione e la rieducazione politica attraverso
il lavoro” e, come i Laogai, prevedevano lavoro forzato esercitato in
condizioni orribili di fame, sporcizia, terrore, violenze e sfruttamento fino
all’esaurimento. Ciò che differenzia queste due tipologie di campi di
concentramento, tanto simili quanto differenti, è la peculiarità da cui è
caratterizzata la variante cinese: la volontà dichiarata di cambiare l’uomo,
il lavaggio del cervello.
Il
sistema prevede tre fasi, durante le quali i carcerati devono riconoscere le
proprie colpe e i propri crimini, devono accusarsi e auto-criticarsi per averle
compiute e devono sottomettersi alle autorità tramite un processo di
pentimento pubblico con atto di soggezione al lavoro, arrivando così a
sconvolgere la propria personalità e a dare la completa adesione al potere che
li sovrasta. Il rimorso non è sufficiente: ci vuole il pentimento.
I
principi della critica e dell’autocritica possono essere ricondotti a quattro
regole principali:
1. L’ideale è che la confessione
sia spontanea e volontaria, che si produca autonomamente nel momento in cui il
cittadino commetta un errore o infranga una regola.
- Se ciò non accade, è necessario
“prestargli assistenza” per consentigli di riconoscere i suoi errori e i
suoi crimini.
- Se questa “assistenza” non da alcun frutto,
allora devono entrare in gioco le “critiche mosse con buona volontà mosse
da persone ben intenzionate”.
- In ultima istanza, una volta applicati
tutti i metodi disponibili, viene posto il colpevole in condizioni di non
nuocere, con tutta la severità che merita.
I
prigionieri tramite delle “sessioni di studio” forzato giornaliere, una lunga
confessione scritta, lunghe e insopportabili sedute di indottrinamento, vengono
portati a riconoscere quanto fosse sbagliato il loro modo di pensare,
profondamente differente dall’unico modo consentito e corretto; queste sessioni
di studio sono seguite da autocritiche e punizioni, autodenunce e
autoflagellazioni, tutte volte a capire gli sbagli fatti in precedenza.
Ciascuno deve non soltanto riformare se stesso, ma aiutare gli altri a fare la
stessa cosa e, addirittura, denunciare chi si rifiuta di cambiare.
Nei
Gulag sovietici, invece, non ci fu mai un tentativo di modificare il pensiero
dei civili da parte dello Stato.
Queste
“sessioni di studio” vengono messe in pratica dopo ore di lavoro forzato che si
aggirano intorno alle 16-18 ore al giorno e variano da campo a campo, in base
al tipo di attività che si svolge, ovvero industriale, agricola o estrattiva:
i turni prevedono pesantissimi turni in miniera, nei campi, nelle fabbriche, in
condizioni pericolosissime e malsane, tutto volto a vantaggio del Regime
Comunista Cinese e di numerose imprese che investono in Cina: i Laogai vengono
utilizzati come mezzo ulteriore per aumentare i profitti a costo quasi pari a
zero.
Le
merci prodotte nei Laogai possono essere di qualsiasi tipo: dalle scarpe, ai
giocattoli, ai macchinari e parti meccaniche di ogni tipo, prodotti chimici,
profumi e saponi, materiali estratti dalle miniere, thè e vino ecc; la Laogai
Research Foundation, insieme ad altri gruppi umanistici, hanno individuato
alcune merci prodotte nei Laogai sui mercati internazionali, nonostante le
autorità cinesi le camuffino per renderle impossibile da riconoscere.
Purtroppo,
per il regime cinese, i Laogai restano la forma di detenzione più efficace per
garantire una grande quantità di manodopera a costo zero ed è importante dal
punto di vista economico poiché contribuisce anche a conquistare i mercati
stranieri. Inizialmente tutto quello che veniva prodotto (ovvero oggetti
facilmente assemblabili), era destinato al mercato interno, ma con il passare
degli anni si è iniziato a produrre di tutto: dai giocattoli agli
elettrodomestici, destinati al mercato mondiale. Tuttavia, in alcuni Paesi
europei la produzione delle merci fabbricate con questa modalità è proibita e
molto spesso si richiede l’applicazione di un’etichetta che garantisca
l’estraneità rispetto al sistema dei Laogai.
