“ ENNIO BORGIA 697991 : UN SOPRAVVISSUTO A
DACHAU”
IL VIDEO
REALIZZATO DALL'ASSOCIAZIONE “UN RICORDO PER LA PACE” PER LE SCUOLE DEL
TERRITORIO
Una
testimonianza autentica delle contraddizioni e delle sofferenze della guerra
ha
ottenuto la concessione del logo ufficiale del 70° Anniversario della Resistenza e della
Guerra di Liberazione
di Elisa Bonacini
unricordoperlapace.blogspot.it
Anche ad Aprilia nella
vicinanza della giornata della Memoria del 27 gennaio grazie ad alcuni
sopravvissuti alla prigionia ancora viventi abbiamo la possibilità di
comprendere cosa realmente fu la deportazione nei campi nazisti durante la
seconda guerra mondiale.
Da quando con
l'intervento degli alleati si aprirono i cancelli dei campi di concentramento e
di sterminio, tra cui quello di Auschwitz il 27 gennaio 1945, e fu possibile
constatare quanto venisse barbaramente effettuato al loro
interno, poco si è parlato delle centinaia e centinaia di lager sparsi in tutta
Europa dove oltre agli ebrei vennero imprigionati milioni di persone per
tutt'altre motivazioni che quelle razziali.
Questi prigionieri non morivano
gassati come la maggior parte degli ebrei, ma per le stesse dure condizioni cui
erano sottoposti, le privazioni alimentari, le carenze igieniche, il duro
lavoro, le torture, le malattie. Su una stima complessiva di circa 13 milioni
di vittime furono circa 6 milioni i morti non ebrei in quei campi, ed è giusto
ricordarlo sempre.
L'Associazione “Un ricordo per la
pace” negli ultimi anni, particolarmente nell'ambito del progetto “MEMORIA AGLI
IMI “, ha svolto un' ampia ricerca nel territorio pontino ed ha raccolto la
testimonianza di molti ex militari, deportati ed internati nei campi di
concentramento; grazie all'interessamento dell'Associazione a molti di questi è
stata conferita la “Medaglia d'Onore” l'onorificenza
che dal 2007 viene concessa dal Governo Italiano a tutti i cittadini italiani –
civili e militari- e ove deceduti ai loro familiari che, dopo l’armistizio
dell'8 settembre 1943, furono catturati e detenuti dai tedeschi nei lager
nazisti, non accettando l’adesione alla R.S.I. o alle formazioni delle SS.
Per tutti gli altri che non ci sono
più la memoria della loro prigionia è mantenuta solamente attraverso i ricordi
dei familiari.
Tra le varie testimonianze sulla
deportazione raccolte dalla Associazione “Un ricordo per la pace” spicca quella di Ennio Borgia che nel 1944 a soli 16
anni venne deportato “per motivi politici” nel lager di Dachau in Germania.
Borgia è uno dei pochi
sopravvissuti non ebrei di Dachau ancora
vivente; nato a Roma nel 1927 risiede dagli anni '70 ad Aprilia. Nel settembre
2011 la scrivente Elisa Bonacini, presidente dell'Associazione apriliana “Un
ricordo per la pace” scoprì la sua storia, realizzando una video- intervista
che è stata organizzata nel video “ENNIO BORGIA 697991 : UN SOPRAVVISSUTO A
DACHAU” .
Il video nel 2015 ha
ottenuto la concessione del logo ufficiale delle celebrazioni del 70° Anniversario
della Resistenza e della Guerra di Liberazione rientrando nel Programma di iniziative curato dalla Presidenza del Consiglio dei
Ministri - Struttura di Missione per gli Anniversari di interesse nazionale.
Per una più facile
fruibilità dei contenuti, il filmato è articolato in capitoli tematici; il
racconto parte dagli antefatti della cattura nel 1944 fino a descrivere il
rientro in Italia dopo la liberazione del campo, che avvenne per l'intervento
degli americani il 29 aprile 1945.
Non sono state incluse
immagini sul crudele trattamento inflitto ai prigionieri nel lager e pertanto è
adatto ad un pubblico di qualsiasi età, a partire dalle Scuole Primarie.
Gli Istituti di Istruzione
interessati possono fare richiesta del dvd all' Associazione “Un ricordo per la
pace” all' indirizzo e-mail el.bonacini@gmail.com e concordare eventualmente, come è avvenuto
negli anni scorsi, un incontro degli studenti con Ennio Borgia.
