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mercoledì 30 settembre 2020

1938 L'umanità negata

 Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah 

Via Piangipane, 81 - Ferrara

Riapre martedì 22 settembre al MEIS il percorso multimediale “1938: l’umanità negata”, a cura di Paco Lanciano e Giovanni Grasso. Una iniziativa promossa dalla Presidenza della Repubblica con il contributo del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca-Miur e il sostegno di Intesa Sanpaolo.
Fortemente voluta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la mostra è stata esposta nel 2018 al Quirinale in occasione degli ottanta anni dalla promulgazione delle leggi razziali e costituisce la prima parte dell’allestimento del MEIS dedicato alla Shoah.
Attraverso l’uso di multimediali con immagini e filmati d’epoca, documenti originali e installazioni, “1938: l’umanità negata” crea una esperienza immersiva che permette al visitatore di entrare in contatto con il dramma delle leggi razziali, l’esclusione sociale, la persecuzione nazifascista e lo sterminio.
Il percorso concepito dai due curatori è infine arricchito al MEIS dall’installazione site-specific dell’artista israeliano di fama internazionale Dani Karavan, creata per ricordare l’esperienza italiana della Shoah.

sabato 19 settembre 2020

Il Capodanno Ebraico

 La sera di venerdì 18 settembre, corrispondente con il 1° giorno del mese ebraico di Tishrì, inizia Rosh Hashanà, il Capodanno ebraico che segna l'ingresso nell'anno 5781. Durante la sera, riuniti a cena con tutta la famiglia, si usa intingere uno spicchio di mela o un pezzo di pane nel miele augurando un anno dolce come dolce è il sapore del miele.

Alcuni celebrano il seder (ordine) consumando delle pietanze dal forte valore simbolico, tra queste la melagrana. Mangiando il frutto si chiede che i nostri meriti siano numerosi come i chicchi, un auspicio per l'anno a venire.

Con Rosh Hashanà inizia il periodo delle principali ricorrenze ebraiche, dieci giorni dopo cade infatti il giorno del digiuno di Kippur e il 15 di Tishrì inizia Sukkot, la festa delle capanne che si conclude con Simchat Torà, il giorno in cui in sinagoga si legge l’ultimo passo della Torà, ricominciando immediatamente dopo la sua rilettura per non interrompere il ciclo. Questo periodo è incentrato sull'espiazione, l'analisi di coscienza, l'impegno a migliorare le proprie azioni e ad avere un comportamento di maggiore rispetto verso il prossimo; gli ebrei ovunque si trovino iniziano un percorso per chiedere perdono delle proprie trasgressioni, un cammino di rinnovamento e rinascita lasciando indietro quanto di negativo è successo nell'anno precedente.

A Capodanno si invoca l’amore dell’Eterno verso le Sue creaturechiedendo di ricevere un giudizio favorevole per il nostro comportamento e di poter essere iscritti sul Libro della Vita.

 

In attesa di potervi accogliere nella prossima grande mostra del MEIS “Oltre il ghetto. Dentro & fuori” - curata da Andreina Contessa, Simonetta Della Seta, Carlotta Ferrara degli Uberti e Sharon Reichel - che verrà inaugurata il prossimo marzo del 2021, il Presidente del MEIS Dario Disegni e il Direttore Amedeo Spagnoletto vi augurano Shana Tovà Umetukà, che sia un anno buono e dolce come il miele e colmo di meriti come i chicchi della melagrana.

 

(Traduzione del testo in ebraico tratto dalle preghiere di Capodanno “Re che ami la vita ricorda le Tue creature con amore – Buon anno". Illustrazione di Giulio Stabellini)

