- Internamento.
- Metodologia e Definizioni 1.
- La differenza tra campo di concentramento e prigione.
La ricerca è imposta su questi
presupposti.
Una linea precisa di
determinazione e di confine tra campo di concentramento e prigione non è facile
da stabilire. Il lavoro forzato non prmette di stabilire alcun confine, in
quanto anche in prigione, oltre che al campo si lavora e non poco. Come primo
approccio si può dire che il campo di concentramento che è alla base di un
sistema di un insieme concentrazionario, e che lo può distinguere dalla
prigione, è l’inquadramento giudiziario. La prigione,in linea di massima è
riservata a elementi della collettività che sono state giudicate da un
tribunale o in modo preventivo con la carcerazione preventiva; la detenzione è
di tipo penale, con un inizio e duna fine stabiliti; il campo di concentramento
è destinato a elementi della colletività extragiudiziari, che sono tali
attraverso una determinazione amministrativa, ovvero accoglie anche i casi “dubbi”, i sospetti, i nocivi per
antonomasia, e coloro che non hanno commesso atti criminali ma si teme che li
compiranno, essendo potenzialmente dannosi per la società. Altro
ulteriore elemento di distinzione. La prigione ospita gli elementi ritenuti più
pericolosi e nefasti per la società e che sono stati riconosciuti tali.
La definizione che si suggerisce
per il campo di concentramento – sistema concentrazionario è quella di Olga
Wormser-Migot il campo di concentramento
–“ il sistema concentrazionario è un mezzo supplementare parallelo all’apparato
di repressione legale ed ufficiale, di cui una società di dota per estromettere
uomini e donne che ufficialmente non si sono macchiati di alcun crimine e che,
per tale ragione, non possono essere giudicati dal normale apparato
giudiziario.
Altro approccio suggerito: il
campo di concentramento è il domino dell’arbitrio più assoluto, e concerne le
masse, il collettivo, con una funzione che è quella di “concentrare”, da qui il nome, in gran numeri non tanto individui,
quanto membri di categorie ritenute pericolose “anazionali”, “araziali”,
“asociali” percepite come sospette, pericolose, dannose e questa percezione è
data per definizione. Dal punto di
vista amministrativo le chiavi di lettura sono “sospetti” “elementi socialmente
pericolosi”, “uso della reclusione extragiudiziaria e preventiva”
Bibliografia Olga Wormser-Migot, L’Eredes Camps, Pais, 10/10, 1973.
Ulteriori dati ed informazioni su
www.internametnoereticolati.blogspot.com;
Nessun commento:
Posta un commento