I campi
sono organizzati secondo un modello militare, con la suddivisione dei
prigionieri in squadroni, compagnie, battaglioni, distaccamenti e brigate. Uno
squadrone comprende 10-15 detenuti, 10-15 squadroni formano una compagnia, con
quattro o cinque responsabili di compagnia; 8-12 compagnie formano un
battaglione e diversi battaglioni formano un distaccamento.
Le
condizioni di vita dei prigionieri sono orribili, sono marchiati uno ad uno,
non hanno letti su cui dormire, non hanno cibo da poter mangiare, hanno la
testa rasata a zero. Gli alloggi variano secondi il tipo di produzione, da
edifici in muratura, a baracche, capanne di legno. Alcune testimonianze
affermano che i detenuti che lavorano nei campi, sono in qualche modo fortunati
perché possono sfamarsi da soli con rane, serpenti, ratti, soia e riso che
trovano mentre lavorano.
Negli
anni si è capito anche dell’utilizzo di varie torture che vengono attuate per
obbligare la vittima a fornire informazioni, o per riformarla e modificarle il
comportamento o il modo di pensare: alcune sono la camicia di forza, scariche
elettriche o pestaggi con un bastone elettrico, sospensioni per le braccia,
pestaggi, isolamento forzato per diversi giorni senza cibo in celle di due
massimo tre metri cubi, gli aghi (metodo che consiste nell’infilare degli aghi
d’acciaio di circa 10 centimetri sul collo, schiena, petto e altre parti
sensibili, così in profondità che risulta difficile tirarli fuori), la panca
della tigre (la vittima si siede su una panca di ferro con le ginocchia legate
alla panca, le mani legate dietro il petto o appoggiate sulle ginocchia, e la
vittima viene obbligata a stare dritta senza poter fare alcun movimento), il
letto dei morti (consiste nel legare la vittima con le braccia dietro la
schiena e il collo legato alle gambe, poi viene incastrata sotto un letto e
costretta a rimanere in quella posizione per molti giorni), abusi sessuali con
vari strumenti (tortura riservata alle donne), il letto di stiramento (le mani
e i piedi della vittima vengono legate a degli anelli e portato a stiramento
estremo; se applicata troppa forza la vittima muore all’istante, altrimenti,
passati 10 minuti, le ossa degli arti si slegano e la vittima rimane disabile
in modo permanente), ma ve ne sono molte altre ancora. Ecco perché molti
spesso ricorrono al suicidio come unica soluzione.
Anche
all’inizio degli anni Novanta i campi continuavano ad essere al centro
dell’apparato di Controllo del partito, anche se le cifre sembrerebbe che
fossero in ribasso. Dal 29 dicembre 1994 il termine Laogai è stato sostituito
dal termine “Prigione”: al suo posto viene impiegato il termine Giayu; la
“Gazzetta legislativa” del 7 gennaio 1995 scrive: “Il cambiamento di
denominazione del Laogai è imposto dai legami con la comunità internazionale
e risulta proficuo nell’ambito della nostra lotta per i diritti dell’uomo sul
piano internazionale8.
Nonostante
la scomparsa della parola Laogai, il suo utilizzo, i metodi, la funzione, il
carattere e i compiti sono rimasti invariati: si parla sempre di
sovraffollamento, uniforme obbligatoria con numero di matricola, condizioni
pessime, produzione mineraria, tessile e meccanica, orari di lavoro.
La
riforma di apertura non ha comunque modificato la sorte di milioni di donne e
uomini rinchiusi all’interno dei campi.
