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venerdì 9 maggio 2025

Tesi di Laurea. Elda Franchi Terrorismo. I campi di concentramento in Cina. La pratica nei Laogay. Prievo degli organi. la Testimonianza di Harry Wu.

 Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                       

ANNO ACCADEMICO 2023/2024

(dalla presente tesi si estrare il paragrafo - capitolo III - La Testimonianza di Harry Wu)


 La pratica nei Laogai. Prelievo degli organi. La testimonianza di Harry Wu

Harry Wu è nato a Shanghai l’8 febbraio del 1937 ed è morto il 26 aprile del 2016, ha vissuto 19 anni in diversi Laogai. È stato arrestato per la prima volta nel 1956 per aver criticato il Partito Comunista Cinese durante la Campagna dei Cento Fiori, considerato cattolico e “controrivoluzionario di destra”. Dal 1960 al 1979 è stato detenuto in 12 campi di concentramento differenti, costretto ad ogni tipologia di lavoro forzato, tra cui l’estrazione di carbone, la costruzione di strade e lavorare la terra. Harry Wu, una volta libero dalla prigionia, nel 1979, è emigrato negli USA nel 1985, dove ha cominciato a scrivere delle sue esperienze nei Laogai, dedicandosi nel 1992 esclusivamente all’ attivismo e alla denuncia delle violazioni dei diritti umani in Cina. Ha fondato la Laogai Research Foundation nel 1992, fungendo da testimone principale di questa storia di schiavitù.

Wu ha ricevuto il “Premio Libertà” dalla “Federazione Ungherese Attivisti per la Libertà” nel 1991. Nel 1994 ha ricevuto il primo “Premio Martin Ennals per i Diritti Umani” dalla “Fondazione Svizzera Martin Ennals”. Nel 1996 è stato insignito della “Medaglia alla Libertà” dalla “Fondazione Tedesca per la Resistenza della Seconda Guerra Mondiale”. Ha anche ricevuto la laurea ad honorem dall’Università di St. Louis e dalla Università Americana di Parigi.

A seguito, la sintesi dell’intervento di Harry Wu “La mia storia per la verità” al Meeting di Rimini dal 23 al 29 agosto del 2009:

“La mia è la storia di tutti coloro che hanno patito la tirannia e l'ingiustizia per mano di un potere crudele e monolitico. La mia è la storia del Laogai (una particolare forma di lavoro forzato e, in senso invece restrittivo, un campo di lavoro ndr).

Nel febbraio del 1957 ebbe inizio la "Campagna dei cento fiori". Sottoposto a un'enorme pressione dai miei compagni di università, elencai una serie di critiche alla linea politica del partito.

Allora non sapevo minimamente che queste critiche, dieci in tutto, avrebbero inciso tremendamente sul mio futuro.

L’anno seguente l'atmosfera politica divenne ancora più opprimente. Il 20 ottobre 1957, fuori della mensa universitaria, comparve uno striscione dal titoIo “I crimini controrivoluzionari di Wu Hongda", che elencava i miei presunti crimini. Il mio nome era stato cancellato com una riga rossa a indicare che ero stato bandito dalla comunità.

Ero diventato un destrorso. Senza dire addio a nessuno, io e i miei effetti personali fummo caricati su una jeep e portati al Centro di detenzione di Beiyuan.

Avevo ventitré anni. Nell'aprile del 1962 cominciai a nutrire la speranza che i prigionieri accusati di essere di destra sarebbero stati presto rilasciati, poiché ci stavamo avvicinando alla scadenza del nostro terzo anno di prigionia nei campi di lavoro, e tre anni era considerata la pena massima per un destrorso. Fui invece trasferito in un altro campo. Nel corso dei successivi sette anni avrei sofferto moltissimo: sopportai un periodo di reclusione in cella di isolamento; fui sottoposto

ad alimentazione forzata attraverso il naso in risposta allo sciopero della fame che avevo intrapreso; fui picchiato dalle guardie carcerarie e mi ruppi un braccio durante un pestaggio organizzato contro di me. Ho visto uomini impazzire a causa della prigionia, e ne ho visti altri togliersi la vita. Per tutto il tempo

sono rimasto aggrappato all'istinto di sopravvivenza nella speranza che un giorno avrei riacquisito la mia libertà, un traguardo che sembrava svanire giorno dopo giorno.

Nel 1979, alcuni anni dopo la morte di Mao, Deng Xiaoping si disfò di molti prigionieri "condannati" come controrivoluzionari e destrorsi. Io ero fra di loro, e finalmente riacquistai parte della mia libertà. Una volta liberato potei finalmente far visita a mio padre. Una delle ultime cose che mi disse prima di morire fu che non sarei mai stato veramente libero in Cina, e mi esortò a partire. Così nel 1982 feci domanda per il permesso di espatrio e, infine, nel 1985 ebbi la mia occasione. Giunsi negli Stati Uniti come "visiting professor" con 40 dollari in tasca. Nel 1986 parlai per la prima volta in pubblico delle mie esperienze nel Laogai cinese.

Le emozioni che avevo tenuto nascoste per tutti quegli anni infine riemersero, e terminai la mia relazione in lacrime. Il mio intervento sorti un forte effetto sui presenti, che mi domandarono cosa potessero fare per aiutare coloro che erano tuttora vittime del sistema del Laogai. Questo mi fece pensare che, probabilmente, se più persone fossero state a conoscenza delle atrocità che venivano compiute in Cina, si sarebbe potuto fare qualcosa per porvi fine. In quel momento compresi che dovevo continuare a raccontare la mia storia.”


mercoledì 9 aprile 2025

Tesi di Laurea Elda Franchi Terrorismo I Campi di Concentramento in Cina: Le pratiche nei Laogai: prelievo degli organi

 Master in

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                       

ANNO ACCADEMICO 2023/2024

(dalla presente tesi si estrare il paragrafo - capitolo III - Prelievo degli Organi)


Le pratiche nei Laogai: Prelievo di organi

Il Governo Cinese è stato ripetutamente accusato di utilizzare i prigionieri politici detenuti nei Laogai come donatori involontari di organi: si parla di persone mantenute in vita in attesa di compatibilità per trapianto, e uccise subito dopo l’operazione chirurgica.

