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sabato 12 ottobre 2013

Caprarola: Convegno ANRP. 11 ottobre 2013

Si è tenuto a Caprarola il convegno nazionale della Associazione Nazionale Reduci della prigionia, dall’internamento e dalla guerra di liberazione. In questo ambito, a Palazzo, Farnese, si è svolto un Convegno di studi dedicato all’8 settembre 1943. In un arco di mattinata, alla presenza di un folto pubblico, dei delegati della Associazione e dei ragazzi dell’Istituto Alberghiero di Caprarola, che hanno svolto incomiabilmente il loro ruolo anche di ospiti, si sono susseguite relazioni interessanti, peraltro calibrate alla “audience” in sala, in cui più che novità scientifiche o aspetti particolari dell’argomento proposto, si è posto l’accento sulla narrazione enfatica ed elogiativa degli avvenimenti armistiziali in un quadro storico, quindi, adatto al pubblico in sala.
Quello cha va sottolineata è la relazione della prof.ssa Enrica Tedeschi, che ha tracciato un affresco vivo ed interessante della esperienza di suo padre, l’attore Gianerrico Tedeschi, internato militare. Dopo la descrizione di vari episodi dell’internamento e del rimpatrio di suo padre ( la sorella del suo più stretto compagno di prigionia divenne la sua sposa) ha posto l’accento su un tema di estremo interesse: la continuità tra gli eventi del 1943, i loro attori e protagonisti e il dopoguerra politico italiano. Gianenrico Tedeschi era anche amico di Ruggero Zangrandi, comunista, giornalista che, come noto, ha studiato a fondo i motivi e le ragioni di quel tragico settembre. Le osservazioni della Relatrice sono state interessanti. La prima: i lavori della Commissione per la mancata difesa di Roma, Commissione, nominata dal Governo Bonomi, quello che oggi potremo definire “di larghe intese”, un crogiuolo di intessi ove i veti incrociati impedirono  alla Commissione stessa di procedere per una giusta strada, che fu solo indicata ma non percorsa, quella di far comprendere a tutti quello che era successo. La Commissione, presieduta dal comunista Palermo, si limitò, dopo mesi di lavoro, a pronunciarsi solo contro il generale Roatta, che fu condannato; poi non andò oltre. E’ evidente che Roatta era sul gradino più basso della scala dei responsabili. E questa scala non la si volle salire. Per inciso, Roatta riuscì a fuggire, sottraendosi nei giorni caldi e ripresentandosi poi ad acque calme e ferme, divenendo consigliere del Ministro Giulio Andreotti. E qui iniziano i dubbi, le ipotesi, di cui questa vicenda dell’8 settembre è intrisa, che sottolineano che quello che sappiamo dell’8 settembre non è la realtà ma quello che qualcuno ha voluto farci credere. Ed ancora oggi questo persiste.
Enrica Tedeschi ricorda che a casa era noto a tutti che Ruggero Zangrandi aveva due valigie abbastanza grandi di tutti i documenti originali della Commissione di Inchiesta. In una i documenti relativi all’armistizio ed oltre, e la seconda per lo più contenente lettere e carte riguardanti i servizi segreti.
Zangrandi scrisse, come noto, negli anni ’60 due interessantissimi libri, in cui emerge chiaramente, senza portare la prova documentale definiva, che tutto l’8 settembre crisi armistiziale e conseguenze non fu altro che un doppio gioco del Re e di una parte dello Stato Maggiore per attirare gli Alleati in una trappola tale da costringere alla rivolta le opinioni pubbliche alleate e costringere i governanti al tavolo della pace; pace che sarebbe naturalmente stata basata sulle conquiste tedesche del momento in Europa, che avrebbe dato alla Germania nazista la vittoria, ovvero una Europa nazificata.
L’altra valigia contiene documenti in cui vi sono nomi e cognomi, organigrammi, ordinamenti e quanto serve per dimostrare che non esiste discontinuità ma continuità tra l’OVRA, il SIM e i servizi segreti, in testa il SIFAR di Di Lorenzo del dopoguerra. E qui si inserisce l’azione e la testimonianza di Tom Hopkins, che inserisco a titolo di contributo ma non citata dalla relatrice, in cui sottolinea l’attività dell’OSS statunitense ed l SOE britannico, da cui dipendeva il SIM del Regno di Sud, in particolare la Sezione Calderini e la Zurlini. Nel suo volume “L’Altra Resistenza” Hopkins scrive pagine quanto mai inquietanti.
Le due valigie fino al 1970, riferisce la Relatrice, erano a casa Zangrandi che, come notò, si suicidò nel 1970, ma che è voce comune che su questo suicidio ci siano riserve. Le due valigie furono portate alla Botteghe Oscure, allora sede del PCI, e poi le tracce si perdono.
Una relazione quanto mai interessante e attraente, che riporta d’attualità la domanda che da anni ci poniamo e poniamo: perché non vi è stata la Norimberga Italiana, imposta dagli Alleati, certamente. La Commissione d’inchiesta per la mancata difesa di Roma dimostra che sarebbe stato quanto mai  pericoloso procedere.

Il Convegno si è poi concluso con il conferimento di un diploma di Socio Onorario al Sindaco di Caprarola: nella consegna è stato ricordato l’amico Vittorio Emanuele Giuntella, ufficiale degli alpini e Internato; Anche il Generale Cornacchione, figlio di un IMI, molto vicino alla Associazione, ha ricevuto il diploma di Socio d’Onore.
(massimo coltrinari: contatto:prigionia@libero.it) 



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