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lunedì 11 gennaio 2016

Elisa Bonacini ed un altro traguardo raggiunto

“ ENNIO BORGIA 697991 : UN SOPRAVVISSUTO A DACHAU”

IL VIDEO REALIZZATO DALL'ASSOCIAZIONE “UN RICORDO PER LA PACE” PER LE SCUOLE DEL TERRITORIO

Una testimonianza autentica delle contraddizioni e delle sofferenze della guerra

 ha ottenuto la concessione del logo ufficiale del 70° Anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione



di Elisa Bonacini
unricordoperlapace.blogspot.it

Anche ad Aprilia nella vicinanza della giornata della Memoria del 27 gennaio grazie ad alcuni sopravvissuti alla prigionia ancora viventi abbiamo la possibilità di comprendere cosa realmente fu la deportazione nei campi nazisti durante la seconda guerra mondiale.
Da quando con l'intervento degli alleati si aprirono i cancelli dei campi di concentramento e di sterminio, tra cui quello di Auschwitz il 27 gennaio 1945, e fu possibile constatare quanto venisse barbaramente effettuato al loro interno, poco si è parlato delle centinaia e centinaia di lager sparsi in tutta Europa dove oltre agli ebrei vennero imprigionati milioni di persone per tutt'altre motivazioni che quelle razziali.
Questi prigionieri non morivano gassati come la maggior parte degli ebrei, ma per le stesse dure condizioni cui erano sottoposti, le privazioni alimentari, le carenze igieniche, il duro lavoro, le torture, le malattie. Su una stima complessiva di circa 13 milioni di vittime furono circa 6 milioni i morti non ebrei in quei campi, ed è giusto ricordarlo sempre.
L'Associazione “Un ricordo per la pace” negli ultimi anni, particolarmente nell'ambito del progetto “MEMORIA AGLI IMI “, ha svolto un' ampia ricerca nel territorio pontino ed ha raccolto la testimonianza di molti ex militari, deportati ed internati nei campi di concentramento; grazie all'interessamento dell'Associazione a molti di questi è stata conferita la “Medaglia d'Onore” l'onorificenza che dal 2007 viene concessa dal Governo Italiano a tutti i cittadini italiani – civili e militari- e ove deceduti ai loro familiari che, dopo l’armistizio dell'8 settembre 1943, furono catturati e detenuti dai tedeschi nei lager nazisti, non accettando l’adesione alla R.S.I. o alle formazioni delle SS.
Per tutti gli altri che non ci sono più la memoria della loro prigionia è mantenuta solamente attraverso i ricordi dei familiari.