lunedì 7 settembre 2020

Istruzione e resistenza in epoca nazista 2

di Alessia Biasiolo                                                                                                                         La questione della resistenza tedesca al nazismo è controversa. Infatti, molti personaggi anche illustri si sono affrettati, a guerra finita, a definirsi artefici di movimenti di spionaggio o di resistenza, fondatori della “Rosa Bianca” stessa, eccetera, forse per sfuggire a lunghe pene detentive dopo essersi trovati agli arresti per sospetta collusione con il regime dittatoriale. Non per tutti coloro sono state trovate prove certe, pertanto ancora oggi la Storia nutre dei dubbi che non può, in mancanza di documentazione, sfatare. Opporsi al regime nazista non fu semplice. Per sintetizzare la posizione tedesca, di più strati sociali in vari anni dalla proclamazione di Hitler a capo del Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori, si pensava che il programma politico così abilmente ostentato si sarebbe poi ridimensionato una volta raggiunto il potere. Quando, però, alcuni si resero conto che tutto si stava, invece, realizzando proprio come Hitler aveva pianificato, era troppo tardi per organizzare una qualche forma efficace di protesta. Eletto cancelliere ed entrato nei pieni poteri nel 1933, Hitler dispose immediatamente l’eliminazione di ogni forma di opposizione, soprattutto interna al partito (vedasi la tristemente famosa Notte dei Lunghi Coltelli).
I dati degli arresti a seguito dei controlli della Gestapo testimoniano che prese di posizione ci sono state. In meno di sei anni, circa un milione di tedeschi furono inviati nei campi di concentramento, il primo dei quali era stato aperto nel 1934. Attività antinazista è stata imputata a oltre duecentomila persone condannate a pene detentive in carcere; a circa due anni dalla salita a ruolo di cancelliere di Hitler, pare esistessero migliaia di centri clandestini di diffusione di volantini antinazisti. Molti oppositori erano appartenenti a partiti di sinistra, altri erano oppositori cattolici. Quella rete antinazista può spiegare la serie di attentati ai quali il Führer sfuggì durante la dittatura.
Neppure si deve dimenticare che il grande nemico del Terzo Reich, assieme agli ebrei, erano i comunisti, pertanto anche verso di loro si era concentrata l’azione repressiva e, di fatto, eliminatoria sin dai primi tempi del regime, a cominciare dall’incendio del Reichstag.
“Il vasto incendio del Parlamento segna l’ultimo conato del comunismo in Germania mentre il trionfo elettorale di Hitler apre un nuovo periodo della storia tedesca”, recitava il testo introduttivo al filmato Luce che documentava, in Italia, la vastità dell’incendio stesso, avvenuto il 27 febbraio 1933 per mano nazista per incolpare comunisti, ed eventualmente ebrei, del danno alla Germania. Nei pressi del Parlamento venne trovato il definito agitatore comunista Marinus Van der Lubbe, un muratore olandese ventiquattrenne che aveva fallito il progetto di trasferirsi in Unione Sovietica. Sotto tortura, ammise di essere stato lui a dare fuoco al Parlamento e l’episodio diede spazio ai nazisti per chiedere all’anziano presidente tedesco di firmare il Decreto dell’Incendio del Reichstag che aboliva la maggior parte dei diritti della Repubblica di Weimar, reintroducendo la pena di morte. A seguito di questo, fu possibile condannare a morte Van der Lubbe nel 1934. Il colpo di mano si rivelava di fatto utile per smorzare la possibilità di non avere un plebiscito alle elezioni federali del 5 marzo 1933, le ultime in Germania ad essere pluripartitiche prima della dittatura. Il partito di Hitler ottenere una percentuale intorno al 45%, ma il Partito Socialdemocratico e il Partito Comunista insieme ottennero comunque circa il 30% dei voti, addirittura sopravanzando il Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori in due casi, tra cui Berlino, dove ottennero addirittura oltre il 50% dei voti. A quel punto non fu più ostacolata la strada al totalitarismo hitleriano che si stava componendo in fretta, approvando leggi che mettessero subito in pratica il progetto politico. In occasione delle elezioni, per dichiarati motivi di sicurezza, molti esponenti comunisti vennero arrestati e incarcerati, così come sindacalisti e antinazisti in genere. Nel nuovo insediamento venne definito finito lo Stato di diritto e finite le garanzie civili per i cittadini. Già con il Decreto di incendio del Reichstag erano finiti la libera associazione, il diritto di riservatezza della posta, ad esempio. Ora si optava per esautorare il Parlamento dei suoi poteri, che di fatto non aveva più, mentre a breve verrà creata la Gestapo, la polizia politica. Locali pubblici come le mitiche birrerie tedesche, vennero messe sotto stretto controllo delle SA e delle SS. Proprio le birrerie, forse sapendo Hitler quanto potessero diventare pericolose! (continua con post in data 5 ottobre 2020)