Si
è tenuto a Caprarola il convegno nazionale della Associazione Nazionale Reduci
della prigionia, dall’internamento e dalla guerra di liberazione. In questo
ambito, a Palazzo, Farnese, si è svolto un Convegno di studi dedicato all’8
settembre 1943. In
un arco di mattinata, alla presenza di un folto pubblico, dei delegati della
Associazione e dei ragazzi dell’Istituto Alberghiero di Caprarola, che hanno
svolto incomiabilmente il loro ruolo anche di ospiti, si sono susseguite
relazioni interessanti, peraltro calibrate alla “audience” in sala, in cui più
che novità scientifiche o aspetti particolari dell’argomento proposto, si è
posto l’accento sulla narrazione enfatica ed elogiativa degli avvenimenti
armistiziali in un quadro storico, quindi, adatto al pubblico in sala.
Quello
cha va sottolineata è la relazione della prof.ssa Enrica Tedeschi, che ha
tracciato un affresco vivo ed interessante della esperienza di suo padre,
l’attore Gianerrico Tedeschi, internato militare. Dopo la descrizione di vari
episodi dell’internamento e del rimpatrio di suo padre ( la sorella del suo più
stretto compagno di prigionia divenne la sua sposa) ha posto l’accento su un
tema di estremo interesse: la continuità tra gli eventi del 1943, i loro attori
e protagonisti e il dopoguerra politico italiano. Gianenrico Tedeschi era anche
amico di Ruggero Zangrandi, comunista, giornalista che, come noto, ha studiato
a fondo i motivi e le ragioni di quel tragico settembre. Le osservazioni della
Relatrice sono state interessanti. La prima: i lavori della Commissione per la
mancata difesa di Roma, Commissione, nominata dal Governo Bonomi, quello che
oggi potremo definire “di larghe intese”, un crogiuolo di intessi ove i veti
incrociati impedirono alla Commissione
stessa di procedere per una giusta strada, che fu solo indicata ma non percorsa,
quella di far comprendere a tutti quello che era successo. La Commissione,
presieduta dal comunista Palermo, si limitò, dopo mesi di lavoro, a
pronunciarsi solo contro il generale Roatta, che fu condannato; poi non andò
oltre. E’ evidente che Roatta era sul gradino più basso della scala dei
responsabili. E questa scala non la si volle salire. Per inciso, Roatta riuscì
a fuggire, sottraendosi nei giorni caldi e ripresentandosi poi ad acque calme e
ferme, divenendo consigliere del Ministro Giulio Andreotti. E qui iniziano i
dubbi, le ipotesi, di cui questa vicenda dell’8 settembre è intrisa, che
sottolineano che quello che sappiamo dell’8 settembre non è la realtà ma quello
che qualcuno ha voluto farci credere. Ed ancora oggi questo persiste.
Enrica
Tedeschi ricorda che a casa era noto a tutti che Ruggero Zangrandi aveva due
valigie abbastanza grandi di tutti i documenti originali della Commissione di
Inchiesta. In una i documenti relativi all’armistizio ed oltre, e la seconda
per lo più contenente lettere e carte riguardanti i servizi segreti.
Zangrandi
scrisse, come noto, negli anni ’60 due interessantissimi libri, in cui emerge
chiaramente, senza portare la prova documentale definiva, che tutto l’8
settembre crisi armistiziale e conseguenze non fu altro che un doppio gioco del
Re e di una parte dello Stato Maggiore per attirare gli Alleati in una trappola
tale da costringere alla rivolta le opinioni pubbliche alleate e costringere i
governanti al tavolo della pace; pace che sarebbe naturalmente stata basata
sulle conquiste tedesche del momento in Europa, che avrebbe dato alla Germania
nazista la vittoria, ovvero una Europa nazificata.
L’altra
valigia contiene documenti in cui vi sono nomi e cognomi, organigrammi,
ordinamenti e quanto serve per dimostrare che non esiste discontinuità ma
continuità tra l’OVRA, il SIM e i servizi segreti, in testa il SIFAR di Di
Lorenzo del dopoguerra. E qui si inserisce l’azione e la testimonianza di Tom
Hopkins, che inserisco a titolo di contributo ma non citata dalla relatrice, in
cui sottolinea l’attività dell’OSS statunitense ed l SOE britannico, da cui
dipendeva il SIM del Regno di Sud, in particolare la Sezione Calderini
e la Zurlini. Nel
suo volume “L’Altra Resistenza” Hopkins scrive pagine quanto mai inquietanti.
Le
due valigie fino al 1970, riferisce la Relatrice, erano a casa Zangrandi che,
come notò, si suicidò nel 1970, ma che è voce comune che su questo suicidio ci
siano riserve. Le due valigie furono portate alla Botteghe Oscure, allora sede
del PCI, e poi le tracce si perdono.
Una
relazione quanto mai interessante e attraente, che riporta d’attualità la
domanda che da anni ci poniamo e poniamo: perché non vi è stata la Norimberga Italiana ,
imposta dagli Alleati, certamente. La Commissione d’inchiesta per la mancata
difesa di Roma dimostra che sarebbe stato quanto mai pericoloso procedere.
Il
Convegno si è poi concluso con il conferimento di un diploma di Socio Onorario
al Sindaco di Caprarola: nella consegna è stato ricordato l’amico Vittorio
Emanuele Giuntella, ufficiale degli alpini e Internato; Anche il Generale
Cornacchione, figlio di un IMI, molto vicino alla Associazione, ha ricevuto il
diploma di Socio d’Onore.
(massimo coltrinari: contatto:prigionia@libero.it)
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