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martedì 18 marzo 2025

Tesi di Laurea . Elda Franchi. Terrorismo. I Campi di concentramento in Cina.

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                         

ANNO ACCADEMICO 2023/2024

(dalla presente tesi si estrae il paragrafo  - capitolo III - I Laogai: storia ed utilizzo)


 I Laogai: storia e utilizzo

Il sistema carcerario cinese si divide in vari livelli, caratterizzati da diversi gradi di controllo e di repressione: esistono, infatti, i campi di riforma attraverso il lavoro, i campi di rieducazione attraverso il lavoro e i campi di destinazione professionale obbligatoria. Il termine Laogai, la cui traduzione letteraria è “riforma attraverso il lavoro”, indica una particolare forma di lavoro forzato della Repubblica Popolare Cinese e, se utilizzato in termine restrittivo, indica un vero e proprio campo di concentramento. Questo termine ha assunto un significato generico e designa tutta la realtà concentrazionaria cinese. I Laojiao, letteralmente “rieducazione attraverso il lavoro”, sono previsti per coloro che hanno compiuto reati minori, per coloro che hanno commesso “errori” più che “crimini” e che non vengono quindi classificati come criminali. La particolarità di questo tipo di carcere sta nell’indottrinamento politico caratterizzato da sessioni di studio giornaliere dopo ore di lavoro forzato, nel quale i carcerati conservano i diritti civili per tutta la loro permanenza nel campo. Infine i Jiujie, letteralmente “destinazione professionale obbligatoria”, inflitta prima del 1961 ai detenuti che venivano rieducati attraverso il lavoro, e vista come una forma indiretta di reclusione poichè i detenuti ricevono un salario mensile in quanto fsia prevista l’assegnazione di un lavoro all’interno di una struttura carceraria, possono ancora godere dei diritti civili, godono di libertà di movimento e possono uscire ogni quindici giorni, prendono i pasti alla caffetteria e soprattutto hanno a disposizione dormitori, mense e sale di lettura. Alcuni possono addirittura avere una settimana di ferie l’anno per tornare a casa. In questa tipologia di carcere, la pena non è stabilita con precisione, non si conosce mai con esattezza la durata dell’incarceramento, e i lavoratori dei Jiuye non scelgono né l’impiego che andranno a svolgere, né il luogo del campo dove andranno a lavorare, lavorano complessivamente otto ore al giorno per sei giorni la settimana, non lavorano inoltre sotto sorveglianza armata, ma la Sicurezza Pubblica sovrintende tutto tramite delle norme ben precise. I Laogai rimangono il sistema carcerario più diffuso in Cina per prigionieri politici, dissidenti, rivoluzionari, criminali, nemici dello stato, nemici del popolo, donne e uomini appartenenti a minoranze etniche come gli Uiguri.

I Laogai furono istituiti da Mao Zedong nel 1950 basandosi sull’esempio sovietico dell’URSS e dei Gulag, anche se il lavoro forzato con scopi primitivi era una realtà presente già nel XVIII secolo con la dinastia Qing; esistono esempi precisi di questa collaborazione cino-sovietica negli anni cinquanta, dove degli esperti russi parteciparono al Comitato di Gestione della Riforma mediante il lavoro degli elementi reazionari del nord-ovest, all’estremismo del campo di Shinjing (nel Canton), e all’organizzazione del lavoro forzato in una miniera di carbone vicino a Fushun, per l’esattezza nel campo di Caohying a Shanghai.6

Dalla campagna contro la destra del 1958, l’irrigidimento politico si tradusse nel lavoro forzato, non vi erano più orari, si lavorava persino 16 ore al giorno, a volte anche di più. I primi campi fecero la loro comparsa nelle zone controllate dai comunisti, con un primo periodo un po’ caotico e con diverse sanzioni e torture verso i carcerati, erano campi caratterizzati da violenza brutale e sbrigativa, e l’orizzonte principale per i detenuti era la morte per fucilazione.

I Laogai si iniziarono ad organizzare in maniera più uniforme nel 1952-1953 dopo una prima riunione nazionale nel giugno del 1952 sul lavoro e l’indirizzo che i Laogai avrebbero dovuto assumere, ossia di una politica che combinava la rieducazione attraverso il lavoro. I Laogai avevano due scopi principali, quello divulgato di “riabilitare” i criminali attraverso il lavoro e l’indottrinamento politico, e quello celato di creare la manodopera necessaria per poter generare un favorevole sviluppo economico a costo quasi pari a zero. I primi prigionieri arrivarono già nel 1951, anno importante perché ci fu la riforma agraria, e per via della ridistribuzione delle terre vennero incarcerati molti proprietari terrieri e contadini; nello stesso anno vennero catturati anche dei trafficanti di oppio, delle donne accusate di prostituzione e uomini accusati di gioco d’azzardo. Nel 1951, il numero di Laogai presenti in Cina era pari a 292.

