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sabato 9 gennaio 2021

Internamento di Guerra. Origine Il Caso di Cuba

 


L’internamento di guerra è applicato a due livelli: dai Comandi Militari e dagli organi centrali dello Stato. I Comandi militari negli scacchieri operativi operano l’internamento di guerra in relazione alla sicurezza delle truppe non tanto quelle di prima linea, quanto quelle operanti nelle retrovie. Il controllo della popolazione è essenziale per prevenire il fenomeno della guerriglia. Se si opera sul territorio nazionale le misure di internamento sono rivolte a potenziali cittadini ostili. Queste misure in genere si sommano a quelle già esistenti.

 Si fa risalire alla guerra coloniale condotta dalla Spagna a Cuba nel 1896-1898 l’esordio delle misure dell’internamento, ovvero la raccolta e la restrizione in un ambiente limitato e sorvegliato di civili in relazione alle operazioni militari in corso. Fu il comandante delle forze spagnole che per la prima volta, nel 1895,  pronunciò un termine che poi segno tutto l’internamento successivo : “ concentramento”, o, per essere più precisi, “riconcentramento” nel quadro dei suoi sforzi per mantenere la colonia cubana ancora in possesso della corona spagnola. Gli Spagnoli hanno difficoltà a domare l’insurrezione degli indipendentisti cubani e, sostituto il comandante in campo, inviano un comandante che adotta la linea dura. Emerge a questo punto uno dei presupposti dell’internamento di guerra: se si vuole ottenere la vittoria, occorre adottare misure  che fino ad allora non si erano adottate, ovvero emerge il noto principio, in fine giustifica i mezzi. Le iniziative che vengono prese, attraverso decreti ed ordinanze mirano ad impedire ai contadini cubani di sostenere gli insorti e quindi negare i mezzi di sussistenza alla ribellione; impedire alla popolazione cubana di acquisire informazioni sulla consistenza e sui movimenti delle truppe regolari spagnole; ridurre la propaganda rivoluzionaria; arrestare l’espandersi della ribellione, demoralizzare ed isolare sempre più i ribelli, adottando una massiccia azione di arresto dei familiari dei ribelli tenuti come ostaggi.



Le autorità militare spagnole in breve spopolano le campagne e “concentrano la popolazione contadine in aree ben delimitare, sorvegliate da una guarnigione spagnola. All’interno di queste aree vi è una certa libertà, ma ben presto iniziano a scarseggiare i messi di sussistenza e compare la fame. Chi si avventura fuori dalla zona indicata viene ucciso sul posto. La situazione in queste aree diventa sempre più difficile, dando una anteprima di quelli che saranno i campi di concentramento  del secolo breve.[1] Anche se non vi sono elementi per stabilire quale influenza l’internamento di guerra a Cuba abbia inciso sulle operazioni militari, sta di fatto che nel dicembre 1897 le autorità militari spagnole riprendo il controllo di tutta l’isola; le truppe spagnole mettono a segno una vittoria dopo l’altra, intere provincie vengono pacificate e molti capi della ribellione cadono sul campo. Ma quando la vittoria sembrava a portata di mano, si profila un nuovo elemento che non era stato considerato: l’intervento umanitario. Gli Stati Uniti, interessati al controllo dei Caraibi e quindi alla influenza su Cuba, accusano gli Spagnoli di atrocità verso le popolazioni civili; una campagna di stampa molto estesa, l’intervento della stessa Presidente della Croce Rossa degli USA, ed altre iniziative di neutrali, mettono in difficoltà gli Spagnoli che non sanno come reagire. Su queste premesse, l’esplosione di una nave da guerra statunitense nella baia dell’Avana, il Maine, da il pretesto agli Stati Uniti di intervenire nella guerra a favore degli insorti. La guerra sarà molto breve e condurrà all’indipendenza di Cuba. L’internamento di guerra ha avuto il suo esordio, ha mostrato tutte le sue potenzialità ed i suoi limiti, ma soprattutto ha impressionato l’opinione pubblica mondiale molti statiti e politici

(massimo coltrinari) (ricerca.cesvam@istitutonastroazzurro.org)

[1] Ampie notizie in merito alla situazione nei campi cubani sono in Kotek, J., Rigoulot., IL secolo dei campi. Detenzione, concentramento e sterminio 1900-2000, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2001, pag29 e segg

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