L’ex pubblico ministero del Tribunale di Jugoslavia Sir Geoffrey Nice QC, mettendo insieme un gruppo di esperti, ha dichiarato di aver raccolto i dati necessari per dimostrare che questa pratica venga effettuata nei campi di concentramento e, stando alle indagini, non vi è alcun dubbio che la pratica non sia ancora stata interrotta. Letteralmente: “la conclusione [delle ricerche] mostra che moltissime persone hanno perso la vita in modo indescrivibilmente orribile senza alcuna ragione, che altre potrebbero soffrire allo stesso modo e che tutti noi viviamo su un pianeta in cui estrema malvagità risiede nel potere di coloro che, per il momento, governano un paese con una delle più antiche civiltà a memoria d’uomo”.

Già nel marzo del 2006 era stato denunciato il campo di Sujiatun, anche se le indagini non trovarono alcuna prova concreta per incriminare i colpevoli che tali fatti esistessero davvero, portarono però ad all’ammissione del Governo Cinese che i detenuti condannati a morte fossero soggetti al prelievo di organi, negando che questo avvenisse senza il consenso e la consapevolezza del donatore.

Il 24 maggio 2006, la Coalition to Investigate the Persecution of the Falun Gong in China (CIPFGC), una ONG con sede negli Stati Uniti e associata all'associazione Falun Dafa, ha richiesto un’indagine a David Matas e David Kilgour9. Il 7 luglio 2006 pubblicarono il primo documento riassuntivo delle loro ricerche e il 31 gennaio 2007 aggiunsero delle informazioni pubblicando la seconda versione del documento: confermano la fondatezza delle accuse mosse al governo cinese, ma peccarono di prove concrete. Queste conclusioni sono state accettate dagli enti internazionali che si occupano dei diritti umani, ma non sono universalmente accettate come definitive10. Gli argomenti discussi nei loro documenti e che proverebbero il giro di organi sono:

  1. la rapidità in cui gli ospedali cinesi riuscirebbero a reperire gli organi compatibili, parlando di una o due settimane (in confronto ai 30 o 50 mesi necessari in Canada);
  2. sono state condotte delle interviste telefoniche con il personale medico degli ospedali, e sono state ottenute delle risposte positive in merito alla disponibilità di praticanti del Falun Gong vivi e destinati al prelievo di organi;
  3. sono state condotte delle analisi specifiche che hanno visto una correlazione tra il numero di prelievi, il numero di prigionieri e l'evolversi della persecuzione del Falun Gong;
  4. è stato notato che il Governo Cinese non è mai riuscito a contraddire il rapporto in alcun modo, ma si è mosso cercando di aggredire e debellare il Falun Gong;

Secondo stime del tribunale di Londra, ogni anno in Cina avvengono fino a 90.000 trapianti, più di quanto sostenuto dalle dichiarazioni del Governo e, sebbene la pratica sia stata ufficialmente vietata nel 2015, nel 2016 ancora la quota ammonterebbe a più di 10.000.

Nel documento di Kilgour e Matas è stato osservato che le sue conclusioni sono tratte più per via di tante connessioni che sulla base di prove fattuali, di conseguenza vengono accettate dagli enti internazionali che si occupano dei diritti umani, ma non sono universalmente accettate come definitive.

Di Longquanmoke ha pubblicato un articolo di denuncia, poi tradotto e pubblicato nel sito del Falun Data Europe con foto11. Rivela che l’8 marzo 2006, un ex agente del Partito Comunista Cinese avrebbe ammesso l’esistenza di un Laogai segreto situato nella città di Shenyang (nello Sujiatun, provincia di Liaoning) avente un forno crematorio e ospitante molti medici. Dal 2003 sono stati incarcerati seimila praticanti della Falun Dafa, nessuno rilasciato. Dichiara che questo sia il campo di concentramento con il maggior numero di praticanti, e che questi venissero torturati e che i loro organi venissero raccolti quando ancora vivi: il partito comunista cinese tortura mentalmente e poi fisicamente i prigionieri, ruba i loro organi quando sono ancora vivi, crema i corpi per distruggere le prove, e poi vende “il bottino” in cambio di enormi profitti.

Di Longquanmoke parla addirittura di un livello di crudeltà che arriverebbe a superare quella dei Nazisti nella seconda guerra mondiale, e pubblica le foto delle torture.  



9 David Matas (avvocato internazionale dei diritti umani ed ex membro di Amnesty International) e David Kilgour (ex parlamen- tare e segretario di Stato del governo del Canada) .

 

10 Documento del Congressional Research Service degli Stati Uniti pubblicato l’11 agosto 2006, in cui le conclusioni del primo rapporto di Matas e Kilgour sono messe in discussione.

11 minghui.org - en.clearharmony.net - https://www.minghui.org/

 


martedì 18 marzo 2025

Tesi di Laurea . Elda Franchi. Terrorismo. I Campi di concentramento in Cina.