6 J.-L. Domenach, op. cit., p.103
7 Ivi, p.90. ; (3)J.L. Domenach, op. cit., p.103
8 H.Wu, Retour au laogai, cit., p.231
domenica 9 marzo 2025
INFOCESVAM N. 1 del 2025 Gennaio Febbraio 2025
INFOCESVAM
BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE
MILITARE
centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
Canale You Tube: ISTITUTONASTROAZZURRO. - CESVAM
____________________________________________________________________
ANNO XII, 61/62/, N. 1, Gennaio
Febbraio 2025, 1 marzo 2025
XII/1/951 La
decodificazione di questi numeri è la seguente: XII anno di edizione, 1 il
Bimestre di edizione di INFOCESVAM, 951 il numero della comunicazione dal
numero 1 ad oggi. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di
informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti
dell’Istituto del Nastro Azzurro, in funzione del supporto scientifico alla
offerta formativa dei Master. Inoltre dal gennaio 2023 ha assunto anche la
funzione di aggiornamento delle attività di implementazione dell’Archivio
Digitale Albo d’Oro Nazionale Dei Decorati al Valor Militare Italiani e
Stranieri dal 1793 ad oggi, con la pubblicazione di un ANNESSO. L’ultima
indicazione aggiorna o annulla la precedente riguardante lo stesso argomento
XII/1/952 – Aggiornamento
Blog – Sinossi – www.atlanteamerica.blogspot.com.
Carte e commenti sulla nuova visione della Amministrazione Trump. Nel mese di
febbraio ha avuto 1267 contatti, per un totale di 30 040. I post pubblicati
sono 520
XII/1/953 – Questo numero
di Infocesvam è dedicato principalmente ai risvolti statistici e alla situazione
dei Blog attivi sia storici che geografici che associativi.
XII/1/954 - La sessione
di laurea invernale (10 marzo 2025) del Master di 1. Liv. in “Terrorismo ed
antiterrorismo internazionale. Obiettivi, Piani Mezzi” si terrà il 10 marzo
2025. Si laureeranno 7 candidati. Tutti hanno espresso il desiderio di avviare
la collaborazione con il CESVAM (www.unicusano.it/master)
XII/1/955 Blog
www.ilregnodelsud.blogspot.com. ha completato alla data odierna i suoi
blog. È stato trattato il tema del I
Fronte della Guerra di Liberazione in vista dell’80 anniversario della fine
della guerra di Liberazione
XII/1/957 - Gli articoli,
note ed altro materiale per la rivista QUADERNI devono essere inviati alla
Redazione (quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org)
entro il 15 aprile 2025 p.v., per la valutazione e la preparazione del N. 2 del
2025. (Uscita giugno 2025)
XII/1/958 - Nei 11 blog
di Storia nel mese di gennaio 2025 i contatti sono stati 3429 (dicembre 2024:
3129) in totale. Con un aumento rispetto al mese precedente di circa 300 unità pari
ad un aumento del 20%.
XII/1/959 – Consegna
dell’Emblema Araldico. La Federazione Regionale delle Marche, in collaborazione
e su input del CESVAM ha organizzato il 16 gennaio 2925 a Recanati la Consegna
dell’Emblema araldico ai congiunti della MOVM Mario Alessandro Ceccaroni.
XII/1/960. A partire da giovedì
8 gennaio 2025 è stato aperto un Canale You Tube dedicato all’Istituto del
Nastro Azzurro. Tale Canale è stato inteso come vetrina dell’Istituto del
Nastro Azzurro e presenterà nel primo trimestre 2025 i Quadri componenti il
Manifesto del Centenario (vds). I video saranno trasmessi ogni giovedì, (ore 08.00).
