Si è svolta nella Sala Maggiore del palazzo Comunale la
seconda giornata (17 ottobre 2015) dedicata ai 2Soldati Pistoiesi e toscani
nella resistenza in Albania e Montenegro 1943-1945.. La giornata si è
articolata in due sessioni, la mattutina e la pomeridiana.
La giornata si è
aperta con un intervento del Responsabile Scientifico, Massimo Coltrinari, che
in breve ha riassunto il significato di queste giornate, ed ha illustrato il
programma pluriennale che è stato
avviato nel 2014; ha fatto, quindi, breve cenni riassuntivi, al contenuti della
prima giornata svoltasi l’8 novembre 2014.
Ha assunto, quindi,
la presidenza della sessione Nevila
Nika, che ha dato il benvenuto ai numerosissimi presenti ed ha annunciato il
titolo e i contenuti del convegno del 2015; immediatamente dopo ha dato la
parola al sindaco di Pistoia Samuele Bartinelli.
Come tradizione, il
sindaco, oltre a portare i saluti ha svolto una introduzione ad ampio spettro
dei temi messi ha fuoco per quest’anno ed ha svolto interessanti e particolari
considerazioni.
Al termine sono
iniziati i lavori come da programma. La prima relazione è stata svolta da
Massimo Coltrinari, dal titolo “Il Comando truppe alla montagna e le offensive
tedesche nell’inverno 1943-1944 – primavera 1944.” La relazione si è
incardinata su due aspetti: il primo, con la descrizione e la focalizzazione
nel dettaglio delle unità dipendenti dal Comando Italiano Truppe alla Montagna
( in totale 5000 uomini armati) e il secondo sulla descrizione delle offensive
tedesche in ottobre, novembre, dicembre 1943 e gennaio 1944 e le relative
considerazioni.
La seconda Relazione
è stata svolta da Lia Tosi, collaboratrice prima al progetto, dal titolo”Ai
Pistoiesi sui monti albanesi con affetto”, in cui sono state illustrare le
vicende, documentati fino ad oggi, di oltre 60 soldati pistoiesi e toscani in
Albania; la relazione ha avuto il corredo della proiezione di fotografie
originali sia dei soldati che dei luoghi.
La Terza relazione è
stata svolta da Nevila Nika, dal titolo “Storie di italiani dopo l’8 settembre
in Albania”, in cui vengono portate notizie e informazioni frutto di accurate
ricerche archivistiche e documentali.
Al termine è stato dato spazio agli studenti della 5°
Automazione e della 5B Meccanica dell’Istituto “Fedi-Fermi” di Pistoia, che
hanno letto alcuni brani dal diario di prigionia del tenente colonnello Pietro
Palmati. Pietro Palmati si avviò in prigionia da Tirana, dopo aver sottratto ai
tedeschi un autocarro, col quale intendeva recarsi sulla costa per trovare un
imbarco per l’Italia. Fu internato nei campi
in Germania, fra gli altri Schenstocowa, in Polonia, Norimberga, Hesepe,
Meppen,Versen. Gli studenti che hanno letto i brani sono Alessio Caschino,
Mishael Pastrana Castellanos, Daniel Lleshaj.
La Quarta relazione stata svolta da Milovan Pisarri, sul tema
“Ebrei profughi in Kosovo, Montenegro Albania”, in cui è stata tracciata la
vicenda estremamente interessante di questo segmento dell’Olocausto abbastanza
poco conosciuto.
A nome delle della rappresentanza diplomatica
d’Albania in Italia, ha preso la parola lo scrittore Visar Zhiti, che, oltre ai
saluti, ha anche tracciato un interessante quadro a sfondo letterario dei
rapporti tra l’Italia e l’Albania attraverso scrittori, poeti e personaggi di
cultura albanesi.
La sessione
mattutina si è conclusa con l’intervento non in programma del soldato pistoiese
Ciccarelli che ha combattuto in
Montenegro nella fila della Divisione Venezia, prima, e 2Garibaldi” dopo: Un
contributo commovente, entusiasmante ed appassionato, con considerazioni a
tutto tondo sul perché delle guerre e sui sistemi economici oggi predominati.
L’appassionata testimonianza del soldato Ciccarelli, che ha commosso tutti i
presenti, ha concluso la prima parte della Giornata.
