Albania terra
natia
(sul campo di
Burrel)
Terra natia,
accogliente e
crudele.
Terra di fede
e d’onore.
Terra di eroi
e di martiri,
di eccidi e
vendette.
Terra
conquistata, straziata, sconvolta, liberata.
Terra amara,
custode matrigna delle spoglie di mio padre!
Terra
benedetta e maledetta,
rendimi le
sue ossa, vittima innocente di una dittatura infame!
Padre, hai
condiviso con i tuoi amici Angjel e Petrit *,
per sette
anni, le torture dei vigliacchi carnefici,
lo sgomento
della morte,
la speranza
del futuro,
sei stato
sepolto in questo arido campo.
Io so che sei
qui,
accanto al
ciliegio, saturo di sangue dei morti,
che ti
protegge nella pietosa ombra.
Il vento
sibila tra gli arbusti incolti,
porta le voci
confuse e i lamenti delle anime erranti.
Tu padre
fammi sentire la tua voce,
indicami la
via per riportarti in patria!
Nell’oblio
mortale, un grido di dolore ed una lacrima,
un pensiero
per Aurelia ed Aldo
sono stati
l’ultimo atto della tua vita terrena.
Un grido che
ora esplode in me,
accompagnato
da un pianto infinito:
perché,
perché?
Perché il
Dio degli uomini permette che uno di essi
sia padrone
di vita e di morte sugli altri?
Burrel,
marzo 1993
Aldo
Renato Terrusi
* Angjel
Kokoshi, Petrit Velai
compagni di cella a Burrel
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