Dal 1954 al 1957 seguì una fase di relativa distensione, quasi da far pensare che i campi fossero scomparsi. La situazione peggiorò nuovamente nel 1961, e la mortalità aumentò: le razioni di cereali vennero sostituiti dalle erbe, steli delle spighe di mais, pula di cereali, foglie di patata, alghe, residui della spremitura di piante oleose7; nel 1961 la situazione peggio a tal punto che molti chiesero aiuto alle famiglie che vivevano nelle regioni meno colpite col fine di racimolare un po’ di cibo. La differenza rispetto ai campi sovietici è che li le guardie hanno sempre avuto cibo a sufficienza, come nei campi Nazisti, mentre nei Laogai pure i guardiani soffrivano.(3) Mao si rifiutava di riconoscere la catastrofe da lui stesso provocata, e venivano applicati i regolamenti normali, la disciplina era sempre più rigida, gli altoparlanti continuavano a diffondere il Verbo del Partito, mentre i detenuti erano costretti a cercare vermi, grano, o cereali non del tutto assimilati nello sterco di vacca e di cavallo, o addirittura tra gli escrementi degli ufficiali addetti alle cucine pur di sfamarsi.  

A partire dal 1972 la situazione iniziò ad acquistassi, anche se l’igiene e il cibo rimasero mediocri e la disciplina severa; per ogni detenuto diminuì il tempo dedicato allo “studio”, che risultava al momento meno efficace, ma rimaneva vigile il principio secondo il quale la liberazione del detenuto dipendesse dal suo comportamento all’interno del campo.

Nel periodo Maoista (1949-1976), e prima delle riforme di Deng (1978-1992), questi campi di concentramento venivano utilizzati prevalentemente per reprimere le opposizioni al regime. Nei primi anni, i detenuti “controrivoluzionari” costituivano il 90% dei reclusi; i processi per incarcerare gli oppositori politici erano spesso solo una formalità, poiché la difesa poteva soltanto invocare la clemenza della corte, ma insistere troppo nella dichiarazione di innocenza portava ad un inasprimento della pena: “clemenza con chi confessa, severità con chi resiste”; il sistema giudiziario non era basato sul concetto di diritto.

E’ molto interessante sapere che il Laojiao inizialmente non dava certezze sulla durata della pena, al punto che alcuni detenuti arrivavano a commettere crimini più gravi per passare al Laogai, in quanto la erano previste delle pene di durata già prefissata. La situazione è cambiata nel 1982, quando il Comitato centrale diffuse una serie di documenti, uno di questi afferma: “I campi del Laogai e del Laojiao non sono solo punitivi, non si tratta di normali imprese incaricate di produrre figure professionali: sono scuole che educano e riformano criminali che hanno contravvenuto alla Legge”. La durata massima della condanna al Laojiao venne stata stabilita a tre anni. Nel periodo Maoista i condannati al Laojiao erano reclusi solitamente per 20 anni, mentre nel periodo Denghista la durata non superava i 10 anni.

Questo particolare sistema di lavoro si è sviluppato sotto l’esempio dei Gulag dell’età di Stalin, legati al piano quinquennale il cui obiettivo era la rapida industrializzazione dell’Unione Sovietica, detenendo in strutture carcerarie gli avversari del potere sovietico, sfruttandoli per arricchire la Nazione, per esportare le materie prime in cambio di tecnologia occidentale. I Gulag Sovietici prevedevano la “punizione e la rieducazione politica attraverso il lavoro” e, come i Laogai, prevedevano lavoro forzato esercitato in condizioni orribili di fame, sporcizia, terrore, violenze e sfruttamento fino all’esaurimento. Ciò che differenzia queste due tipologie di campi di concentramento, tanto simili quanto differenti, è la peculiarità da cui è caratterizzata la variante cinese: la volontà dichiarata di cambiare l’uomo, il lavaggio del cervello.

Il sistema prevede tre fasi, durante le quali i carcerati devono riconoscere le proprie colpe e i propri crimini, devono accusarsi e auto-criticarsi per averle compiute e devono sottomettersi alle autorità tramite un processo di pentimento pubblico con atto di soggezione al lavoro, arrivando così a sconvolgere la propria personalità e a dare la completa adesione al potere che li sovrasta. Il rimorso non è sufficiente: ci vuole il pentimento.

I principi della critica e dell’autocritica possono essere ricondotti a quattro regole principali:

1.      L’ideale è che la confessione sia spontanea e volontaria, che si produca autonomamente nel momento in cui il cittadino commetta un errore o infranga una regola.

  1. Se ciò non accade, è necessario “prestargli assistenza” per consentigli di riconoscere i suoi errori e i suoi crimini.
  2. Se questa “assistenza” non da alcun frutto, allora devono entrare in gioco le “critiche mosse con buona volontà mosse da persone ben intenzionate”.
  3. In ultima istanza, una volta applicati tutti i metodi disponibili, viene posto il colpevole in condizioni di non nuocere, con tutta la severità che merita.