 “TERRORISMO E ANTITERRORISMO INTERNAZIONALE”

Terrorismo. i campi di concentramento in Cina                         

ANNO ACCADEMICO 2023/2024

(dalla presente tesi si estrae il paragrafo  - capitolo III - I Laogai: storia ed utilizzo)


 I Laogai: storia e utilizzo

Il sistema carcerario cinese si divide in vari livelli, caratterizzati da diversi gradi di controllo e di repressione: esistono, infatti, i campi di riforma attraverso il lavoro, i campi di rieducazione attraverso il lavoro e i campi di destinazione professionale obbligatoria. Il termine Laogai, la cui traduzione letteraria è “riforma attraverso il lavoro”, indica una particolare forma di lavoro forzato della Repubblica Popolare Cinese e, se utilizzato in termine restrittivo, indica un vero e proprio campo di concentramento. Questo termine ha assunto un significato generico e designa tutta la realtà concentrazionaria cinese. I Laojiao, letteralmente “rieducazione attraverso il lavoro”, sono previsti per coloro che hanno compiuto reati minori, per coloro che hanno commesso “errori” più che “crimini” e che non vengono quindi classificati come criminali. La particolarità di questo tipo di carcere sta nell’indottrinamento politico caratterizzato da sessioni di studio giornaliere dopo ore di lavoro forzato, nel quale i carcerati conservano i diritti civili per tutta la loro permanenza nel campo. Infine i Jiujie, letteralmente “destinazione professionale obbligatoria”, inflitta prima del 1961 ai detenuti che venivano rieducati attraverso il lavoro, e vista come una forma indiretta di reclusione poichè i detenuti ricevono un salario mensile in quanto fsia prevista l’assegnazione di un lavoro all’interno di una struttura carceraria, possono ancora godere dei diritti civili, godono di libertà di movimento e possono uscire ogni quindici giorni, prendono i pasti alla caffetteria e soprattutto hanno a disposizione dormitori, mense e sale di lettura. Alcuni possono addirittura avere una settimana di ferie l’anno per tornare a casa. In questa tipologia di carcere, la pena non è stabilita con precisione, non si conosce mai con esattezza la durata dell’incarceramento, e i lavoratori dei Jiuye non scelgono né l’impiego che andranno a svolgere, né il luogo del campo dove andranno a lavorare, lavorano complessivamente otto ore al giorno per sei giorni la settimana, non lavorano inoltre sotto sorveglianza armata, ma la Sicurezza Pubblica sovrintende tutto tramite delle norme ben precise. I Laogai rimangono il sistema carcerario più diffuso in Cina per prigionieri politici, dissidenti, rivoluzionari, criminali, nemici dello stato, nemici del popolo, donne e uomini appartenenti a minoranze etniche come gli Uiguri.

I Laogai furono istituiti da Mao Zedong nel 1950 basandosi sull’esempio sovietico dell’URSS e dei Gulag, anche se il lavoro forzato con scopi primitivi era una realtà presente già nel XVIII secolo con la dinastia Qing; esistono esempi precisi di questa collaborazione cino-sovietica negli anni cinquanta, dove degli esperti russi parteciparono al Comitato di Gestione della Riforma mediante il lavoro degli elementi reazionari del nord-ovest, all’estremismo del campo di Shinjing (nel Canton), e all’organizzazione del lavoro forzato in una miniera di carbone vicino a Fushun, per l’esattezza nel campo di Caohying a Shanghai.6

Dalla campagna contro la destra del 1958, l’irrigidimento politico si tradusse nel lavoro forzato, non vi erano più orari, si lavorava persino 16 ore al giorno, a volte anche di più. I primi campi fecero la loro comparsa nelle zone controllate dai comunisti, con un primo periodo un po’ caotico e con diverse sanzioni e torture verso i carcerati, erano campi caratterizzati da violenza brutale e sbrigativa, e l’orizzonte principale per i detenuti era la morte per fucilazione.

I Laogai si iniziarono ad organizzare in maniera più uniforme nel 1952-1953 dopo una prima riunione nazionale nel giugno del 1952 sul lavoro e l’indirizzo che i Laogai avrebbero dovuto assumere, ossia di una politica che combinava la rieducazione attraverso il lavoro. I Laogai avevano due scopi principali, quello divulgato di “riabilitare” i criminali attraverso il lavoro e l’indottrinamento politico, e quello celato di creare la manodopera necessaria per poter generare un favorevole sviluppo economico a costo quasi pari a zero. I primi prigionieri arrivarono già nel 1951, anno importante perché ci fu la riforma agraria, e per via della ridistribuzione delle terre vennero incarcerati molti proprietari terrieri e contadini; nello stesso anno vennero catturati anche dei trafficanti di oppio, delle donne accusate di prostituzione e uomini accusati di gioco d’azzardo. Nel 1951, il numero di Laogai presenti in Cina era pari a 292.

Dal 1954 al 1957 seguì una fase di relativa distensione, quasi da far pensare che i campi fossero scomparsi. La situazione peggiorò nuovamente nel 1961, e la mortalità aumentò: le razioni di cereali vennero sostituiti dalle erbe, steli delle spighe di mais, pula di cereali, foglie di patata, alghe, residui della spremitura di piante oleose7; nel 1961 la situazione peggio a tal punto che molti chiesero aiuto alle famiglie che vivevano nelle regioni meno colpite col fine di racimolare un po’ di cibo. La differenza rispetto ai campi sovietici è che li le guardie hanno sempre avuto cibo a sufficienza, come nei campi Nazisti, mentre nei Laogai pure i guardiani soffrivano.(3) Mao si rifiutava di riconoscere la catastrofe da lui stesso provocata, e venivano applicati i regolamenti normali, la disciplina era sempre più rigida, gli altoparlanti continuavano a diffondere il Verbo del Partito, mentre i detenuti erano costretti a cercare vermi, grano, o cereali non del tutto assimilati nello sterco di vacca e di cavallo, o addirittura tra gli escrementi degli ufficiali addetti alle cucine pur di sfamarsi.  

A partire dal 1972 la situazione iniziò ad acquistassi, anche se l’igiene e il cibo rimasero mediocri e la disciplina severa; per ogni detenuto diminuì il tempo dedicato allo “studio”, che risultava al momento meno efficace, ma rimaneva vigile il principio secondo il quale la liberazione del detenuto dipendesse dal suo comportamento all’interno del campo.

