Nel nostro sistema giuridico il
principio vigente è il seguente “meglio cento colpevoli in libertà che un
innocente in prigione”. Questo assioma discende da una Costituzione che mira a
garantire il cittadino al massimo della
legalità in tema di sanzione e di pena. Tale principio è rovesciato in
quelle Costituzioni o leggi fondamentali in cui si privilegia le peculiarità
della sicurezza dello Stato che fanno premio sulle libertà individuali. Ad
esempio nella Germania Hitleriana si adottò il principio “meglio mettere degli
innocenti in prigione che rischiare di lasciarsi fuggire un nemico”. Nella
Unione Sovietica ci si preoccupava di più nel prevenire la impunità di un
colpevole che la condanna di un innocente.
Il Campo di concentramento serve ad
isolare un individuo o un gruppo di individui che lo Stato considera, in via
amministrativa, pericolosi alla sua sicurezza, o potenzialmente pericolosi o
nemici. Questo non a seguito di una pronuncia della Magistratura ma sulla base
di semplici indizi di polizia, in certi casi a prescindere o meno dallo stato
di guerra.
Negli Stati che adottano principi
garantistici, il campo di concentramento, in tempo di pace, non serve; ad esso
si ricorre in tempo di guerra per isolare i cittadini dello stato nemici siano
essi militari o civili. Nello Stato totalitario a forte connotazione ideologica
il campo di concentramento serve ad isolare dal resto della società quegli individui
o gruppi di individui che non mostrano di aver completamente accettato
l’ideologia; nel contempo il ricorso al campo di concentramento terrorizza, con
la semplice esistenza, la popolazione civile; nel contempo si ha la possibilità
di utilizzare manodopera a bassissimo costo, che viene impiegata in brandi
opere del regime oppure inserita in uno sforzo globale economico. Nello stato
ideologico totalitario, e nel corso della Storia, abbiamo avuto solo
l’esperienza nazista, il campo di concentramento è stato utilizzato come
strumento per l’epurazione sociale e razziale, o di gruppi ritenuti dannosi
alla società, come malati mentali, cronici e terminali.
Queste funzioni il campo di
concentramento le può svolgere tutte assieme o in parte, o in combinazione tra
loro. A secnda delle epoche storiche e degli Stati.
Sulla base di queste funzionisi può
avanzare una classificazione del campo di concentramento. Come primo approccio,
sulla base di quanto detto sopra, si possono individuare tre tipi di campo di
concentramento, che sviluppa la seguente
classificazione:
- campo di concentramento di
detenzione temporanea
- campo di concentramento vero e
proprio
- campo di concentramento di
sterminio
Campo di concentramento di detenzione temporanea
Il Campo di concentramento di
detenzione temporanea è il campo ove si raccolgono cittadini in via temporanea,
per esigenze particolari, contingenti. Questo tipo di campo ha una funzione
transitoria per determinate circostanze. Tipico di questa categoria è il campo
di concentramento per prigionieri di guerra; questo campo, infatti, ha una
funzione riferita alla sola durata del conflitto; a fianco di questo campo vi è
il campo di concentramento per internamento per civili, che ivi vi sono
internati solo per la durata del conflitto; i soggetti sono cittadini dello
Stato o della coalizione nemica, in cui si è in guerra; accanto ad essi vi
possono essere cittadini dello Stato che sono in disaccordo con lo Stato ( es.
contrari alla guerra, pacifisti, obbiettori di coscienza, o altre categorie di cittadini di varia
natura eversiva).
In questo tipo di campi di
concentramento non viene praticato il lavoro forzato. Il lavoro è quello
previsto dalla Convenzioni Internazionali ed è regolato e retribuito. La
funzione che essi svolgono è solo preventiva e detentiva in via provvisoria.
Sono aperti al controllo delle Organizzazioni Umanitarie Internazionali. Questo
tipo di campo è utilizzato da tutti gli Stati, a prescindere dalla loro
struttura, siano essi liberali, democratici, , dittatoriali, autoritari
totalitari ecc.
Campo di concentramento vero e proprio
Questo è il tipo di campo di
concentramento che ha una funzione precisa nell’esercizio del controllo delle
masse. Ha carattere permanente ed è aperto, a prescindere o meno dalla presenza
dello stato di guerra. Per lo più vi accoglie “nemici” interni dello Stato o
come tali vengono indicate determinate categorie di cittadini. In questo tipo
di campo vige la logica dell’abbruttimento, materiale e morale, della
rieducazione, del lavoro forzato e dell’annientamento. E’ uno strumento di
repressione e di terrore per lo Stato che lo adotta, per lo più autoritario,
totalitario e dittatoriale e rappresenta l’ultimo segmento del progetto
politico che lo stato rappresenta.
Si può dire che la individuazione
della esistenza di questo tipo di campo di concentramento rileva se uno Stato
ha fondamenti totalitari o meno.
Esempi nella Storia di questo tipo di
campi di concentramento sono stati i KZ hitleriani per il periodo 1933 -1939;
quelli del GULAG sovietico o quello del periodo di fine secolo del comunismo
cinese, il laogai.