Tra le varie testimonianze sulla deportazione raccolte dalla Associazione “Un ricordo per la pace” spicca quella di Ennio Borgia che nel 1944 a soli 16 anni venne deportato “per motivi politici” nel lager di Dachau in Germania.
Borgia è uno dei pochi sopravvissuti non ebrei  di Dachau ancora vivente; nato a Roma nel 1927 risiede dagli anni '70 ad Aprilia. Nel settembre 2011 la scrivente Elisa Bonacini, presidente dell'Associazione apriliana “Un ricordo per la pace” scoprì la sua storia, realizzando una video- intervista che è stata organizzata nel video “ENNIO BORGIA 697991 : UN SOPRAVVISSUTO A DACHAU” .
Il video nel 2015 ha ottenuto la concessione del logo ufficiale delle celebrazioni del 70° Anniversario della Resistenza e della Guerra di Liberazione rientrando nel Programma di iniziative curato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Struttura di Missione per gli Anniversari di interesse nazionale.
Per una più facile fruibilità dei contenuti, il filmato è articolato in capitoli tematici; il racconto parte dagli antefatti della cattura nel 1944 fino a descrivere il rientro in Italia dopo la liberazione del campo, che avvenne per l'intervento degli americani il 29 aprile 1945.
Non sono state incluse immagini sul crudele trattamento inflitto ai prigionieri nel lager e pertanto è adatto ad un pubblico di qualsiasi età, a partire dalle Scuole Primarie.
Gli Istituti di Istruzione interessati possono fare richiesta del dvd all' Associazione “Un ricordo per la pace” all' indirizzo e-mail el.bonacini@gmail.com  e concordare eventualmente, come è avvenuto negli anni scorsi, un incontro degli studenti con Ennio Borgia.
LA STORIA
Ennio Borgia nasce a Roma nel 1927 e cresce nella Roma del regime fascista. A 6 anni rimane orfano di madre e vede mutare presto la sua condizione familiare con il nuovo matrimonio del padre e la nascita di altri fratelli. Nel 1944 dopo le conseguenze dell'armistizio e lo sbarco degli alleati ad Anzio, poco più che sedicenne, vuole ricongiungersi al fratello Edelberto in Piemonte, aviere nella Repubblica Sociale. A Venaria Reale nei pressi dell'aeroporto militare è coinvolto in una sparatoria tra repubblichini ed un gruppo di partigiani monarchici. Nella disperata ricerca di una via di scampo fugge per caso nella direzione dei partigiani che lo incorporano nella loro formazione ancora in via di organizzazione.
Il giovanissimo Borgia trascorre circa due mesi con questo gruppo, condividendone le peripezie dalle valli del torinese sino alla provincia di Gorizia. A Sagrado il probabile tradimento di un componente del gruppo porta i nazisti alla cattura dei patrioti. Dopo un periodo di prigionia alla Risiera di San Sabba a Trieste viene deportato quale prigioniero politico nel campo di concentramento di Dachau in Germania, Qui inizia la lotta per la sopravvivenza tra le sevizie delle SS e la protezione dei compagni italiani della baracca 25.
Dopo la liberazione viene accolto e curato amorevolmente da una famiglia di Dachau, che però gli nasconde un segreto terribile: il capofamiglia era una delle SS del campo.
Racconta nel video il signor Ennio che finita la guerra avrebbe voluto dimenticare quel triste periodo della sua vita, non voleva raccontare quello che aveva vissuto nel lager, tanto più che nei rari casi in cui lo aveva fatto si era reso conto di non essere creduto.Non era credibile che si potesse sopravvivere con una fettina di pane e poco più al giorno, e che le SS fossero così cattive” sostenendo pure con amarezza che poco nel corso degli anni si è parlato di campi di concentramento come quello di Dachau, nei quali decine di migliaia di prigionieri di diverse nazionalità (non ebrei)morirono a causa di maltrattamenti, soprusi e sevizie da parte dei nazisti. A Dachau, oltre ad un esiguo numero di ebrei c'erano i prigionieri politici come Borgia (con il triangolo identificativo rosso), detenuti comuni, sacerdoti, omosessuali, zingari e testimoni di Geova. I prigionieri erano sottoposti per futili motivi a gravi punizioni corporali sino alla morte che avveniva per impiccagione o per fustigazione ed erano utilizzati come cavie per crudeli esperimenti medici, tra cui il congelamento e le prove di resistenza ad alta quota. Lo stesso Borgia fu sottoposto a una cura sperimentale su un neo al volto.

Molti prigionieri con handicap fisici e mentali, quindi inabili al lavoro, vennerogassatisu furgoni predisposti. Migliaia di cadaveri vennero cremati nei forni crematori del campo.E' bene che i giovani ascoltino oggi anche questa testimonianza" si augura Ennioperché questi tragici avvenimenti non accadano mai più, in una società dove ognuno deve avere la possibilità di esprimere in un pacifico confronto la propria opinione,senza per questo essere considerato un nemico e sterminato come tale.

Una testimonianza autentica quella di Borgia che esprime le contraddizioni e le sofferenze insite nella guerra che nelle sue follie trascina spesso le persone più umili ed innocenti. Presto la storia di Borgia sarà proposta anche un libro, a cura di Elisa Bonacini.



 

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