Nel periodo Maoista (1949-1976), e prima delle riforme di Deng (1978-1992), questi campi di concentramento venivano utilizzati prevalentemente per reprimere le opposizioni al regime. Nei primi anni, i detenuti “controrivoluzionari” costituivano il 90% dei reclusi; i processi per incarcerare gli oppositori politici erano spesso solo una formalità, poiché la difesa poteva soltanto invocare la clemenza della corte, ma insistere troppo nella dichiarazione di innocenza portava ad un inasprimento della pena: “clemenza con chi confessa, severità con chi resiste”; il sistema giudiziario non era basato sul concetto di diritto.

E’ molto interessante sapere che il Laojiao inizialmente non dava certezze sulla durata della pena, al punto che alcuni detenuti arrivavano a commettere crimini più gravi per passare al Laogai, in quanto la erano previste delle pene di durata già prefissata. La situazione è cambiata nel 1982, quando il Comitato centrale diffuse una serie di documenti, uno di questi afferma: “I campi del Laogai e del Laojiao non sono solo punitivi, non si tratta di normali imprese incaricate di produrre figure professionali: sono scuole che educano e riformano criminali che hanno contravvenuto alla Legge”. La durata massima della condanna al Laojiao venne stata stabilita a tre anni. Nel periodo Maoista i condannati al Laojiao erano reclusi solitamente per 20 anni, mentre nel periodo Denghista la durata non superava i 10 anni.

Questo particolare sistema di lavoro si è sviluppato sotto l’esempio dei Gulag dell’età di Stalin, legati al piano quinquennale il cui obiettivo era la rapida industrializzazione dell’Unione Sovietica, detenendo in strutture carcerarie gli avversari del potere sovietico, sfruttandoli per arricchire la Nazione, per esportare le materie prime in cambio di tecnologia occidentale. I Gulag Sovietici prevedevano la “punizione e la rieducazione politica attraverso il lavoro” e, come i Laogai, prevedevano lavoro forzato esercitato in condizioni orribili di fame, sporcizia, terrore, violenze e sfruttamento fino all’esaurimento. Ciò che differenzia queste due tipologie di campi di concentramento, tanto simili quanto differenti, è la peculiarità da cui è caratterizzata la variante cinese: la volontà dichiarata di cambiare l’uomo, il lavaggio del cervello.

Il sistema prevede tre fasi, durante le quali i carcerati devono riconoscere le proprie colpe e i propri crimini, devono accusarsi e auto-criticarsi per averle compiute e devono sottomettersi alle autorità tramite un processo di pentimento pubblico con atto di soggezione al lavoro, arrivando così a sconvolgere la propria personalità e a dare la completa adesione al potere che li sovrasta. Il rimorso non è sufficiente: ci vuole il pentimento.

I principi della critica e dell’autocritica possono essere ricondotti a quattro regole principali:

1.      L’ideale è che la confessione sia spontanea e volontaria, che si produca autonomamente nel momento in cui il cittadino commetta un errore o infranga una regola.

  1. Se ciò non accade, è necessario “prestargli assistenza” per consentigli di riconoscere i suoi errori e i suoi crimini.
  2. Se questa “assistenza” non da alcun frutto, allora devono entrare in gioco le “critiche mosse con buona volontà mosse da persone ben intenzionate”.
  3. In ultima istanza, una volta applicati tutti i metodi disponibili, viene posto il colpevole in condizioni di non nuocere, con tutta la severità che merita.

I prigionieri tramite delle “sessioni di studio” forzato giornaliere, una lunga confessione scritta, lunghe e insopportabili sedute di indottrinamento, vengono portati a riconoscere quanto fosse sbagliato il loro modo di pensare, profondamente differente dall’unico modo consentito e corretto; queste sessioni di studio sono seguite da autocritiche e punizioni, autodenunce e autoflagellazioni, tutte volte a capire gli sbagli fatti in precedenza. Ciascuno deve non soltanto riformare se stesso, ma aiutare gli altri a fare la stessa cosa e, addirittura, denunciare chi si rifiuta di cambiare.

Nei Gulag sovietici, invece, non ci fu mai un tentativo di modificare il pensiero dei civili da parte dello Stato.

Queste “sessioni di studio” vengono messe in pratica dopo ore di lavoro forzato che si aggirano intorno alle 16-18 ore al giorno e variano da campo a campo, in base al tipo di attività che si svolge, ovvero industriale, agricola o estrattiva: i turni prevedono pesantissimi turni in miniera, nei campi, nelle fabbriche, in condizioni pericolosissime e malsane, tutto volto a vantaggio del Regime Comunista Cinese e di numerose imprese che investono in Cina: i Laogai vengono utilizzati come mezzo ulteriore per aumentare i profitti a costo quasi pari a zero.

Le merci prodotte nei Laogai possono essere di qualsiasi tipo: dalle scarpe, ai giocattoli, ai macchinari e parti meccaniche di ogni tipo, prodotti chimici, profumi e saponi, materiali estratti dalle miniere, thè e vino ecc; la Laogai Research Foundation, insieme ad altri gruppi umanistici, hanno individuato alcune merci prodotte nei Laogai sui mercati internazionali, nonostante le autorità cinesi le camuffino per renderle impossibile da riconoscere.

Purtroppo, per il regime cinese, i Laogai restano la forma di detenzione più efficace per garantire una grande quantità di manodopera a costo zero ed è importante dal punto di vista economico poiché contribuisce anche a conquistare i mercati stranieri. Inizialmente tutto quello che veniva prodotto (ovvero oggetti facilmente assemblabili), era destinato al mercato interno, ma con il passare degli anni si è iniziato a produrre di tutto: dai giocattoli agli elettrodomestici, destinati al mercato mondiale. Tuttavia, in alcuni Paesi europei la produzione delle merci fabbricate con questa modalità è proibita e molto spesso si richiede l’applicazione di un’etichetta che garantisca l’estraneità rispetto al sistema dei Laogai.