Titolo Canale ISTITUTO NASTRO AZZURRO CESVAM
XII/1/961 – In
distribuzione il n. 4 del 2024 della Rivista QUADERNI. Numero Copie su carta
250, di cui 200 in distribuzione, 10 Archivio Emeroteca, 40 a disposizione
XII/1/962 - Nei 11 blog
di Storia nel mese di febbraio 2025 i contatti sono stati 6433 (febbraio 2025:
3429 in totale. Con un aumento rispetto al mese precedente di circa 3009 unità
pari ad un aumento del 1000%., in pratica i contatti si sono raddoppiati
XII/1/963 – Il 27 febbraio
2025 al Museo dei Granatieri Roma è stato presentato il 1 volume “Storia
Militare della Guerra Russo-Ucraina.1917 -2014 Volume I, Palladium Edizioni,
2024. Autori Giovanni Cecini e Mirco Campochiari. Il volume entra nelle
“Letture” del Master di Politica Militare Comparata
XII/1/964 – Il Blog www.unucispoleto.blospto.com
dal 1 gennaio 2025 ha assunto la denominazione di www.informazioneedintelligence.blogspot.com
. Tratta degli aspetti riguardanti il contributo alla cultura della sicurezza. Nel
mese di febbraio ha avuto 110 contatti, per un totale di 25563. I post
pubblicati sono 430
XII/1/965 – Nei 7 blog
Associativi e Divulgativi nel mese di gennaio 2025 i contatti sono stati 2133 (dicembre
2024: 2132) in totale. In pratica i contatti sono rimasti stabili né in
diminuzione né in aumento
XII/1/966 - La sessione
di laurea invernale del Master di 1. Liv. in Storia Militare Contemporanea si
terrà il 10 marzo 2025. Si laureeranno 6 candidati. Tutti hanno espresso il
desiderio di avviare la collaborazione con il CESVAM (www.unicusano.it/master)
XII/1/967 - Consegna
dell’Emblema Araldico. La Federazione Regionale delle Marche, in collaborazione
e su input del CESVAM organizzerà il 1 marzo 2925 a Potenza Picena in occasione
della Festa della Donna che cadrà il prossimo 8 marzo la Consegna dell’Emblema
araldico ai congiunti della MOVM Sergio Piermanni
XII/1/968 – Il Blog “www.uniformologia.blogspot.com
ha avuto nel mese di gennaio 2025 n. 1416 contatti (dicembre 2024 erano stati
1024). Nel mese di febbraio i contatti sono stati 1879. In totale dalla sua
apertura i contatti sono stati 12951. La tendenza per questo Bimestre è
positiva con oltre 400 contatti più ogni mese.
XII/1/969 - Nei 7 blog
Associativi e Divulgativi nel mese di febbraio 2025 i contatti sono stati 11863
(gennaio 2025: 2133) in totale. Questo aumento così vistoso è dovuto al numero
di contatti registrati per “www.valoremilitare,blogspot.com che ne ha avuto in
più 7861 rispetto al mese precedente di 9533.
XII/1/970 - L’esame
finale del Corso di approfondimento e specializzazione. in “Terrorismo ed Anti
Terrorismo internazionale si terrà il 10 (www.unicusano.it/master)
XII/1/971 - Nei 10 blog di
Carattere Geografico e Geopolitico
aggiornamento sinossi dei Master) nel mese di gennaio 2025 i contatti
sono stati 1890 in totale. Con un aumento rispetto al mese precedente (1667)
del 20%.
XII/1/972 - La Presidenza
Nazionale con circolare apposita ha chiesto ai Soci eventuali candidature per
le cariche istituzionali. La Circolare è stata inoltrata a tutti i componenti
del CESVAM. È stato proposto il Gen
Luigi Marsibilio (Federazione di Ancona) con le indicazioni di delega a
rotazione agli altri esponenti del CESVAM
XII/1/973 - Il Blog www.valoremilitare.blogspot.com ha avuto nel mese di Gennaio 2025 n. 1122 contatti (Dicembre 2024 erano stati
1122). Nel mese di febbraio i contatti sono stati 9533. In totale dalla sua apertura
i contatti sono stati 205945 La tendenza
per questo Bimestre è positiva e si rileva questo dato anomalo che il blog è
stato visitato da circa 10000 persone. Riportando l’edizione di QUADERENI ON
LINE il dato appare positivi, in chiave di divulgazione.
