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sabato 19 settembre 2020

Il Capodanno Ebraico

 La sera di venerdì 18 settembre, corrispondente con il 1° giorno del mese ebraico di Tishrì, inizia Rosh Hashanà, il Capodanno ebraico che segna l'ingresso nell'anno 5781. Durante la sera, riuniti a cena con tutta la famiglia, si usa intingere uno spicchio di mela o un pezzo di pane nel miele augurando un anno dolce come dolce è il sapore del miele.

Alcuni celebrano il seder (ordine) consumando delle pietanze dal forte valore simbolico, tra queste la melagrana. Mangiando il frutto si chiede che i nostri meriti siano numerosi come i chicchi, un auspicio per l'anno a venire.

Con Rosh Hashanà inizia il periodo delle principali ricorrenze ebraiche, dieci giorni dopo cade infatti il giorno del digiuno di Kippur e il 15 di Tishrì inizia Sukkot, la festa delle capanne che si conclude con Simchat Torà, il giorno in cui in sinagoga si legge l’ultimo passo della Torà, ricominciando immediatamente dopo la sua rilettura per non interrompere il ciclo. Questo periodo è incentrato sull'espiazione, l'analisi di coscienza, l'impegno a migliorare le proprie azioni e ad avere un comportamento di maggiore rispetto verso il prossimo; gli ebrei ovunque si trovino iniziano un percorso per chiedere perdono delle proprie trasgressioni, un cammino di rinnovamento e rinascita lasciando indietro quanto di negativo è successo nell'anno precedente.

A Capodanno si invoca l’amore dell’Eterno verso le Sue creaturechiedendo di ricevere un giudizio favorevole per il nostro comportamento e di poter essere iscritti sul Libro della Vita.

 

In attesa di potervi accogliere nella prossima grande mostra del MEIS “Oltre il ghetto. Dentro & fuori” - curata da Andreina Contessa, Simonetta Della Seta, Carlotta Ferrara degli Uberti e Sharon Reichel - che verrà inaugurata il prossimo marzo del 2021, il Presidente del MEIS Dario Disegni e il Direttore Amedeo Spagnoletto vi augurano Shana Tovà Umetukà, che sia un anno buono e dolce come il miele e colmo di meriti come i chicchi della melagrana.

 

(Traduzione del testo in ebraico tratto dalle preghiere di Capodanno “Re che ami la vita ricorda le Tue creature con amore – Buon anno". Illustrazione di Giulio Stabellini)

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