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martedì 6 ottobre 2020

Kippur Il Giorno dell'Espiazione

 Domenica 27 settembre (corrispondente alla data ebraica del 10 di Tishrì) inizierà Kippur - il Giorno dell’Espiazione, uno dei momenti più solenni della vita ebraica. È noto che a Kippur si osserva il digiuno senza mangiare né bere fino allo spuntare delle stelle del giorno successivo, ma c'è un'altra caratteristica che contraddistingue questo tempo dedicato all'espiazione.

Ognuna delle preghiere che riempiono la giornata contiene almeno una"confessione dei peccati"Widdui in ebraico. Si tratta di un momento intimo, in cui la lettura di una serie di trasgressioni "tipo" non è altro che lo stimolo ad aprire i propri cuori e calarsi in un'attenta analisi del proprio comportamento. Capire insomma, dove, durante l'anno che è trascorso, avremmo potuto fare meglio, dove non siamo stati all'altezza, non abbiamo fatto prevalere l'umanità, nel senso più nobile del termine, ed abbiamo lasciato che superficialità, ignavia, trascuratezza di modi, prendessero il sopravvento. Il Widdui è uno strumento indispensabile per chi pensasse che possa bastare riconoscere di aver sbagliato, rimanere sul vago, ammettere in modo generale che la manchevolezza c'è stata, ma in fondo è congenita. 
Ed invece ciò che è richiesto è lo sforzo di riportare a galla quei dati che avevamo preferito archiviare nelle celle più nascoste della memoria: dove abbiamo sbagliato e perché. È solo in quel frangente che nasce la forza di affacciarsi a un nuovo anno nel migliore dei modi. 
Un maestro medievale ha fatto notare che nel giorno di Kippur è richiesto di riflettere attraverso la confessione dei peccati in ben 10 circostanze, pari alle volte in cui il Sacerdote, in questa giornata solenne, pronunciava il nome tetragramma di Dio ai tempi del Tempio. Questo ci può suggerire che il Widdui, circostanza in cui è richiesto di ritrovare se stessi, coincida con i momenti di maggiore spiritualità.

Kippur è un crescendo. Non è un caso che culmini quando, prossimi alla chiusura, per sette volte si invoca l'espressione "Iddio è il Signore"; a quel punto, quasi in risposta ad un appello arriva lo shofar, il corno di montone, che in questa solennità ricorda il suono che annunciava il giubileo, segno di libertà, di uguaglianza e sopratutto di fiducia in una umanità migliore.

 

Amedeo Spagnoletto

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