I campi sono organizzati secondo un modello militare, con la suddivisione dei prigionieri in squadroni, compagnie, battaglioni, distaccamenti e brigate. Uno squadrone comprende 10-15 detenuti, 10-15 squadroni formano una compagnia, con quattro o cinque responsabili di compagnia; 8-12 compagnie formano un battaglione e diversi battaglioni formano un distaccamento.

Le condizioni di vita dei prigionieri sono orribili, sono marchiati uno ad uno, non hanno letti su cui dormire, non hanno cibo da poter mangiare, hanno la testa rasata a zero. Gli alloggi variano secondi il tipo di produzione, da edifici in muratura, a baracche, capanne di legno. Alcune testimonianze affermano che i detenuti che lavorano nei campi, sono in qualche modo fortunati perché possono sfamarsi da soli con rane, serpenti, ratti, soia e riso che trovano mentre lavorano.

Negli anni si è capito anche dell’utilizzo di varie torture che vengono attuate per obbligare la vittima a fornire informazioni, o per riformarla e modificarle il comportamento o il modo di pensare: alcune sono la camicia di forza, scariche elettriche o pestaggi con un bastone elettrico, sospensioni per le braccia, pestaggi, isolamento forzato per diversi giorni senza cibo in celle di due massimo tre metri cubi, gli aghi (metodo che consiste nell’infilare degli aghi d’acciaio di circa 10 centimetri sul collo, schiena, petto e altre parti sensibili, così in profondità che risulta difficile tirarli fuori), la panca della tigre (la vittima si siede su una panca di ferro con le ginocchia legate alla panca, le mani legate dietro il petto o appoggiate sulle ginocchia, e la vittima viene obbligata a stare dritta senza poter fare alcun movimento), il letto dei morti (consiste nel legare la vittima con le braccia dietro la schiena e il collo legato alle gambe, poi viene incastrata sotto un letto e costretta a rimanere in quella posizione per molti giorni), abusi sessuali con vari strumenti (tortura riservata alle donne), il letto di stiramento (le mani e i piedi della vittima vengono legate a degli anelli e portato a stiramento estremo; se applicata troppa forza la vittima muore all’istante, altrimenti, passati 10 minuti, le ossa degli arti si slegano e la vittima rimane disabile in modo permanente), ma ve ne sono molte altre ancora. Ecco perché molti spesso ricorrono al suicidio come unica soluzione.

Anche all’inizio degli anni Novanta i campi continuavano ad essere al centro dell’apparato di Controllo del partito, anche se le cifre sembrerebbe che fossero in ribasso. Dal 29 dicembre 1994 il termine Laogai è stato sostituito dal termine “Prigione”: al suo posto viene impiegato il termine Giayu; la “Gazzetta legislativa” del 7 gennaio 1995 scrive: “Il cambiamento di denominazione del Laogai è imposto dai legami con la comunità internazionale e risulta proficuo nell’ambito della nostra lotta per i diritti dell’uomo sul piano internazionale8.

Nonostante la scomparsa della parola Laogai, il suo utilizzo, i metodi, la funzione, il carattere e i compiti sono rimasti invariati: si parla sempre di sovraffollamento, uniforme obbligatoria con numero di matricola, condizioni pessime, produzione mineraria, tessile e meccanica, orari di lavoro.

La riforma di apertura non ha comunque modificato la sorte di milioni di donne e uomini rinchiusi all’interno dei campi.



6 J.-L. Domenach, op. cit., p.103

7 Ivi, p.90. ; (3)J.L. Domenach, op. cit., p.103

8 H.Wu, Retour au laogai, cit., p.231


domenica 9 marzo 2025

INFOCESVAM N. 1 del 2025 Gennaio Febbraio 2025

 

INFOCESVAM

BOLLETTINO NOTIZIE DEL CENTRO STUDI SUL VALORE MILITARE

centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

Canale You Tube: ISTITUTONASTROAZZURRO. - CESVAM

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ANNO XII, 61/62/, N. 1, Gennaio Febbraio 2025, 1 marzo 2025

XII/1/951 La decodificazione di questi numeri è la seguente: XII anno di edizione, 1 il Bimestre di edizione di INFOCESVAM, 951 il numero della comunicazione dal numero 1 ad oggi. Il presente Bollettino svolge anche la funzione di informazione “erga omnes” dello stato, sviluppo e realizzazione dei Progetti dell’Istituto del Nastro Azzurro, in funzione del supporto scientifico alla offerta formativa dei Master. Inoltre dal gennaio 2023 ha assunto anche la funzione di aggiornamento delle attività di implementazione dell’Archivio Digitale Albo d’Oro Nazionale Dei Decorati al Valor Militare Italiani e Stranieri dal 1793 ad oggi, con la pubblicazione di un ANNESSO. L’ultima indicazione aggiorna o annulla la precedente riguardante lo stesso argomento

XII/1/952 – Aggiornamento Blog – Sinossi – www.atlanteamerica.blogspot.com. Carte e commenti sulla nuova visione della Amministrazione Trump. Nel mese di febbraio ha avuto 1267 contatti, per un totale di 30 040. I post pubblicati sono 520

XII/1/953 – Questo numero di Infocesvam è dedicato principalmente ai risvolti statistici e alla situazione dei Blog attivi sia storici che geografici che associativi.

