di Elisa Bonacini
Il video realizzato
dall'Associazione “Un ricordo per la Pace” racconta l'esperienza di Ennio
Borgia che nel 1944 alla giovane età di 16 anni venne deportato “per motivi
politici” nel lager nazista di Dachau in Germania durante la seconda guerra
mondiale.
Ennio Borgia è uno
dei pochi sopravvissuti non ebrei al lager di Dachau ancora vivente; nato a
Roma è residente dagli anni '70 ad Aprilia (LT) .
La storia, che emerge
dalla testimonianza diretta dello stesso, per una più facile fruibilità dei
contenuti, è stato articolata in
capitoli tematici; il racconto parte dagli antefatti della cattura nel 1944
fino a descrivere il rientro in Italia dopo la liberazione del campo, che
avvenne per l'intervento degli americani il 29 aprile 1945.
Singolare l'amicizia
che nacque nei giorni post liberazione con una famiglia di Dachau che lo
accolse con affetto per qualche giorno nella propria abitazione. (Ad una
successiva nostra ricerca abbiamo scoperto che il capofamiglia, assente in quei
giorni nella casa, era una delle SS nel lager, ed anche la moglie vi lavorava
come centralinista. Questi aspetti non sono trattati nel filmato).
Il filmato non
contiene volutamente immagini sul trattamento inflitto ai prigionieri nel lager
e pertanto è adatto ad un pubblico di qualsiasi età.
LA STORIA :
Ennio Borgia nasce a Roma nel
1927 e cresce nella Roma del regime fascista. A 6 anni rimane orfano di madre
risentendo del mutamento della condizione familiare dovuto al matrimonio del padre
ed alla nascita di altri fratelli.
Nel 1944, dopo le conseguenze
dell'armistizio e lo sbarco degli alleati ad Anzio, poco più che sedicenne,
vuole ricongiungersi al fratello Edelberto in Piemonte, aviere nella Repubblica
Sociale. A Venaria Reale nei pressi dell'aeroporto militare è però coinvolto in
una sparatoria tra repubblichini ed un gruppo di partigiani monarchici.
Nella disperata ricerca di una
via di scampo fugge per caso nella direzione dei partigiani che lo incorporano
nella loro giovane formazione ancora in via di organizzazione.
Il giovanissimo
Borgia trascorre circa due
mesi con questo gruppo,
condividendone le peripezie
dalle valli del torinese
sino alla provincia
di Gorizia.
A Sagrado il tradimento di un
componente del gruppo porta i nazisti alla cattura dei patrioti. Dopo un
periodo di prigionia alla Risiera di San Sabba a Trieste viene deportato quale
prigioniero politico nel campo di concentramento di Dachau in Germania, Qui
inizia la lotta per la sopravvivenza tra le sevizie delle SS e la protezione
dei compagni italiani della baracca 25.
Dopo la liberazione viene accolto
e curato amorevolmente da una famiglia di Dachau, che però gli nasconde un
segreto terribile: il capofamiglia era una delle SS del lager.
Racconta nel video
il signor Ennio che
finita la guerra avrebbe
voluto dimenticare quel
triste periodo della sua
vita, non voleva raccontare
quello che aveva vissuto
nel lager, tanto più
che nei rari casi
in cui lo aveva
fatto si era reso conto di non
essere creduto.
“Non
era credibile che si
potesse sopravvivere
con una fettina di
pane e poco più
al giorno, e che
le SS fossero così
cattive” sostenendo pure con
amarezza che poco
nel corso degli anni
si è parlato di
altri campi di concentramento
come quello di Dachau, nei
quali purtroppo decine di migliaia di
prigionieri di diverse
nazionalità (non ebrei).morirono
a causa di maltrattamenti,soprusi
e sevizie da parte
dei nazisti.
A Dachau,
oltre ai prigionieri
politici ed a
detenuti comuni c'erano
sacerdoti, omosessuali
e zingari e testimoni di Geova. I prigionieri
erano sottoposti per futili
motivi a gravi punizioni
corporali, sino alla
morte che avveniva per
impiccagione o per
fustigazione ed erano
utilizzati come cavie
per crudeli esperimenti
medici, tra cui il
congelamento e le
prove di resistenza
ad alta quota.
Lo stesso Borgia fu
sottoposto a una cura sperimentale su un neo al volto.
Molti prigionieri con
handicap fisici e mentali, quindi inabili al lavoro, vennero
“gassati “su furgoni
predisposti. Migliaia di
cadaveri vennero cremati
nei forni crematori
del campo.
“E'
bene che i giovani
ascoltino oggi anche
questa testimonianza" si
augura il signor Ennio
, “perché questi tragici
avvenimenti non accadano
mai più, in una
società dove ognuno
deve avere la possibilità
di esprimere in un
pacifico confronto
la propria opinione,senza
per questo essere considerato
un nemico e sterminato
come tale.”
Una testimonianza autentica delle
contraddizioni e delle sofferenze della guerra che nelle sue follie trascina
spesso le persone più umili ed innocenti.
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