LA CRISI ARMISTIZIALE DEL 1943
Berlino
apprende che vari comandanti italiani hanno fatto accordi con le forze ribelli
del luogo; inoltre stanno consegnando armi e munizioni oltre ad equipaggiamenti
a queste forze ribellistiche, che si stanno rafforzando approfittando della
resa italiana. Hitler, preoccupato di questo andamento della situazione,
impartisce un secondo ordine, firmato dal feldmaresciallo Keitel, anche questo
definito “criminale”, emanato nella giornat del 12 settembre del seguente
tenore
“Per ordine del Fuhrer tutti i
reparti italiani che abbiano fatto cadere le loro armi nelle mani dei rivoltosi
od abbiano fatto questi causa comune, saranno trattati dopo la cattura nel
seguente modo:
-
Gli
ufficiali secondo la legge marziale dovranno essere fucilati
-
I
Sottufficiali ed i militari di truppa dovranno essere trasferiti ad est, a cura
della Direzione Affari generali della Wehrmacht/Capo reparto prigionieri di
guerra evitando se possibile il transito attraverso il Reich, per essere
impiegati come lavoratori a disposizione dello Stato Maggiore dell’Esercito/ Intendente
Generale”[1]
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