XII/1/974 – Nei 10 blog di
Carattere Storico nel mese di febbraio 2025 i contatti sono stati 10474 in
totale. Con un aumento rispetto al mese precedente (3726) del 289%.
XII/1/975 - Prossimo INFOCESVAM
(marzo- aprile) sarà pubblicato il 1 maggio 2025. I precedenti numeri di
Infocesvam (dal gennaio 2020) sono pubblicati su www.cesvam.org
e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM. e sui vari blog
sia storici e che geografici.
(a cura di Massimo Coltrinari)
info: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org
venerdì 28 febbraio 2025
Il Campo di Concentramento: a che serve ?
Nel nostro sistema giuridico il
principio vigente è il seguente “meglio cento colpevoli in libertà che un
innocente in prigione”. Questo assioma discende da una Costituzione che mira a
garantire il cittadino al massimo della
legalità in tema di sanzione e di pena. Tale principio è rovesciato in
quelle Costituzioni o leggi fondamentali in cui si privilegia le peculiarità
della sicurezza dello Stato che fanno premio sulle libertà individuali. Ad
esempio nella Germania Hitleriana si adottò il principio “meglio mettere degli
innocenti in prigione che rischiare di lasciarsi fuggire un nemico”. Nella
Unione Sovietica ci si preoccupava di più nel prevenire la impunità di un
colpevole che la condanna di un innocente.
Il Campo di concentramento serve ad
isolare un individuo o un gruppo di individui che lo Stato considera, in via
amministrativa, pericolosi alla sua sicurezza, o potenzialmente pericolosi o
nemici. Questo non a seguito di una pronuncia della Magistratura ma sulla base
di semplici indizi di polizia, in certi casi a prescindere o meno dallo stato
di guerra.
Negli Stati che adottano principi
garantistici, il campo di concentramento, in tempo di pace, non serve; ad esso
si ricorre in tempo di guerra per isolare i cittadini dello stato nemici siano
essi militari o civili. Nello Stato totalitario a forte connotazione ideologica
il campo di concentramento serve ad isolare dal resto della società quegli individui
o gruppi di individui che non mostrano di aver completamente accettato
l’ideologia; nel contempo il ricorso al campo di concentramento terrorizza, con
la semplice esistenza, la popolazione civile; nel contempo si ha la possibilità
di utilizzare manodopera a bassissimo costo, che viene impiegata in brandi
opere del regime oppure inserita in uno sforzo globale economico. Nello stato
ideologico totalitario, e nel corso della Storia, abbiamo avuto solo
l’esperienza nazista, il campo di concentramento è stato utilizzato come
strumento per l’epurazione sociale e razziale, o di gruppi ritenuti dannosi
alla società, come malati mentali, cronici e terminali.
Queste funzioni il campo di
concentramento le può svolgere tutte assieme o in parte, o in combinazione tra
loro. A secnda delle epoche storiche e degli Stati.
Sulla base di queste funzionisi può
avanzare una classificazione del campo di concentramento. Come primo approccio,
sulla base di quanto detto sopra, si possono individuare tre tipi di campo di
concentramento, che sviluppa la seguente
classificazione:
- campo di concentramento di
detenzione temporanea
- campo di concentramento vero e
proprio
- campo di concentramento di
sterminio
Campo di concentramento di detenzione temporanea
Il Campo di concentramento di
detenzione temporanea è il campo ove si raccolgono cittadini in via temporanea,
per esigenze particolari, contingenti. Questo tipo di campo ha una funzione
transitoria per determinate circostanze. Tipico di questa categoria è il campo
di concentramento per prigionieri di guerra; questo campo, infatti, ha una
funzione riferita alla sola durata del conflitto; a fianco di questo campo vi è
il campo di concentramento per internamento per civili, che ivi vi sono
internati solo per la durata del conflitto; i soggetti sono cittadini dello
Stato o della coalizione nemica, in cui si è in guerra; accanto ad essi vi
possono essere cittadini dello Stato che sono in disaccordo con lo Stato ( es.
contrari alla guerra, pacifisti, obbiettori di coscienza, o altre categorie di cittadini di varia
natura eversiva).
