La giornata della memoria
Il 27 Gennaio è una data che ricorre
nella nostra vita, nelle nostre menti ma soprattutto nel nostro cuore. Questo è
infatti il giorno in cui si ricorda lo sterminio degli ebrei nei campi di
concentramento durante la dittatura nazista. Il 27 Gennaio è una delle
date più importanti del nostro calendario, una di quelle date indelebili,
impossibili da dimenticare. "Dimenticare" è proprio la parola d'
ordine dell'incontro che la nostra scuola , come tutti gli anni, ha
organizzato con degli ospiti per parlare di quello che viene ricordato come il
capitolo più vergognoso della storia italiana.
Il tema della giornata è stato : "Scrivendo i ricordi salviamo le nostre
radici e noi stessi".
Si è parlato, dunque, di quanto sia importante tramandare il ricordo
parlando di tutta la sofferenza che ha caratterizzato gli anni della Seconda
Guerra Mondiale, in modo tale da non dimenticare tutte quelle atrocità e
fissarle per sempre nella nostra memoria per non farle più accadere. Per
questa occasione sono state invitate la dott.ssa Pina Deiana, la dott.ssa
Fiorella Rathaus ed il poeta Claudio Damiani.
La giornata si è aperta con la
proiezione di un video il quale mostrava delle interviste fatte a dei testimoni
dell' Olocausto, alcuni già venuti in
passato nella nostra scuola, come il Sig.Mieli e la Sig.ra Lia Levi, che con le lacrime agli occhi e tanta
sofferenza riportavano gli anni della guerra, gli anni dove la loro casa
era un lager.
Tutti e due nati da famiglie ebree,
hanno vissuto esperienze completamente differenti . Il Sig .Mieli fu
imprigionato ad Auschwitz, costretto a lavorare duramente patendo la fame e
senza avere notizie dei suoi familiari. La Sig.ra Levi , invece, riuscì a salvarsi dai rastrellamenti
rifugiandosi in un collegio di suore a Roma insieme alle sue due sorelle. Una
testimonianza senza dubbio toccante è stata quella della sig.ra Springer tornata
a testimoniare nel campo di concentramento dove era stata prigioniera. La
signora, osservando quella prigione all' aperto, ricorda l' orrore della
sua esperienza quando lei e gli altri deportati erano stati privati oltre che
della loro personalità anche della dignità. In seguito al video ha preso la
parola la dottoressa Deiana esponendoci la funzione salvifica della scrittura, spiegando
quanto questa, appunto, possa
essere utile a noi stessi ed al nostro animo, per scrivere i propri ricordi,
anche quelli più profondi, riuscendo ad allontanare le ansie e le angosce di
cui non riusciamo a parlare. Proprio a questo proposito la dottoressa ci
ha fatto l'esempio di un suo paziente che con il suo aiuto, dopo moltissimi
anni è riuscito a scrivere i ricordi della sua commovente ed orribile
esperienza da rifugiato. Collegandosi all'esperienza di quest' uomo la dott.ssa
Rathaus, che lavora presso il consiglio italiano per i rifugiati, CIR, ci ha
spiegato il netto e visibile collegamento tra i rifugiati e gli ebrei
durante la shoah. Il rifugiato infatti è una persona che a causa di
persecuzioni per razza, nazionalità e religione la sua famiglia dovette
abbandonare il proprio paese. Molto interessante è stato anche
l'intervento del Sig.Damiani che ha utilizzato la metafora del fuoco per
parlare della guerra. Il poeta ha utilizzato questo elemento naturale il quale
accendendosi da una piccola scintilla può diventare una potente arma
distruttiva. L' incontro è terminato con la lettura della testimonianza
del padre della professoressa Lorenzini, anche lui vittima di quella tragica
prigionia. E’ stata una giornata particolarmente emozionante per il
grande peso storico, ma soprattutto morale, una giornata che, come tutti
gli anni ci ha ricordato che dimenticare tutto quello che è successo sarebbe
come ricommettere quelle follie.
Laura Tomassoni anni 17
Rita Anselmi anni 17
Leila Betti anni 17
Classe IV s Liceo Scientifico
Tecnologico
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