I prigionieri tramite delle “sessioni di studio” forzato giornaliere, una lunga confessione scritta, lunghe e insopportabili sedute di indottrinamento, vengono portati a riconoscere quanto fosse sbagliato il loro modo di pensare, profondamente differente dall’unico modo consentito e corretto; queste sessioni di studio sono seguite da autocritiche e punizioni, autodenunce e autoflagellazioni, tutte volte a capire gli sbagli fatti in precedenza. Ciascuno deve non soltanto riformare se stesso, ma aiutare gli altri a fare la stessa cosa e, addirittura, denunciare chi si rifiuta di cambiare.

Nei Gulag sovietici, invece, non ci fu mai un tentativo di modificare il pensiero dei civili da parte dello Stato.

Queste “sessioni di studio” vengono messe in pratica dopo ore di lavoro forzato che si aggirano intorno alle 16-18 ore al giorno e variano da campo a campo, in base al tipo di attività che si svolge, ovvero industriale, agricola o estrattiva: i turni prevedono pesantissimi turni in miniera, nei campi, nelle fabbriche, in condizioni pericolosissime e malsane, tutto volto a vantaggio del Regime Comunista Cinese e di numerose imprese che investono in Cina: i Laogai vengono utilizzati come mezzo ulteriore per aumentare i profitti a costo quasi pari a zero.

Le merci prodotte nei Laogai possono essere di qualsiasi tipo: dalle scarpe, ai giocattoli, ai macchinari e parti meccaniche di ogni tipo, prodotti chimici, profumi e saponi, materiali estratti dalle miniere, thè e vino ecc; la Laogai Research Foundation, insieme ad altri gruppi umanistici, hanno individuato alcune merci prodotte nei Laogai sui mercati internazionali, nonostante le autorità cinesi le camuffino per renderle impossibile da riconoscere.

Purtroppo, per il regime cinese, i Laogai restano la forma di detenzione più efficace per garantire una grande quantità di manodopera a costo zero ed è importante dal punto di vista economico poiché contribuisce anche a conquistare i mercati stranieri. Inizialmente tutto quello che veniva prodotto (ovvero oggetti facilmente assemblabili), era destinato al mercato interno, ma con il passare degli anni si è iniziato a produrre di tutto: dai giocattoli agli elettrodomestici, destinati al mercato mondiale. Tuttavia, in alcuni Paesi europei la produzione delle merci fabbricate con questa modalità è proibita e molto spesso si richiede l’applicazione di un’etichetta che garantisca l’estraneità rispetto al sistema dei Laogai.

I campi sono organizzati secondo un modello militare, con la suddivisione dei prigionieri in squadroni, compagnie, battaglioni, distaccamenti e brigate. Uno squadrone comprende 10-15 detenuti, 10-15 squadroni formano una compagnia, con quattro o cinque responsabili di compagnia; 8-12 compagnie formano un battaglione e diversi battaglioni formano un distaccamento.

Le condizioni di vita dei prigionieri sono orribili, sono marchiati uno ad uno, non hanno letti su cui dormire, non hanno cibo da poter mangiare, hanno la testa rasata a zero. Gli alloggi variano secondi il tipo di produzione, da edifici in muratura, a baracche, capanne di legno. Alcune testimonianze affermano che i detenuti che lavorano nei campi, sono in qualche modo fortunati perché possono sfamarsi da soli con rane, serpenti, ratti, soia e riso che trovano mentre lavorano.

Negli anni si è capito anche dell’utilizzo di varie torture che vengono attuate per obbligare la vittima a fornire informazioni, o per riformarla e modificarle il comportamento o il modo di pensare: alcune sono la camicia di forza, scariche elettriche o pestaggi con un bastone elettrico, sospensioni per le braccia, pestaggi, isolamento forzato per diversi giorni senza cibo in celle di due massimo tre metri cubi, gli aghi (metodo che consiste nell’infilare degli aghi d’acciaio di circa 10 centimetri sul collo, schiena, petto e altre parti sensibili, così in profondità che risulta difficile tirarli fuori), la panca della tigre (la vittima si siede su una panca di ferro con le ginocchia legate alla panca, le mani legate dietro il petto o appoggiate sulle ginocchia, e la vittima viene obbligata a stare dritta senza poter fare alcun movimento), il letto dei morti (consiste nel legare la vittima con le braccia dietro la schiena e il collo legato alle gambe, poi viene incastrata sotto un letto e costretta a rimanere in quella posizione per molti giorni), abusi sessuali con vari strumenti (tortura riservata alle donne), il letto di stiramento (le mani e i piedi della vittima vengono legate a degli anelli e portato a stiramento estremo; se applicata troppa forza la vittima muore all’istante, altrimenti, passati 10 minuti, le ossa degli arti si slegano e la vittima rimane disabile in modo permanente), ma ve ne sono molte altre ancora. Ecco perché molti spesso ricorrono al suicidio come unica soluzione.