In questo tipo di campi di
concentramento non viene praticato il lavoro forzato. Il lavoro è quello
previsto dalla Convenzioni Internazionali ed è regolato e retribuito. La
funzione che essi svolgono è solo preventiva e detentiva in via provvisoria.
Sono aperti al controllo delle Organizzazioni Umanitarie Internazionali. Questo
tipo di campo è utilizzato da tutti gli Stati, a prescindere dalla loro
struttura, siano essi liberali, democratici, , dittatoriali, autoritari
totalitari ecc.
Campo di concentramento vero e proprio
Questo è il tipo di campo di
concentramento che ha una funzione precisa nell’esercizio del controllo delle
masse. Ha carattere permanente ed è aperto, a prescindere o meno dalla presenza
dello stato di guerra. Per lo più vi accoglie “nemici” interni dello Stato o
come tali vengono indicate determinate categorie di cittadini. In questo tipo
di campo vige la logica dell’abbruttimento, materiale e morale, della
rieducazione, del lavoro forzato e dell’annientamento. E’ uno strumento di
repressione e di terrore per lo Stato che lo adotta, per lo più autoritario,
totalitario e dittatoriale e rappresenta l’ultimo segmento del progetto
politico che lo stato rappresenta.
Si può dire che la individuazione
della esistenza di questo tipo di campo di concentramento rileva se uno Stato
ha fondamenti totalitari o meno.
Esempi nella Storia di questo tipo di
campi di concentramento sono stati i KZ hitleriani per il periodo 1933 -1939;
quelli del GULAG sovietico o quello del periodo di fine secolo del comunismo
cinese, il laogai.
Campo di concentramento di sterminio
Il campo di concentramento di
sterminio ha solo l’apparenza di un campo di concentramento. A rigore questo
tipo di campo di concentramento non dovrebbe essere incluso nella
classificazione che stiamo analizzando. Mentre il campo di concentramento di
detenzione temporanea ha una sua funzione in relazione allo stato di guerra e
limitata nel tempo e il campo di concentramento di internamento vero e proprio
rappresenta uno strumento di politica di
uno Stato totalitario, ed in questa ottica le due tipologie sono consequenziali
alla definizione adottata, il campo di concentramento di sterminio è una cosa a
se stante, staccata da ogni nozione di “concentrare” e controllare un gruppo di
individui in un determinato luogo.
Il campo di concentramento di
sterminio è istituito per eliminare quei gruppi di individui a cui è stata
decretata per via amministrativa la morte. Questo tipo di campo è un semplice
terminale ( in base a quelli che sono esistiti terminali ferroviari) ove chi vi
giunge non ha diritto di sopravvivere ed è destinato solo ad essere sterminato.
In apparenza vi sono baracche e filo spinato, ma la funzione di questo tipo di campo
è quella di eliminare coloro che dovrebbe ospitare. Nel corso della Storia
questo tipo di campo di concentramento è stato aperto solo sotto il regime
nazista, nel periodo 1939-1945. i Nazisti aprirono 4 campo di concentramento di
sterminio: Belzec, Chelmo, Sobibor e
Treblinka; accanto a questo aprirono altri due campi, che sono in parte
campi di concentramento veri e propri e campi di concentramento di sterminio:
Auschwitz-Birkenau e Majdanek. Chi giungeva in questi due campi subiva una
selezione: a destra chi era in grado di lavorare e doveva essere sterminato con
sfinimento da lavoro; a sinistra donne, vecchi, bambini e non abili al lavoro
che doveva essere sterminato immediatamente.
Questa classificazione permette di
individuare tutti i campi di concentramento che gli Stati hanno aperto. Come
già accennato, gli Stati che si definiscono liberali o democratici, coinvolti
in un conflitto, hanno aperto campi di concentramento di detenzione temporanea.