Nell’intervallo, con
la presenza dell’Assessore Tina Nuti, in cui come tradizione e prassi i
partecipanti si scambiano le loro impressioni e le loro idee, si è avuto modo di ammirare, nella Piazza di
Pistoia davanti al Municipio, la lapide dedicata ai volontari pistoiesi che nel
febbraio 1945 partirono da Pistoia per arruolarsi nei Gruppi di Combattimento
dell’Esercito Italiano, schierato sulla linea gotica. Molti di loro avranno
incontrato in queste fila soldati provenienti dal Montenegro e dall’Albani, che
in modo avventuroso avevano raggiunto Bari e le altre città pugliesi e si erano
arruolati prima nel I Raggruppamento Motorizzato, e poi nel Corpo Italiano di
Liberazione.
La seconda parte
della giornata, quella pomeridiana, è stata presideduto da Massimo Coltrinari, il
quale ha immediatamente dato la parola e lo spazio alla Prima relazione, di
Erik Godetti, “La Divisone Garibaldi nella tempesta: 2 dicembre 1943 – 30
giugno 1944” ,
relazione che ha spiegato ed illustrato con dovizia di particolari le
operazioni di questa divisione partigiana inserita nelle fila dell’Eserciti di
Liberazione Jugoslavo.
Al termine è stata
data la parola a Sergio Goretti, direttore del periodico 2Camicia Rossa”, trimestrale della Associazione Nazionale
Veterani e Reduci Garibaldini, che oltre a portare il saluto del presidente
Nazionale, ha tracciato un breve quadro delle attività svolte dal periodico a
favore dei reduci della Divisione “Garibaldi”. Un gesto veramente apprezzato,
fra il numeroso pubblico è stato distribuito in originale il numero 2
Aprile-Giugno 1992 in
cui vi è il lungo articolo dedicato alla inaugurazione del Cippo, posto alle “Fornaci”
dedicato alla Divisione Garibaldi, per opera e volontà anche dell’allora
sindaco Marcello Bucci, recentemente scomparso.
La Seconda relazione del pomeriggio, è stata
svolta da Armando Potassio, sul tema” il mito garibaldino nei Balcani ed il suo
uso nella resistenza jugoslava”, con interessanti note di collegamento tra il
primo ed il secondo risorgimento, excursus sulle attività della eredità
garibaldina di fine secolo , nella prima guerra mondiale fino al periodo molto
difficile tra le due guerre mondiali.
La Terza relazione
stata svolta da Slavo Burzanovic, “il ricordo dei soldati italiani nel
Montenegro attraverso tre storie”. Storie che sono state puntualmente
raccontate compresa la terza che riguarda personalmente il relatore la cui
famiglia ha avuto dagli Italiani uccisi alcuni componenti, mentre altri sono
caduti accanto a soldati italiano combattenti i tedeschi.
E’ stata data la parola,
quindi a Massimo Rossi, figlio di un combattente della V brigata in Albania che
ha portato la sua testimonianza con gli occhi di un figlio
L’ultima relazione è
stata svolta da Riccardo Baffi, sul tema "Gli internati militari italiani.
Una introduzione al tema”, in cui partendo dai testi base elaborati da storici tedeschi
negli anni ’90, con approcci e considerazioni pacate e misurate ma intersanti,
frutto del distacco generazionale con gli avvenimenti.
Ha chiesto la
parola, quindi, Giorgio Attracchi, che ha esternato alcune sue considerazioni
sulla relazione di Riccardo Baffi ed altre di carattere generale, portando
quindi anche il suo contributo ai lavori.
Massimo Coltrinari
ha quindi tratto le conclusioni scientifiche della giornata incentratte sul
concetto, tratto dalla nota epigrafe di Peltro Calamendrei, senatore eletto a
Pistoia, , in quel passo che recita”…”di
questo patto giurato fra uomini liberi che volontari si adunarono per dignità
non per odio decisi a riscattare la vergogna ed il terrore del mondo.”, ed
ha tracciato i temi delle prossime degli anni avvenire, prima fra tutte quella
del prossimo anno in cui si tratterà ed approfondirà il tema relativo alla
ricostruzione delle forze combattenti in Albania dopo le distruzione
dell’inverno1943-1944, le operazioni nella primavera estate 1944 fino alla
liberazione di Tirana nel novembre 1944.
La parola è stata
data per le conclusioni generale al sindaco Samuele Bartinelli, che ha anche
colto l’occasione per ringraziare tutti i presenti della loro partecipazione.
Ai lavori è stato
presente un numeroso pubblico, tra il quale, il Prefetto di Pistoia, e il
Comandante Provinciale della Guardia di Finanza ed altre autorità.
Le relazioni saranno
raccolte in appositi atti e messe a disposizione. Per contatti e informazioni,
estensore di questa nota, Massimo Coltrinari (massimo.coltrinari@libero.it)
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