XII/1/954 - La sessione di laurea invernale (10 marzo 2025) del Master di 1. Liv. in “Terrorismo ed antiterrorismo internazionale. Obiettivi, Piani Mezzi” si terrà il 10 marzo 2025. Si laureeranno 7 candidati. Tutti hanno espresso il desiderio di avviare la collaborazione con il CESVAM (www.unicusano.it/master)

XII/1/955 Blog www.ilregnodelsud.blogspot.com. ha completato alla data odierna i suoi blog.  È stato trattato il tema del I Fronte della Guerra di Liberazione in vista dell’80 anniversario della fine della guerra di Liberazione

XII/1/957 - Gli articoli, note ed altro materiale per la rivista QUADERNI devono essere inviati alla Redazione (quaderni.cesvam@istitutonastroazzurro.org) entro il 15 aprile 2025 p.v., per la valutazione e la preparazione del N. 2 del 2025. (Uscita giugno 2025) 

XII/1/958 - Nei 11 blog di Storia nel mese di gennaio 2025 i contatti sono stati 3429 (dicembre 2024: 3129) in totale. Con un aumento rispetto al mese precedente di circa 300 unità pari ad un aumento del 20%.

XII/1/959 – Consegna dell’Emblema Araldico. La Federazione Regionale delle Marche, in collaborazione e su input del CESVAM ha organizzato il 16 gennaio 2925 a Recanati la Consegna dell’Emblema araldico ai congiunti della MOVM Mario Alessandro Ceccaroni.

XII/1/960. A partire da giovedì 8 gennaio 2025 è stato aperto un Canale You Tube dedicato all’Istituto del Nastro Azzurro. Tale Canale è stato inteso come vetrina dell’Istituto del Nastro Azzurro e presenterà nel primo trimestre 2025 i Quadri componenti il Manifesto del Centenario (vds). I video saranno trasmessi ogni giovedì, (ore 08.00). Titolo Canale ISTITUTO NASTRO AZZURRO CESVAM

XII/1/961 – In distribuzione il n. 4 del 2024 della Rivista QUADERNI. Numero Copie su carta 250, di cui 200 in distribuzione, 10 Archivio Emeroteca, 40 a disposizione

XII/1/962 - Nei 11 blog di Storia nel mese di febbraio 2025 i contatti sono stati 6433 (febbraio 2025: 3429 in totale. Con un aumento rispetto al mese precedente di circa 3009 unità pari ad un aumento del 1000%., in pratica i contatti si sono raddoppiati

XII/1/963 – Il 27 febbraio 2025 al Museo dei Granatieri Roma è stato presentato il 1 volume “Storia Militare della Guerra Russo-Ucraina.1917 -2014 Volume I, Palladium Edizioni, 2024. Autori Giovanni Cecini e Mirco Campochiari. Il volume entra nelle “Letture” del Master di Politica Militare Comparata

XII/1/964 – Il Blog www.unucispoleto.blospto.com dal 1 gennaio 2025 ha assunto la denominazione di www.informazioneedintelligence.blogspot.com . Tratta degli aspetti riguardanti il contributo alla cultura della sicurezza. Nel mese di febbraio ha avuto 110 contatti, per un totale di 25563. I post pubblicati sono 430

XII/1/965 – Nei 7 blog Associativi e Divulgativi nel mese di gennaio 2025 i contatti sono stati 2133 (dicembre 2024: 2132) in totale. In pratica i contatti sono rimasti stabili né in diminuzione né in aumento

XII/1/966 - La sessione di laurea invernale del Master di 1. Liv. in Storia Militare Contemporanea si terrà il 10 marzo 2025. Si laureeranno 6 candidati. Tutti hanno espresso il desiderio di avviare la collaborazione con il CESVAM (www.unicusano.it/master)

XII/1/967 - Consegna dell’Emblema Araldico. La Federazione Regionale delle Marche, in collaborazione e su input del CESVAM organizzerà il 1 marzo 2925 a Potenza Picena in occasione della Festa della Donna che cadrà il prossimo 8 marzo la Consegna dell’Emblema araldico ai congiunti della MOVM Sergio Piermanni

XII/1/968 – Il Blog “www.uniformologia.blogspot.com ha avuto nel mese di gennaio 2025 n. 1416 contatti (dicembre 2024 erano stati 1024). Nel mese di febbraio i contatti sono stati 1879. In totale dalla sua apertura i contatti sono stati 12951. La tendenza per questo Bimestre è positiva con oltre 400 contatti più ogni mese.

XII/1/969 - Nei 7 blog Associativi e Divulgativi nel mese di febbraio 2025 i contatti sono stati 11863 (gennaio 2025: 2133) in totale. Questo aumento così vistoso è dovuto al numero di contatti registrati per “www.valoremilitare,blogspot.com che ne ha avuto in più 7861 rispetto al mese precedente di 9533.

XII/1/970 - L’esame finale del Corso di approfondimento e specializzazione. in “Terrorismo ed Anti Terrorismo internazionale si terrà il 10 (www.unicusano.it/master)

XII/1/971 - Nei 10 blog di Carattere Geografico e Geopolitico  aggiornamento sinossi dei Master) nel mese di gennaio 2025 i contatti sono stati 1890 in totale. Con un aumento rispetto al mese precedente (1667) del 20%.

XII/1/972 - La Presidenza Nazionale con circolare apposita ha chiesto ai Soci eventuali candidature per le cariche istituzionali. La Circolare è stata inoltrata a tutti i componenti del CESVAM.  È stato proposto il Gen Luigi Marsibilio (Federazione di Ancona) con le indicazioni di delega a rotazione agli altri esponenti del CESVAM

XII/1/973 - Il Blog www.valoremilitare.blogspot.com  ha avuto nel mese di Gennaio 2025  n. 1122 contatti (Dicembre 2024 erano stati 1122). Nel mese di febbraio i contatti sono stati 9533. In totale dalla sua apertura i contatti sono stati  205945 La tendenza per questo Bimestre è positiva e si rileva questo dato anomalo che il blog è stato visitato da circa 10000 persone. Riportando l’edizione di QUADERENI ON LINE il dato appare positivi, in chiave di divulgazione.