Vedremo più avanti che sono stati aperti campi di concentramento di detenzione
temporanea al di fuori del conflitto da parte di Stati che si definiscono
liberali e democratici. Esempi possono essere fatti riferendoci alla Gran
Bretagna ed ai campi di concentramento aperti in Palestina prima e dopo il
1939-1945. [1]
Altro esempio si può fare con il campo di concentramento di detenzione
temporanea alla base di Guantanamo Bey[2]
Gli Stati autoritari, dittatoriali o totalitari fanno
ricorso al campo di concentramento vero e proprio che utilizzano come strumento
di azione politica per il raggiungimento dei loro fini, e in caso di conflitto
anche loro ricorrono, integrandoli con quelli esistenti, a campi di
concentramento di detenzione temporanea. Solo il regime nazista, in Germania,
dal 1939-1945 ha prodotto il campo di concentramento di sterminio; nemmeno il
sistema concentrazionario sovietico nella sua massima espressione arrivò a
questa tipologia.
Definiti questi tre tipi di campo di
concentramento che rappresentano la classificazione superiore, vi sono allo
stato pratico sottotipi di campi di concentramento, che però si rifanno sempre
a questa classificazione.
In una visione empirica ed osservando
la fenomenologia, possiamo elencare come sottotipi di campo di concentramento i
seguenti campi:
- speditivi
- occasionali
- di raccolta
- di transito
- di smistamento
- di assegnazione
- di lavoro
- di punizione
Occorre introdurre il concetto, nella
classificazione dei sottotipi di campo di concentramento, che per campo di
concentramento si deve superare lo stereotipo baracca –altana recinto di filo
spinato. Infatti è un campo di concentramento anche una villa in aperta
campagna ove sono raccolte delle persone che non possono lasciare la villa e
che devono seguire un determinato regolamento, fatto rispettare da agenti dello
Stato. E’ il caso dell’Italia del periodo 1938 -1943 in cui molti gruppi di
cittadini di origine ebrea furono relegati in case di campagna, ville,
strutture semipermanenti. Ancora rifacendosi all’Italia a cittadini di Stati
nemici, sempre nel periodo 1940-1943, che furono “internati” in luoghi scelti a
seconda delle circostanze. In questo caso si parla di campi di concentramento
occasionali.
Nella prigionia di guerra, nel
momento in cui termina il combattimento e inizia, sotto il profilo operativo,
lo sfruttamento del successo, si attua la fase della raccolta e invio
“all’indietro” dei prigionieri. In questo caso, questi sono raccolti in luoghi
organizzati “sul tamburo”: in questo caso si parla di campi di concentramento
speditivi.
L’organizzazione poi è tale che da
questi campi speditivi, la cui permanenza e breve si passa a campi di
concentramento di raccolta, e via via, di transito, e di smistamento, i cui
termini già indicano la funzione, per giungere al campo di concentramento
definitivo, che è quello di assegnazione.
Poi a seconda delle funzioni possiamo
avere i campi di concentramento di lavoro[3]
e di punizione, ove in questi sono raccolti elementi che non rispettano i
regolamenti o sono ritenuti più pericolosi degli altri e meritano un
trattamento più severo.
Una classificazione che si basa sulla
violenza che uno Stato intende esercitare nei confronti dei propri cittadini o
dei cittadini nemici o comunque stranieri che considera nemici è quella dovuta
ad Hannah Arendt, che prende a paragone quello che attende, secondo la
concezione cristiana, l’uomo dopo la sua morte fisica. Una classficazione che
adotta il principio che per certe categorie di uomini quello che lo attende
nell’aldilà già lo sperimenta su questa terra.
giovedì 20 febbraio 2025
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[1]
Si tratta
della raccolta dei rapporti segreti del servizio di Sicurezza della SS sulla
situazione del Reich, in cui si può trovare descritto l’odio verso gli italiani
e il desiderio di vendetta sugli internati da parte della popolazione tedesca.
