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giovedì 7 gennaio 2016

ENNIO BORGIA 697991 : UN SOPRAVISSUTO A DACHAU


di Elisa Bonacini 


Il video realizzato dall'Associazione “Un ricordo per la Pace” racconta l'esperienza di Ennio Borgia che nel 1944 alla giovane età di 16 anni venne deportato “per motivi politici” nel lager nazista di Dachau in Germania durante la seconda guerra mondiale.
Ennio Borgia è uno dei pochi sopravvissuti non ebrei al lager di Dachau ancora vivente; nato a Roma è residente dagli anni '70 ad Aprilia (LT) .
La storia, che emerge dalla testimonianza diretta dello stesso, per una più facile fruibilità dei contenuti, è stato articolata  in capitoli tematici; il racconto parte dagli antefatti della cattura nel 1944 fino a descrivere il rientro in Italia dopo la liberazione del campo, che avvenne per l'intervento degli americani il 29 aprile 1945.
Singolare l'amicizia che nacque nei giorni post liberazione con una famiglia di Dachau che lo accolse con affetto per qualche giorno nella propria abitazione. (Ad una successiva nostra ricerca abbiamo scoperto che il capofamiglia, assente in quei giorni nella casa, era una delle SS nel lager, ed anche la moglie vi lavorava come centralinista. Questi aspetti non sono trattati nel filmato).
Il filmato non contiene volutamente immagini sul trattamento inflitto ai prigionieri nel lager e pertanto è adatto ad un pubblico di qualsiasi età.

LA STORIA :
Ennio Borgia nasce a Roma nel 1927 e cresce nella Roma del regime fascista. A 6 anni rimane orfano di madre risentendo del mutamento della condizione familiare dovuto al matrimonio del padre ed alla nascita di altri fratelli.
Nel 1944, dopo le conseguenze dell'armistizio e lo sbarco degli alleati ad Anzio, poco più che sedicenne, vuole ricongiungersi al fratello Edelberto in Piemonte, aviere nella Repubblica Sociale. A Venaria Reale nei pressi dell'aeroporto militare è però coinvolto in una sparatoria tra repubblichini ed un gruppo di partigiani monarchici.
Nella disperata ricerca di una via di scampo fugge per caso nella direzione dei partigiani che lo incorporano nella loro giovane formazione ancora in via di organizzazione.
Il giovanissimo Borgia trascorre circa due mesi con questo gruppo, condividendone le peripezie dalle valli del torinese sino alla provincia di Gorizia.
A Sagrado il tradimento di un componente del gruppo porta i nazisti alla cattura dei patrioti. Dopo un periodo di prigionia alla Risiera di San Sabba a Trieste viene deportato quale prigioniero politico nel campo di concentramento di Dachau in Germania, Qui inizia la lotta per la sopravvivenza tra le sevizie delle SS e la protezione dei compagni italiani della baracca 25.
Dopo la liberazione viene accolto e curato amorevolmente da una famiglia di Dachau, che però gli nasconde un segreto terribile: il capofamiglia era  una delle SS del lager.
Racconta nel video il signor Ennio che finita la guerra avrebbe voluto dimenticare quel triste periodo della sua vita, non voleva raccontare quello che aveva vissuto nel lager, tanto più che nei rari casi in cui lo aveva fatto si era reso conto di non essere creduto.
“Non era credibile che si potesse sopravvivere con una fettina di pane e poco più al giorno, e che le SS fossero così cattive” sostenendo pure con amarezza che poco nel corso degli anni si è parlato di altri campi di concentramento come quello di Dachau, nei quali purtroppo decine di migliaia di prigionieri di diverse nazionalità (non ebrei).morirono a causa di maltrattamenti,soprusi e sevizie da parte dei nazisti.
A Dachau, oltre ai prigionieri politici ed a detenuti comuni c'erano sacerdoti, omosessuali e zingari e testimoni di Geova. I prigionieri erano sottoposti per futili motivi a gravi punizioni corporali, sino alla morte che avveniva per impiccagione o per fustigazione ed erano utilizzati come cavie per crudeli esperimenti medici, tra cui il congelamento e le prove di resistenza ad alta quota.
Lo stesso Borgia fu sottoposto a una cura sperimentale su un neo al volto.
Molti prigionieri con handicap fisici e mentali, quindi inabili al lavoro, vennero “gassati “su furgoni predisposti. Migliaia di cadaveri vennero cremati nei forni crematori del campo.
“E' bene che i giovani ascoltino oggi anche questa testimonianza" si augura il signor Ennio , “perché questi tragici avvenimenti non accadano mai più, in una società dove ognuno deve avere la possibilità di esprimere in un pacifico confronto la propria opinione,senza per questo essere considerato un nemico e sterminato come tale.”

Una testimonianza autentica delle contraddizioni e delle sofferenze della guerra che nelle sue follie trascina spesso le persone più umili ed innocenti. 

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