L’internamento di
guerra è applicato a due livelli: dai Comandi Militari e dagli organi centrali
dello Stato. I Comandi militari negli scacchieri operativi operano
l’internamento di guerra in relazione alla sicurezza delle truppe non tanto
quelle di prima linea, quanto quelle operanti nelle retrovie. Il controllo
della popolazione è essenziale per prevenire il fenomeno della guerriglia. Se
si opera sul territorio nazionale le misure di internamento sono rivolte a
potenziali cittadini ostili. Queste misure in genere si sommano a quelle già
esistenti.
Si fa risalire alla guerra coloniale condotta
dalla Spagna a Cuba nel 1896-1898 l’esordio delle misure dell’internamento,
ovvero la raccolta e la restrizione in un ambiente limitato e sorvegliato di
civili in relazione alle operazioni militari in corso. Fu il comandante delle
forze spagnole che per la prima volta, nel 1895, pronunciò un termine che poi segno tutto
l’internamento successivo : “ concentramento”, o, per essere più precisi,
“riconcentramento” nel quadro dei suoi sforzi per mantenere la colonia cubana
ancora in possesso della corona spagnola. Gli Spagnoli hanno difficoltà a
domare l’insurrezione degli indipendentisti cubani e, sostituto il comandante
in campo, inviano un comandante che adotta la linea dura. Emerge a questo punto
uno dei presupposti dell’internamento di guerra: se si vuole ottenere la
vittoria, occorre adottare misure che
fino ad allora non si erano adottate, ovvero emerge il noto principio, in fine
giustifica i mezzi. Le iniziative che vengono prese, attraverso decreti ed
ordinanze mirano ad impedire ai contadini cubani di sostenere gli insorti e
quindi negare i mezzi di sussistenza alla ribellione; impedire alla popolazione
cubana di acquisire informazioni sulla consistenza e sui movimenti delle truppe
regolari spagnole; ridurre la propaganda rivoluzionaria; arrestare l’espandersi
della ribellione, demoralizzare ed isolare sempre più i ribelli, adottando una
massiccia azione di arresto dei familiari dei ribelli tenuti come ostaggi.
Le autorità
militare spagnole in breve spopolano le campagne e “concentrano la popolazione
contadine in aree ben delimitare, sorvegliate da una guarnigione spagnola.
All’interno di queste aree vi è una certa libertà, ma ben presto iniziano a
scarseggiare i messi di sussistenza e compare la fame. Chi si avventura fuori
dalla zona indicata viene ucciso sul posto. La situazione in queste aree
diventa sempre più difficile, dando una anteprima di quelli che saranno i campi
di concentramento del secolo breve.[1]
Anche se non vi sono elementi per stabilire quale influenza l’internamento di
guerra a Cuba abbia inciso sulle operazioni militari, sta di fatto che nel
dicembre 1897 le autorità militari spagnole riprendo il controllo di tutta l’isola;
le truppe spagnole mettono a segno una vittoria dopo l’altra, intere provincie
vengono pacificate e molti capi della ribellione cadono sul campo. Ma quando la
vittoria sembrava a portata di mano, si profila un nuovo elemento che non era
stato considerato: l’intervento umanitario. Gli Stati Uniti, interessati al
controllo dei Caraibi e quindi alla influenza su Cuba, accusano gli Spagnoli di
atrocità verso le popolazioni civili; una campagna di stampa molto estesa, l’intervento
della stessa Presidente della Croce Rossa degli USA, ed altre iniziative di
neutrali, mettono in difficoltà gli Spagnoli che non sanno come reagire. Su
queste premesse, l’esplosione di una nave da guerra statunitense nella baia
dell’Avana, il Maine, da il pretesto agli Stati Uniti di intervenire nella
guerra a favore degli insorti. La guerra sarà molto breve e condurrà all’indipendenza
di Cuba. L’internamento di guerra ha avuto il suo esordio, ha mostrato tutte le
sue potenzialità ed i suoi limiti, ma soprattutto ha impressionato l’opinione
pubblica mondiale molti statiti e politici
[1]
Ampie notizie in merito
alla situazione nei campi cubani sono in Kotek, J., Rigoulot., IL secolo dei campi. Detenzione, concentramento
e sterminio 1900-2000, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 2001, pag29 e
segg
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