Nel volume XV si afferma che il popolo italiano per quello che ha fatto deve
essere considerato “feccia dell’umanità”.
[2]
Il volume,
realizzato in collaborazione con l'ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati
Politici nei campi nazisti) consta di 623 voci, ognuna riportante una breve
scheda informativa. In Appendice è riportata la Legge 24.9.1977 della
Repubblica Federale Tedesca nella quale è riportato l'elenco ufficiale dei
lager nazisti.
[3]
Si
segnala il I Volume contenente l’atto d’accusa e la sentenza importanti per
l’interpretazione del genere di guerra condotta dalla Germania e la genesi dei
crimini di guerra, il vol IV con riferimento specifico agli internati italiani;
nel vol V la circolare di Bormann del 28 settembre 1943 per l’impiego contro le
leggi di guerra degli internati italiani nell’industria bellica tedesca.
[4]
In particolare Volume I: Vichy-Auschwitz; Volume
II: Le calendier de la persecution des Juif de France, juliet 1940-aout
1942; volume III Le calendier de la persecution des Juif de France septembre
1942- aout 1944, Volume IV: Le memorial des enfant juifs deportes de
France;
[5]
Bibliografia
ragionata contenete n. 1001 voci compilata da Susani L. e Longo V.,
comprendente opere relative alla seconda guerra mondiale non solo nei suoi
aspetti militare, politico ed economico ma anche minori, compresi quelli della
deportazione, della prigionia, della guerra partigiana ecc. È preceduto da un
indice per materia
[6]
Questo
volume aggiorna a tutto il 1955 le precedenti pubblicazioni dell'Ufficio
Storico dello SME. Questa edizione include 2486 titoli di opere per ordine
alfabetico d'autore. Sotto ogni titolo una breve scheda informativa. Una
ripartizione per matria, "a chiave numerica" agevola la
consultazione.
[7]
Bibliografia
contenete 483 voci, compilata da Suani L., compilata con gli stessi criteri del
volume del 1949.
Ministero della Difesa, Stato Maggiore
dell'esercito, Ufficio Storico, Saggio
bibliografico sulla seconda guerra mondiale, Roma, Tipografia Regionale,
1949. Bibliografia ragionata contenete n. 1001 voci compilata da Susani L. e
Longo V., comprendente opere relative alla seconda guerra mondiale non solo nei
suoi aspetti militare, politico ed economico ma anche minori, compresi quelli
della deportazione, della prigionia, della guerra partigiana ecc. È preceduto
da un indice per materia. Da questa opera si è partiti per articolare la presente
bibliografia.
[8]
Questo
volume aggiorna a tutto il 1955 le precedenti pubblicazioni dell'Ufficio
Storico dello SME. Questa edizione include 2486 titoli di opere per ordine
alfabetico d'autore. Sotto ogni titolo una breve scheda informativa. Una ripartizione
per materia, "a chiave numerica" agevola la consultazione.
[9]
È
citato in modo indiretto l'accordo di Eldoret e l'attività del gen. Nasi a
favore dei prigionieri.
[10]
Opera di carattere generale sulla prigionia militare
italiana nella seconda guerra mondiale. Divisa in due parti: la prima tratta
della prigionia in Africa e dei campi inglesi in Sud Africa, Palestina India e
della prigionia statunitense. Nella seconda la prigiona dopo l’armistizio, con
una panoramica sui campi di prigiona in Urss, nei Balcani, negli Stati Uniti,
India, Germania e Polonia. La bibliografia, molto accurata, riporta con elenco
e scheda riassuntiva i volumi citati.
[11]
Il volume narra la storia della Croce Rossa
Internazionale con riferimenti analitici al testo della Convenzione del 1929
sui prigionieri di guerra. Utile per comprendere quello che avrebbe dovuto
essere il trattamento giuridico umanitario e militare dei prigionieri di guerra