Campo di concentramento di sterminio
Il campo di concentramento di
sterminio ha solo l’apparenza di un campo di concentramento. A rigore questo
tipo di campo di concentramento non dovrebbe essere incluso nella
classificazione che stiamo analizzando. Mentre il campo di concentramento di
detenzione temporanea ha una sua funzione in relazione allo stato di guerra e
limitata nel tempo e il campo di concentramento di internamento vero e proprio
rappresenta uno strumento di politica di
uno Stato totalitario, ed in questa ottica le due tipologie sono consequenziali
alla definizione adottata, il campo di concentramento di sterminio è una cosa a
se stante, staccata da ogni nozione di “concentrare” e controllare un gruppo di
individui in un determinato luogo.
Il campo di concentramento di
sterminio è istituito per eliminare quei gruppi di individui a cui è stata
decretata per via amministrativa la morte. Questo tipo di campo è un semplice
terminale ( in base a quelli che sono esistiti terminali ferroviari) ove chi vi
giunge non ha diritto di sopravvivere ed è destinato solo ad essere sterminato.
In apparenza vi sono baracche e filo spinato, ma la funzione di questo tipo di campo
è quella di eliminare coloro che dovrebbe ospitare. Nel corso della Storia
questo tipo di campo di concentramento è stato aperto solo sotto il regime
nazista, nel periodo 1939-1945. i Nazisti aprirono 4 campo di concentramento di
sterminio: Belzec, Chelmo, Sobibor e
Treblinka; accanto a questo aprirono altri due campi, che sono in parte
campi di concentramento veri e propri e campi di concentramento di sterminio:
Auschwitz-Birkenau e Majdanek. Chi giungeva in questi due campi subiva una
selezione: a destra chi era in grado di lavorare e doveva essere sterminato con
sfinimento da lavoro; a sinistra donne, vecchi, bambini e non abili al lavoro
che doveva essere sterminato immediatamente.
Questa classificazione permette di
individuare tutti i campi di concentramento che gli Stati hanno aperto. Come
già accennato, gli Stati che si definiscono liberali o democratici, coinvolti
in un conflitto, hanno aperto campi di concentramento di detenzione temporanea.
Vedremo più avanti che sono stati aperti campi di concentramento di detenzione
temporanea al di fuori del conflitto da parte di Stati che si definiscono
liberali e democratici. Esempi possono essere fatti riferendoci alla Gran
Bretagna ed ai campi di concentramento aperti in Palestina prima e dopo il
1939-1945. [1]
Altro esempio si può fare con il campo di concentramento di detenzione
temporanea alla base di Guantanamo Bey[2]
Gli Stati autoritari, dittatoriali o totalitari fanno
ricorso al campo di concentramento vero e proprio che utilizzano come strumento
di azione politica per il raggiungimento dei loro fini, e in caso di conflitto
anche loro ricorrono, integrandoli con quelli esistenti, a campi di
concentramento di detenzione temporanea. Solo il regime nazista, in Germania,
dal 1939-1945 ha prodotto il campo di concentramento di sterminio; nemmeno il
sistema concentrazionario sovietico nella sua massima espressione arrivò a
questa tipologia.
Definiti questi tre tipi di campo di
concentramento che rappresentano la classificazione superiore, vi sono allo
stato pratico sottotipi di campi di concentramento, che però si rifanno sempre
a questa classificazione.
In una visione empirica ed osservando
la fenomenologia, possiamo elencare come sottotipi di campo di concentramento i
seguenti campi:
- speditivi
- occasionali
- di raccolta
- di transito
- di smistamento
- di assegnazione
- di lavoro
- di punizione
Occorre introdurre il concetto, nella
classificazione dei sottotipi di campo di concentramento, che per campo di
concentramento si deve superare lo stereotipo baracca –altana recinto di filo
spinato. Infatti è un campo di concentramento anche una villa in aperta
campagna ove sono raccolte delle persone che non possono lasciare la villa e
che devono seguire un determinato regolamento, fatto rispettare da agenti dello
Stato. E’ il caso dell’Italia del periodo 1938 -1943 in cui molti gruppi di
cittadini di origine ebrea furono relegati in case di campagna, ville,
strutture semipermanenti. Ancora rifacendosi all’Italia a cittadini di Stati
nemici, sempre nel periodo 1940-1943, che furono “internati” in luoghi scelti a
seconda delle circostanze. In questo caso si parla di campi di concentramento
occasionali.
Nella prigionia di guerra, nel
momento in cui termina il combattimento e inizia, sotto il profilo operativo,
lo sfruttamento del successo, si attua la fase della raccolta e invio
“all’indietro” dei prigionieri. In questo caso, questi sono raccolti in luoghi
organizzati “sul tamburo”: in questo caso si parla di campi di concentramento
speditivi.
L’organizzazione poi è tale che da
questi campi speditivi, la cui permanenza e breve si passa a campi di
concentramento di raccolta, e via via, di transito, e di smistamento, i cui
termini già indicano la funzione, per giungere al campo di concentramento
definitivo, che è quello di assegnazione.
Poi a seconda delle funzioni possiamo
avere i campi di concentramento di lavoro[3]
e di punizione, ove in questi sono raccolti elementi che non rispettano i
regolamenti o sono ritenuti più pericolosi degli altri e meritano un
trattamento più severo.
Una classificazione che si basa sulla
violenza che uno Stato intende esercitare nei confronti dei propri cittadini o
dei cittadini nemici o comunque stranieri che considera nemici è quella dovuta
ad Hannah Arendt, che prende a paragone quello che attende, secondo la
concezione cristiana, l’uomo dopo la sua morte fisica. Una classficazione che
adotta il principio che per certe categorie di uomini quello che lo attende
nell’aldilà già lo sperimenta su questa terra.
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