LA STORIA
Ennio
Borgia nasce a Roma nel 1927 e cresce nella Roma del regime fascista. A 6 anni
rimane orfano di madre e vede mutare presto la sua condizione familiare con il
nuovo matrimonio del padre e la nascita di altri fratelli. Nel 1944 dopo le
conseguenze dell'armistizio e lo sbarco degli alleati ad Anzio, poco più che
sedicenne, vuole ricongiungersi al fratello Edelberto in Piemonte, aviere nella
Repubblica Sociale. A Venaria Reale nei pressi dell'aeroporto militare è
coinvolto in una sparatoria tra repubblichini ed un gruppo di partigiani monarchici.
Nella disperata ricerca di una via di scampo fugge per caso nella direzione dei
partigiani che lo incorporano nella loro formazione ancora in via di
organizzazione.
Il
giovanissimo
Borgia
trascorre
circa
due
mesi
con
questo
gruppo,
condividendone
le
peripezie
dalle
valli
del
torinese
sino
alla
provincia
di
Gorizia. A Sagrado
il probabile tradimento di un componente del gruppo porta i nazisti alla
cattura dei patrioti. Dopo un periodo di prigionia alla Risiera di San Sabba a
Trieste viene deportato quale prigioniero politico nel campo di concentramento
di Dachau in Germania, Qui inizia la lotta per la sopravvivenza tra le sevizie
delle SS e la protezione dei compagni italiani della baracca 25.
Dopo
la liberazione viene accolto e curato amorevolmente da una famiglia di Dachau,
che però gli nasconde un segreto terribile: il capofamiglia era una delle SS
del campo.
Racconta
nel video il
signor
Ennio che
finita
la
guerra avrebbe
voluto
dimenticare
quel
triste
periodo
della
sua
vita,
non
voleva
raccontare
quello
che
aveva
vissuto
nel
lager,
tanto
più
che
nei
rari
casi
in
cui
lo
aveva
fatto
si era reso conto di
non
essere
creduto.
“Non
era
credibile
che
si
potesse
sopravvivere
con
una
fettina
di
pane
e
poco
più
al
giorno,
e
che
le
SS
fossero
così
cattive”
sostenendo pure con
amarezza
che
poco
nel
corso
degli
anni
si
è
parlato
di
campi
di
concentramento
come
quello
di
Dachau, nei quali
decine
di migliaia di
prigionieri
di
diverse
nazionalità
(non
ebrei)morirono
a
causa
di
maltrattamenti,
soprusi e
sevizie
da
parte
dei
nazisti.
A
Dachau,
oltre
ad un esiguo numero di ebrei c'erano i prigionieri
politici
come Borgia (con il triangolo identificativo rosso), detenuti
comuni,
sacerdoti,
omosessuali,
zingari e testimoni
di Geova. I prigionieri
erano
sottoposti
per
futili
motivi
a
gravi
punizioni
corporali
sino
alla
morte
che
avveniva
per
impiccagione
o
per
fustigazione
ed
erano
utilizzati
come
cavie
per
crudeli
esperimenti
medici, tra
cui
il
congelamento
e
le
prove
di
resistenza
ad
alta
quota.
Lo stesso Borgia fu sottoposto a una cura sperimentale su un neo al volto.
Molti
prigionieri con handicap fisici e mentali, quindi inabili al lavoro, vennero
“gassati”
su
furgoni
predisposti.
Migliaia
di
cadaveri
vennero
cremati
nei
forni
crematori
del
campo.
“E'
bene
che
i
giovani
ascoltino
oggi
anche
questa
testimonianza"
si
augura
Ennio
“perché
questi
tragici
avvenimenti
non
accadano
mai
più,
in
una
società
dove
ognuno
deve
avere
la
possibilità
di
esprimere
in
un
pacifico
confronto
la
propria
opinione,senza
per
questo
essere
considerato
un nemico
e
sterminato
come
tale.”
Una
testimonianza autentica quella di Borgia che esprime le contraddizioni e le
sofferenze insite nella guerra che nelle sue follie trascina spesso le persone
più umili ed innocenti. Presto la storia di Borgia sarà proposta anche un
libro, a cura di Elisa Bonacini.
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