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venerdì 9 dicembre 2022

Compendio 1945. III Fronte Internamento. L''inferno nell'Inferno

 

 

Vari furono gli eccidi che si commisero a danno degli internati italiani in Germania. Nel 1944 si diffusa la voce ripetuta da varie fonti che a Leopoli, oggi in Ucraina, furono uccisi 2000 soldati italiani. Nel 1988 si sparse la voce, soprattutto ad opera di giornalisti polacche che a Leopoli i tedeschi avevano ucciso 10.000 soldati italiani, per lo più internati a Leopoli. Inoltre altre fonti attestano che dai 1000 ai 2000 soldati italiani siano stati uccisi a Siedice e a Chelmo. Una commissione di militari e di storici di alto livello nominata dall’allora Ministro della Difesa, Giovanni Spadolini, dopo un anno di indagine, accertò con prove inconfutabili che tutte le fonti erano infondate e che, alla prova dei fatti. Il numero dei soldati presenti nel  1944 e 1945 nell’area di Leopoli non ammontava alle cinfre indicate. Inoltre incideva molto il fatto che in questa area erano stati allestiti diversi magazzini militari italiani di vestiario ed equipaggiamento e con la crisi del settembre 1943 furono abbandonati, e successivamente saccheggiati dalla popolazione; pertanto molti indossarono divise italiane, ma non erano soldati italiani.[1]

 

Una costellazione di eccidi in quel marzo aprile 1945, spesso senza significato apparente, che colpiva non solo gli italiani ma tutti gli internati in Germania, che a buon ragione permette di dire che gli ultimi due mesi di guerra in Germania sia veramente stato “l’inferno nell’inferno”, ulteriore caratterizzazione di questo fronte, che per lo più è anche di difficile documentazione.



[1] Ministero della Difesa, Commissione Ministeriale d’indagine sul presento eccidio di Leopoli avvenuto nell’anno 1943, Relazione conclusiva, Roma, 1988. Inoltre vd. Schreiber G., Gli Italiani internati nei campi di concentramento del III Reich. 1943 -1945. pag. 752 e segg.

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