Anche all’inizio degli anni Novanta i campi continuavano ad essere al centro dell’apparato di Controllo del partito, anche se le cifre sembrerebbe che fossero in ribasso. Dal 29 dicembre 1994 il termine Laogai è stato sostituito dal termine “Prigione”: al suo posto viene impiegato il termine Giayu; la “Gazzetta legislativa” del 7 gennaio 1995 scrive: “Il cambiamento di denominazione del Laogai è imposto dai legami con la comunità internazionale e risulta proficuo nell’ambito della nostra lotta per i diritti dell’uomo sul piano internazionale8.

Nonostante la scomparsa della parola Laogai, il suo utilizzo, i metodi, la funzione, il carattere e i compiti sono rimasti invariati: si parla sempre di sovraffollamento, uniforme obbligatoria con numero di matricola, condizioni pessime, produzione mineraria, tessile e meccanica, orari di lavoro.

La riforma di apertura non ha comunque modificato la sorte di milioni di donne e uomini rinchiusi all’interno dei campi.



6 J.-L. Domenach, op. cit., p.103

7 Ivi, p.90. ; (3)J.L. Domenach, op. cit., p.103

8 H.Wu, Retour au laogai, cit., p.231


domenica 9 marzo 2025

INFOCESVAM N. 1 del 2025 Gennaio Febbraio 2025

 

INFOCESVAM

BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

Canale You Tube: ISTITUTONASTROAZZURRO. - CESVAM

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ANNO XII, 61/62/, N. 1, Gennaio Febbraio 2025, 1 marzo 2025

XII/1/951 La decodificazione di questi numeri è la seguente: XII anno di edizione, 1 il Bimestre di edizione di INFOCESVAM, 951 il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto del Nastro Azzurro, in funzione del supporto scientifico alla offerta formativa dei Master. Inoltre dal gennaio 2023 ha assunto anche la funzione di aggiornamento delle attività di implementazione dell’Archivio Digitale Albo d’Oro Nazionale Dei Decorati al Valor Militare Italiani e Stranieri dal 1793 ad oggi, con la pubblicazione di un ANNESSO. L’ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente riguardante lo stesso argomento

XII/1/952 – Aggiornamento Blog – Sinossi – www.atlanteamerica.blogspot.com. Carte e commenti sulla nuova visione della Amministrazione Trump. Nel mese di febbraio ha avuto 1267 contatti, per un totale di 30 040. I post pubblicati sono 520

XII/1/953 – Questo numero di Infocesvam è dedicato principalmente ai risvolti statistici e alla situazione dei Blog attivi sia storici che geografici che associativi.

XII/1/954 - La sessione di laurea invernale (10 marzo 2025) del Master di 1. Liv. in “Terrorismo ed antiterrorismo internazionale. Obiettivi, Piani Mezzi” si terrà il 10 marzo 2025. Si laureeranno 7 candidati. Tutti hanno espresso il desiderio di avviare la collaborazione con il CESVAM (www.unicusano.it/master)

XII/1/955 Blog www.ilregnodelsud.blogspot.com. ha completato alla data odierna i suoi blog.  È stato trattato il tema del I Fronte della Guerra di Liberazione in vista dell’80 anniversario della fine della guerra di Liberazione

XII/1/957 - Gli articoli, note ed altro materiale per la rivista QUADERNI devono essere inviati alla Redazione (quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org) entro il 15 aprile 2025 p.v., per la valutazione e la preparazione del N. 2 del 2025. (Uscita giugno 2025) 

XII/1/958 - Nei 11 blog di Storia nel mese di gennaio 2025 i contatti sono stati 3429 (dicembre 2024: 3129) in totale. Con un aumento rispetto al mese precedente di circa 300 unità pari ad un aumento del 20%.

XII/1/959 – Consegna dell’Emblema Araldico. La Federazione Regionale delle Marche, in collaborazione e su input del CESVAM ha organizzato il 16 gennaio 2925 a Recanati la Consegna dell’Emblema araldico ai congiunti della MOVM Mario Alessandro Ceccaroni.