XII/1/974 – Nei 10 blog di Carattere Storico nel mese di febbraio 2025 i contatti sono stati 10474 in totale. Con un aumento rispetto al mese precedente (3726) del 289%.

XII/1/975 - Prossimo INFOCESVAM (marzo- aprile) sarà pubblicato il 1 maggio 2025. I precedenti numeri di Infocesvam (dal gennaio 2020) sono pubblicati su www.cesvam.org e sul sito dell’Istituto del Nastro Azzurro/ comparto CESVAM. e sui vari blog sia storici e che geografici.

(a cura di Massimo Coltrinari) info: centrostudicesvam@istitutonastroazzurro.org

venerdì 28 febbraio 2025

Il Campo di Concentramento: a che serve ?

 


 

Nel nostro sistema giuridico il principio vigente è il seguente “meglio cento colpevoli in libertà che un innocente in prigione”. Questo assioma discende da una Costituzione che mira a garantire il cittadino al massimo della  legalità in tema di sanzione e di pena. Tale principio è rovesciato in quelle Costituzioni o leggi fondamentali in cui si privilegia le peculiarità della sicurezza dello Stato che fanno premio sulle libertà individuali. Ad esempio nella Germania Hitleriana si adottò il principio “meglio mettere degli innocenti in prigione che rischiare di lasciarsi fuggire un nemico”. Nella Unione Sovietica ci si preoccupava di più nel prevenire la impunità di un colpevole che la condanna di un innocente.

 

Il Campo di concentramento serve ad isolare un individuo o un gruppo di individui che lo Stato considera, in via amministrativa, pericolosi alla sua sicurezza, o potenzialmente pericolosi o nemici. Questo non a seguito di una pronuncia della Magistratura ma sulla base di semplici indizi di polizia, in certi casi a prescindere o meno dallo stato di guerra.

 

Negli Stati che adottano principi garantistici, il campo di concentramento, in tempo di pace, non serve; ad esso si ricorre in tempo di guerra per isolare i cittadini dello stato nemici siano essi militari o civili. Nello Stato totalitario a forte connotazione ideologica il campo di concentramento serve ad isolare dal resto della società quegli individui o gruppi di individui che non mostrano di aver completamente accettato l’ideologia; nel contempo il ricorso al campo di concentramento terrorizza, con la semplice esistenza, la popolazione civile; nel contempo si ha la possibilità di utilizzare manodopera a bassissimo costo, che viene impiegata in brandi opere del regime oppure inserita in uno sforzo globale economico. Nello stato ideologico totalitario, e nel corso della Storia, abbiamo avuto solo l’esperienza nazista, il campo di concentramento è stato utilizzato come strumento per l’epurazione sociale e razziale, o di gruppi ritenuti dannosi alla società, come malati mentali, cronici e terminali.

 

Queste funzioni il campo di concentramento le può svolgere tutte assieme o in parte, o in combinazione tra loro. A secnda delle epoche storiche e degli Stati.

 

Sulla base di queste funzionisi può avanzare una classificazione del campo di concentramento. Come primo approccio, sulla base di quanto detto sopra, si possono individuare tre tipi di campo di concentramento, che sviluppa la  seguente classificazione:

 

- campo di concentramento di detenzione temporanea

- campo di concentramento vero e proprio

- campo di concentramento di sterminio

 

Campo di concentramento di detenzione temporanea

 

Il Campo di concentramento di detenzione temporanea è il campo ove si raccolgono cittadini in via temporanea, per esigenze particolari, contingenti. Questo tipo di campo ha una funzione transitoria per determinate circostanze. Tipico di questa categoria è il campo di concentramento per prigionieri di guerra; questo campo, infatti, ha una funzione riferita alla sola durata del conflitto; a fianco di questo campo vi è il campo di concentramento per internamento per civili, che ivi vi sono internati solo per la durata del conflitto; i soggetti sono cittadini dello Stato o della coalizione nemica, in cui si è in guerra; accanto ad essi vi possono essere cittadini dello Stato che sono in disaccordo con lo Stato ( es. contrari alla guerra, pacifisti, obbiettori di coscienza,  o altre categorie di cittadini di varia natura eversiva).

In questo tipo di campi di concentramento non viene praticato il lavoro forzato. Il lavoro è quello previsto dalla Convenzioni Internazionali ed è regolato e retribuito. La funzione che essi svolgono è solo preventiva e detentiva in via provvisoria. Sono aperti al controllo delle Organizzazioni Umanitarie Internazionali. Questo tipo di campo è utilizzato da tutti gli Stati, a prescindere dalla loro struttura, siano essi liberali, democratici, , dittatoriali, autoritari totalitari ecc.

 

Campo di concentramento vero e proprio 

 

Questo è il tipo di campo di concentramento che ha una funzione precisa nell’esercizio del controllo delle masse. Ha carattere permanente ed è aperto, a prescindere o meno dalla presenza dello stato di guerra. Per lo più vi accoglie “nemici” interni dello Stato o come tali vengono indicate determinate categorie di cittadini. In questo tipo di campo vige la logica dell’abbruttimento, materiale e morale, della rieducazione, del lavoro forzato e dell’annientamento. E’ uno strumento di repressione e di terrore per lo Stato che lo adotta, per lo più autoritario, totalitario e dittatoriale e rappresenta l’ultimo segmento del progetto politico che lo stato rappresenta.

Si può dire che la individuazione della esistenza di questo tipo di campo di concentramento rileva se uno Stato ha fondamenti totalitari o meno.

Esempi nella Storia di questo tipo di campi di concentramento sono stati i KZ hitleriani per il periodo 1933 -1939; quelli del GULAG sovietico o quello del periodo di fine secolo del comunismo cinese, il laogai.