XII/1/960. A partire da giovedì 8 gennaio 2025 è stato aperto un Canale You Tube dedicato all’Istituto del Nastro Azzurro. Tale Canale è stato inteso come vetrina dell’Istituto del Nastro Azzurro e presenterà nel primo trimestre 2025 i Quadri componenti il Manifesto del Centenario (vds). I video saranno trasmessi ogni giovedì, (ore 08.00). Titolo Canale ISTITUTO NASTRO AZZURRO CESVAM

XII/1/961 – In distribuzione il n. 4 del 2024 della Rivista QUADERNI. Numero Copie su carta 250, di cui 200 in distribuzione, 10 Archivio Emeroteca, 40 a disposizione

XII/1/962 - Nei 11 blog di Storia nel mese di febbraio 2025 i contatti sono stati 6433 (febbraio 2025: 3429 in totale. Con un aumento rispetto al mese precedente di circa 3009 unità pari ad un aumento del 1000%., in pratica i contatti si sono raddoppiati

XII/1/963 – Il 27 febbraio 2025 al Museo dei Granatieri Roma è stato presentato il 1 volume “Storia Militare della Guerra Russo-Ucraina.1917 -2014 Volume I, Palladium Edizioni, 2024. Autori Giovanni Cecini e Mirco Campochiari. Il volume entra nelle “Letture” del Master di Politica Militare Comparata

XII/1/964 – Il Blog www.unucispoleto.blospto.com dal 1 gennaio 2025 ha assunto la denominazione di www.informazioneedintelligence.blogspot.com . Tratta degli aspetti riguardanti il contributo alla cultura della sicurezza. Nel mese di febbraio ha avuto 110 contatti, per un totale di 25563. I post pubblicati sono 430

XII/1/965 – Nei 7 blog Associativi e Divulgativi nel mese di gennaio 2025 i contatti sono stati 2133 (dicembre 2024: 2132) in totale. In pratica i contatti sono rimasti stabili né in diminuzione né in aumento

XII/1/966 - La sessione di laurea invernale del Master di 1. Liv. in Storia Militare Contemporanea si terrà il 10 marzo 2025. Si laureeranno 6 candidati. Tutti hanno espresso il desiderio di avviare la collaborazione con il CESVAM (www.unicusano.it/master)

XII/1/967 - Consegna dell’Emblema Araldico. La Federazione Regionale delle Marche, in collaborazione e su input del CESVAM organizzerà il 1 marzo 2925 a Potenza Picena in occasione della Festa della Donna che cadrà il prossimo 8 marzo la Consegna dell’Emblema araldico ai congiunti della MOVM Sergio Piermanni

XII/1/968 – Il Blog “www.uniformologia.blogspot.com ha avuto nel mese di gennaio 2025 n. 1416 contatti (dicembre 2024 erano stati 1024). Nel mese di febbraio i contatti sono stati 1879. In totale dalla sua apertura i contatti sono stati 12951. La tendenza per questo Bimestre è positiva con oltre 400 contatti più ogni mese.

XII/1/969 - Nei 7 blog Associativi e Divulgativi nel mese di febbraio 2025 i contatti sono stati 11863 (gennaio 2025: 2133) in totale. Questo aumento così vistoso è dovuto al numero di contatti registrati per “www.valoremilitare,blogspot.com che ne ha avuto in più 7861 rispetto al mese precedente di 9533.

XII/1/970 - L’esame finale del Corso di approfondimento e specializzazione. in “Terrorismo ed Anti Terrorismo internazionale si terrà il 10 (www.unicusano.it/master)

XII/1/971 - Nei 10 blog di Carattere Geografico e Geopolitico  aggiornamento sinossi dei Master) nel mese di gennaio 2025 i contatti sono stati 1890 in totale. Con un aumento rispetto al mese precedente (1667) del 20%.

XII/1/972 - La Presidenza Nazionale con circolare apposita ha chiesto ai Soci eventuali candidature per le cariche istituzionali. La Circolare è stata inoltrata a tutti i componenti del CESVAM.  È stato proposto il Gen Luigi Marsibilio (Federazione di Ancona) con le indicazioni di delega a rotazione agli altri esponenti del CESVAM

XII/1/973 - Il Blog www.valoremilitare.blogspot.com  ha avuto nel mese di Gennaio 2025  n. 1122 contatti (Dicembre 2024 erano stati 1122). Nel mese di febbraio i contatti sono stati 9533. In totale dalla sua apertura i contatti sono stati  205945 La tendenza per questo Bimestre è positiva e si rileva questo dato anomalo che il blog è stato visitato da circa 10000 persone. Riportando l’edizione di QUADERENI ON LINE il dato appare positivi, in chiave di divulgazione.

XII/1/974 – Nei 10 blog di Carattere Storico nel mese di febbraio 2025 i contatti sono stati 10474 in totale. Con un aumento rispetto al mese precedente (3726) del 289%.

XII/1/975 - Prossimo INFOCESVAM (marzo- aprile) sarà pubblicato il 1 maggio 2025. I precedenti numeri di Infocesvam (dal gennaio 2020) sono pubblicati su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM. e sui vari blog sia storici e che geografici.

(a cura di Massimo Coltrinari) info: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

venerdì 28 febbraio 2025

Il Campo di Concentramento: a che serve ?

 


 

Nel nostro sistema giuridico il principio vigente è il seguente “meglio cento colpevoli in libertà che un innocente in prigione”. Questo assioma discende da una Costituzione che mira a garantire il cittadino al massimo della  legalità in tema di sanzione e di pena. Tale principio è rovesciato in quelle Costituzioni o leggi fondamentali in cui si privilegia le peculiarità della sicurezza dello Stato che fanno premio sulle libertà individuali. Ad esempio nella Germania Hitleriana si adottò il principio “meglio mettere degli innocenti in prigione che rischiare di lasciarsi fuggire un nemico”. Nella Unione Sovietica ci si preoccupava di più nel prevenire la impunità di un colpevole che la condanna di un innocente.

 

Il Campo di concentramento serve ad isolare un individuo o un gruppo di individui che lo Stato considera, in via amministrativa, pericolosi alla sua sicurezza, o potenzialmente pericolosi o nemici. Questo non a seguito di una pronuncia della Magistratura ma sulla base di semplici indizi di polizia, in certi casi a prescindere o meno dallo stato di guerra.

 

Negli Stati che adottano principi garantistici, il campo di concentramento, in tempo di pace, non serve; ad esso si ricorre in tempo di guerra per isolare i cittadini dello stato nemici siano essi militari o civili. Nello Stato totalitario a forte connotazione ideologica il campo di concentramento serve ad isolare dal resto della società quegli individui o gruppi di individui che non mostrano di aver completamente accettato l’ideologia; nel contempo il ricorso al campo di concentramento terrorizza, con la semplice esistenza, la popolazione civile; nel contempo si ha la possibilità di utilizzare manodopera a bassissimo costo, che viene impiegata in brandi opere del regime oppure inserita in uno sforzo globale economico. Nello stato ideologico totalitario, e nel corso della Storia, abbiamo avuto solo l’esperienza nazista, il campo di concentramento è stato utilizzato come strumento per l’epurazione sociale e razziale, o di gruppi ritenuti dannosi alla società, come malati mentali, cronici e terminali.

 

Queste funzioni il campo di concentramento le può svolgere tutte assieme o in parte, o in combinazione tra loro. A secnda delle epoche storiche e degli Stati.

 

Sulla base di queste funzionisi può avanzare una classificazione del campo di concentramento. Come primo approccio, sulla base di quanto detto sopra, si possono individuare tre tipi di campo di concentramento, che sviluppa la  seguente classificazione:

 

- campo di concentramento di detenzione temporanea

- campo di concentramento vero e proprio

- campo di concentramento di sterminio

 

Campo di concentramento di detenzione temporanea

 

Il Campo di concentramento di detenzione temporanea è il campo ove si raccolgono cittadini in via temporanea, per esigenze particolari, contingenti. Questo tipo di campo ha una funzione transitoria per determinate circostanze. Tipico di questa categoria è il campo di concentramento per prigionieri di guerra; questo campo, infatti, ha una funzione riferita alla sola durata del conflitto; a fianco di questo campo vi è il campo di concentramento per internamento per civili, che ivi vi sono internati solo per la durata del conflitto; i soggetti sono cittadini dello Stato o della coalizione nemica, in cui si è in guerra; accanto ad essi vi possono essere cittadini dello Stato che sono in disaccordo con lo Stato ( es. contrari alla guerra, pacifisti, obbiettori di coscienza,  o altre categorie di cittadini di varia natura eversiva).

In questo tipo di campi di concentramento non viene praticato il lavoro forzato. Il lavoro è quello previsto dalla Convenzioni Internazionali ed è regolato e retribuito. La funzione che essi svolgono è solo preventiva e detentiva in via provvisoria. Sono aperti al controllo delle Organizzazioni Umanitarie Internazionali. Questo tipo di campo è utilizzato da tutti gli Stati, a prescindere dalla loro struttura, siano essi liberali, democratici, , dittatoriali, autoritari totalitari ecc.

 

Campo di concentramento vero e proprio 

 

Questo è il tipo di campo di concentramento che ha una funzione precisa nell’esercizio del controllo delle masse. Ha carattere permanente ed è aperto, a prescindere o meno dalla presenza dello stato di guerra. Per lo più vi accoglie “nemici” interni dello Stato o come tali vengono indicate determinate categorie di cittadini. In questo tipo di campo vige la logica dell’abbruttimento, materiale e morale, della rieducazione, del lavoro forzato e dell’annientamento. E’ uno strumento di repressione e di terrore per lo Stato che lo adotta, per lo più autoritario, totalitario e dittatoriale e rappresenta l’ultimo segmento del progetto politico che lo stato rappresenta.

Si può dire che la individuazione della esistenza di questo tipo di campo di concentramento rileva se uno Stato ha fondamenti totalitari o meno.

Esempi nella Storia di questo tipo di campi di concentramento sono stati i KZ hitleriani per il periodo 1933 -1939; quelli del GULAG sovietico o quello del periodo di fine secolo del comunismo cinese, il laogai.