 

Campo di concentramento di sterminio

 

Il campo di concentramento di sterminio ha solo l’apparenza di un campo di concentramento. A rigore questo tipo di campo di concentramento non dovrebbe essere incluso nella classificazione che stiamo analizzando. Mentre il campo di concentramento di detenzione temporanea ha una sua funzione in relazione allo stato di guerra e limitata nel tempo e il campo di concentramento di internamento vero e proprio rappresenta uno strumento di politica  di uno Stato totalitario, ed in questa ottica le due tipologie sono consequenziali alla definizione adottata, il campo di concentramento di sterminio è una cosa a se stante, staccata da ogni nozione di “concentrare” e controllare un gruppo di individui in un determinato luogo.

Il campo di concentramento di sterminio è istituito per eliminare quei gruppi di individui a cui è stata decretata per via amministrativa la morte. Questo tipo di campo è un semplice terminale ( in base a quelli che sono esistiti terminali ferroviari) ove chi vi giunge non ha diritto di sopravvivere ed è destinato solo ad essere sterminato. In apparenza vi sono baracche e filo spinato, ma la funzione di questo tipo di campo è quella di eliminare coloro che dovrebbe ospitare. Nel corso della Storia questo tipo di campo di concentramento è stato aperto solo sotto il regime nazista, nel periodo 1939-1945. i Nazisti aprirono 4 campo di concentramento di sterminio: Belzec, Chelmo, Sobibor e  Treblinka; accanto a questo aprirono altri due campi, che sono in parte campi di concentramento veri e propri e campi di concentramento di sterminio: Auschwitz-Birkenau e Majdanek. Chi giungeva in questi due campi subiva una selezione: a destra chi era in grado di lavorare e doveva essere sterminato con sfinimento da lavoro; a sinistra donne, vecchi, bambini e non abili al lavoro che doveva essere sterminato immediatamente.

 

Questa classificazione permette di individuare tutti i campi di concentramento che gli Stati hanno aperto. Come già accennato, gli Stati che si definiscono liberali o democratici, coinvolti in un conflitto, hanno aperto campi di concentramento di detenzione temporanea. Vedremo più avanti che sono stati aperti campi di concentramento di detenzione temporanea al di fuori del conflitto da parte di Stati che si definiscono liberali e democratici. Esempi possono essere fatti riferendoci alla Gran Bretagna ed ai campi di concentramento aperti in Palestina prima e dopo il 1939-1945. [1] Altro esempio si può fare con il campo di concentramento di detenzione temporanea  alla base di Guantanamo Bey[2]

Gli Stati  autoritari, dittatoriali o totalitari fanno ricorso al campo di concentramento vero e proprio che utilizzano come strumento di azione politica per il raggiungimento dei loro fini, e in caso di conflitto anche loro ricorrono, integrandoli con quelli esistenti, a campi di concentramento di detenzione temporanea. Solo il regime nazista, in Germania, dal 1939-1945 ha prodotto il campo di concentramento di sterminio; nemmeno il sistema concentrazionario sovietico nella sua massima espressione arrivò a questa tipologia.

 

Definiti questi tre tipi di campo di concentramento che rappresentano la classificazione superiore, vi sono allo stato pratico sottotipi di campi di concentramento, che però si rifanno sempre a questa classificazione.

 

In una visione empirica ed osservando la fenomenologia, possiamo elencare come sottotipi di campo di concentramento i seguenti campi:

- speditivi

- occasionali

- di raccolta

- di transito

- di smistamento

- di assegnazione

- di lavoro

- di punizione

 

Occorre introdurre il concetto, nella classificazione dei sottotipi di campo di concentramento, che per campo di concentramento si deve superare lo stereotipo baracca –altana recinto di filo spinato. Infatti è un campo di concentramento anche una villa in aperta campagna ove sono raccolte delle persone che non possono lasciare la villa e che devono seguire un determinato regolamento, fatto rispettare da agenti dello Stato. E’ il caso dell’Italia del periodo 1938 -1943 in cui molti gruppi di cittadini di origine ebrea furono relegati in case di campagna, ville, strutture semipermanenti. Ancora rifacendosi all’Italia a cittadini di Stati nemici, sempre nel periodo 1940-1943, che furono “internati” in luoghi scelti a seconda delle circostanze. In questo caso si parla di campi di concentramento occasionali.

Nella prigionia di guerra, nel momento in cui termina il combattimento e inizia, sotto il profilo operativo, lo sfruttamento del successo, si attua la fase della raccolta e invio “all’indietro” dei prigionieri. In questo caso, questi sono raccolti in luoghi organizzati “sul tamburo”: in questo caso si parla di campi di concentramento speditivi.

L’organizzazione poi è tale che da questi campi speditivi, la cui permanenza e breve si passa a campi di concentramento di raccolta, e via via, di transito, e di smistamento, i cui termini già indicano la funzione, per giungere al campo di concentramento definitivo, che è quello di assegnazione.

Poi a seconda delle funzioni possiamo avere i campi di concentramento di lavoro[3] e di punizione, ove in questi sono raccolti elementi che non rispettano i regolamenti o sono ritenuti più pericolosi degli altri e meritano un trattamento più severo.

 

Una classificazione che si basa sulla violenza che uno Stato intende esercitare nei confronti dei propri cittadini o dei cittadini nemici o comunque stranieri che considera nemici è quella dovuta ad Hannah Arendt, che prende a paragone quello che attende, secondo la concezione cristiana, l’uomo dopo la sua morte fisica. Una classficazione che adotta il principio che per certe categorie di uomini quello che lo attende nell’aldilà già lo sperimenta su questa terra.



[1] Vedere il secolo dei campi

[2] Vedere nota

[3] In questo caso il campo del Canale Bar Baltico Mar Bianco