 

Campo di concentramento di sterminio

 

Il campo di concentramento di sterminio ha solo l’apparenza di un campo di concentramento. A rigore questo tipo di campo di concentramento non dovrebbe essere incluso nella classificazione che stiamo analizzando. Mentre il campo di concentramento di detenzione temporanea ha una sua funzione in relazione allo stato di guerra e limitata nel tempo e il campo di concentramento di internamento vero e proprio rappresenta uno strumento di politica  di uno Stato totalitario, ed in questa ottica le due tipologie sono consequenziali alla definizione adottata, il campo di concentramento di sterminio è una cosa a se stante, staccata da ogni nozione di “concentrare” e controllare un gruppo di individui in un determinato luogo.

Il campo di concentramento di sterminio è istituito per eliminare quei gruppi di individui a cui è stata decretata per via amministrativa la morte. Questo tipo di campo è un semplice terminale ( in base a quelli che sono esistiti terminali ferroviari) ove chi vi giunge non ha diritto di sopravvivere ed è destinato solo ad essere sterminato. In apparenza vi sono baracche e filo spinato, ma la funzione di questo tipo di campo è quella di eliminare coloro che dovrebbe ospitare. Nel corso della Storia questo tipo di campo di concentramento è stato aperto solo sotto il regime nazista, nel periodo 1939-1945. i Nazisti aprirono 4 campo di concentramento di sterminio: Belzec, Chelmo, Sobibor e  Treblinka; accanto a questo aprirono altri due campi, che sono in parte campi di concentramento veri e propri e campi di concentramento di sterminio: Auschwitz-Birkenau e Majdanek. Chi giungeva in questi due campi subiva una selezione: a destra chi era in grado di lavorare e doveva essere sterminato con sfinimento da lavoro; a sinistra donne, vecchi, bambini e non abili al lavoro che doveva essere sterminato immediatamente.

 

Questa classificazione permette di individuare tutti i campi di concentramento che gli Stati hanno aperto. Come già accennato, gli Stati che si definiscono liberali o democratici, coinvolti in un conflitto, hanno aperto campi di concentramento di detenzione temporanea. Vedremo più avanti che sono stati aperti campi di concentramento di detenzione temporanea al di fuori del conflitto da parte di Stati che si definiscono liberali e democratici. Esempi possono essere fatti riferendoci alla Gran Bretagna ed ai campi di concentramento aperti in Palestina prima e dopo il 1939-1945. [1] Altro esempio si può fare con il campo di concentramento di detenzione temporanea  alla base di Guantanamo Bey[2]

Gli Stati  autoritari, dittatoriali o totalitari fanno ricorso al campo di concentramento vero e proprio che utilizzano come strumento di azione politica per il raggiungimento dei loro fini, e in caso di conflitto anche loro ricorrono, integrandoli con quelli esistenti, a campi di concentramento di detenzione temporanea. Solo il regime nazista, in Germania, dal 1939-1945 ha prodotto il campo di concentramento di sterminio; nemmeno il sistema concentrazionario sovietico nella sua massima espressione arrivò a questa tipologia.

 

Definiti questi tre tipi di campo di concentramento che rappresentano la classificazione superiore, vi sono allo stato pratico sottotipi di campi di concentramento, che però si rifanno sempre a questa classificazione.

 

In una visione empirica ed osservando la fenomenologia, possiamo elencare come sottotipi di campo di concentramento i seguenti campi:

- speditivi

- occasionali

- di raccolta

- di transito

- di smistamento

- di assegnazione

- di lavoro

- di punizione

 

Occorre introdurre il concetto, nella classificazione dei sottotipi di campo di concentramento, che per campo di concentramento si deve superare lo stereotipo baracca –altana recinto di filo spinato. Infatti è un campo di concentramento anche una villa in aperta campagna ove sono raccolte delle persone che non possono lasciare la villa e che devono seguire un determinato regolamento, fatto rispettare da agenti dello Stato. E’ il caso dell’Italia del periodo 1938 -1943 in cui molti gruppi di cittadini di origine ebrea furono relegati in case di campagna, ville, strutture semipermanenti. Ancora rifacendosi all’Italia a cittadini di Stati nemici, sempre nel periodo 1940-1943, che furono “internati” in luoghi scelti a seconda delle circostanze. In questo caso si parla di campi di concentramento occasionali.

Nella prigionia di guerra, nel momento in cui termina il combattimento e inizia, sotto il profilo operativo, lo sfruttamento del successo, si attua la fase della raccolta e invio “all’indietro” dei prigionieri. In questo caso, questi sono raccolti in luoghi organizzati “sul tamburo”: in questo caso si parla di campi di concentramento speditivi.

L’organizzazione poi è tale che da questi campi speditivi, la cui permanenza e breve si passa a campi di concentramento di raccolta, e via via, di transito, e di smistamento, i cui termini già indicano la funzione, per giungere al campo di concentramento definitivo, che è quello di assegnazione.

Poi a seconda delle funzioni possiamo avere i campi di concentramento di lavoro[3] e di punizione, ove in questi sono raccolti elementi che non rispettano i regolamenti o sono ritenuti più pericolosi degli altri e meritano un trattamento più severo.

 

Una classificazione che si basa sulla violenza che uno Stato intende esercitare nei confronti dei propri cittadini o dei cittadini nemici o comunque stranieri che considera nemici è quella dovuta ad Hannah Arendt, che prende a paragone quello che attende, secondo la concezione cristiana, l’uomo dopo la sua morte fisica. Una classficazione che adotta il principio che per certe categorie di uomini quello che lo attende nell’aldilà già lo sperimenta su questa terra.



[1] Vedere il secolo dei campi

[2] Vedere nota

[3] In questo caso il campo del Canale Bar Baltico Mar Bianco

giovedì 20 febbraio 2025

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[1] Si tratta della raccolta dei rapporti segreti del servizio di Sicurezza della SS sulla situazione del Reich, in cui si può trovare descritto l’odio verso gli italiani e il desiderio di vendetta sugli internati da parte della popolazione tedesca. Nel volume XV si afferma che il popolo italiano per quello che ha fatto deve essere considerato “feccia dell’umanità”.

 

[2] Il volume, realizzato in collaborazione con l'ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati Politici nei campi nazisti) consta di 623 voci, ognuna riportante una breve scheda informativa. In Appendice è riportata la Legge 24.9.1977 della Repubblica Federale Tedesca nella quale è riportato l'elenco ufficiale dei lager nazisti.

[3] Si segnala il I Volume contenente l’atto d’accusa e la sentenza importanti per l’interpretazione del genere di guerra condotta dalla Germania e la genesi dei crimini di guerra, il vol IV con riferimento specifico agli internati italiani; nel vol V la circolare di Bormann del 28 settembre 1943 per l’impiego contro le leggi di guerra degli internati italiani nell’industria bellica tedesca.

[4] In particolare Volume I: Vichy-Auschwitz; Volume II: Le calendier de la persecution des Juif de France, juliet 1940-aout 1942; volume III Le calendier de la persecution des Juif de France septembre 1942- aout 1944, Volume IV: Le memorial des enfant juifs deportes de France;

 

[5] Bibliografia ragionata contenete n. 1001 voci compilata da Susani L. e Longo V., comprendente opere relative alla seconda guerra mondiale non solo nei suoi aspetti militare, politico ed economico ma anche minori, compresi quelli della deportazione, della prigionia, della guerra partigiana ecc. È preceduto da un indice per materia

[6] Questo volume aggiorna a tutto il 1955 le precedenti pubblicazioni dell'Ufficio Storico dello SME. Questa edizione include 2486 titoli di opere per ordine alfabetico d'autore. Sotto ogni titolo una breve scheda informativa. Una ripartizione per matria, "a chiave numerica" agevola la consultazione.

 

[7] Bibliografia contenete 483 voci, compilata da Suani L., compilata con gli stessi criteri del volume del 1949.

Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell'esercito, Ufficio Storico, Saggio bibliografico sulla seconda guerra mondiale, Roma, Tipografia Regionale, 1949. Bibliografia ragionata contenete n. 1001 voci compilata da Susani L. e Longo V., comprendente opere relative alla seconda guerra mondiale non solo nei suoi aspetti militare, politico ed economico ma anche minori, compresi quelli della deportazione, della prigionia, della guerra partigiana ecc. È preceduto da un indice per materia. Da questa opera si è partiti per articolare la presente bibliografia.

[8] Questo volume aggiorna a tutto il 1955 le precedenti pubblicazioni dell'Ufficio Storico dello SME. Questa edizione include 2486 titoli di opere per ordine alfabetico d'autore. Sotto ogni titolo una breve scheda informativa. Una ripartizione per materia, "a chiave numerica" agevola la consultazione.

[9] È citato in modo indiretto l'accordo di Eldoret e l'attività del gen. Nasi a favore dei prigionieri.

[10] Opera di carattere generale sulla prigionia militare italiana nella seconda guerra mondiale. Divisa in due parti: la prima tratta della prigionia in Africa e dei campi inglesi in Sud Africa, Palestina India e della prigionia statunitense. Nella seconda la prigiona dopo l’armistizio, con una panoramica sui campi di prigiona in Urss, nei Balcani, negli Stati Uniti, India, Germania e Polonia. La bibliografia, molto accurata, riporta con elenco e scheda riassuntiva i volumi citati.

[11] Il volume narra la storia della Croce Rossa Internazionale con riferimenti analitici al testo della Convenzione del 1929 sui prigionieri di guerra. Utile per comprendere quello che avrebbe dovuto essere il trattamento giuridico umanitario e militare dei prigionieri di guerra