L’internamento di
guerra trova un ulteriore sviluppo nella guerra boera condotta dai Britanni in Sud
Africa a partire dal 1901 Gli olandesi che si erano trasferiti in Sud Africa a partire
dal XVII videro le loro esistenze minacciate dal colonialismo britannico. La
inevitabile guerra si tradusse ben presto in uno scontro tra il debole, i Boeri,
come venivano chiamati i coloni olandesi del Sud Africa e le truppe
britanniche, i forti. Non era minimamente pensabile che si potesse affrontare
in campo apertole forze britanniche. Pertanto il capo dei Boeri Luois Botha non
esitò a ricorrere alla guerriglia. Per fronteggiare questo tipo di guerra i
comandanti britannici prima Lord Roberts e poi il suo successore Lord Kitchener,
dopo vari avvertimenti, non esitarono a prendere provvedimenti più volte minacciati,
che in pratica si tradusse nient’altro che nell’internamento della popolazione
civile. L’obiettivo di questi provvedimenti era, in primo luogo quello di
distruggere i luoghi e i centri di vita civile boere, in secondo luogo quello
di creare aree di accoglienza degli abitanti dei centri di cui sopra. In tal
modo gli uomini che conducevano la guerriglia sarebbero stati colpiti non solo
in termini militari ma anche negli affetti più cari. I Britannici sono
determinati a stroncare ogni aiuto alla guerriglia e, sostenuti anche dalla opinione
pubblica, non esitano a mettere in pratica, ispirandosi a quanto avevano fatto
gli spagnoli a Cuba, i provvedimenti di restrizione nei confronti dei civili,
che in pratica erano indirizzati verso vecchi, donne e bambini.
In totale
sarebbero stati allestiti circa 58 campi di internamento [1].
Aperti ad iniziare dai primi del 1900 come quello di Springfontein, Mafeking, Bloenfontein,
Pietermaitzbirg, Kroonstad, Pochefstroom e Vereening. La politica britannica
verso i civili fu ben orchestrata; molto fu fatto per convincere i civili boeri
a raggiungere spontaneamente i campi di concentramento, ove avrebbero trovato
protezione e sicurezza, i ribelli li definirono con marcato disprezzo “hunds up”.
IL fenomeno assunse dimensioni mai viste prima. Secondo fonti inglesi[2]
la popolazione civile internata ammontava a 116.000. nel Transval erano concentrato 43.000 civili,
nello Stato Libero d’Orange, circa 45.000, mentre nei campi del Natal erano
raccolti 25.600. In pratica la maggioranza di questi internati erano donne e
bambini; quasi inesistenti gli uomini atti alla guerra. Le condizioni di vita in questi campi non
erano delle migliori. Ben presto comparvero le epidemie dovute al basso livello
delle condizioni igienico-sanitari ed alla scarsa nutrizione. Si calcola[3]
i deceduti in questi campi oscillano dai 20.000 ai 28.000 persone, per la
maggior parte causate da malattie infettive e carenza di alimentazione.
I Britannici
adottando l’internamento di guerra non volevano la eliminazione dei boeri in
quanto tale, ma anemizzare ogni forma di sostegno alla guerriglia boera, che
altrimenti non poteva essere combattuta con i mezzi tradizionali. La
applicazione non corretta di questo internamento provocò risultati collaterali
negativo, sorgendo critiche anche in partire di scarsa umanità. Nel caso della guerra boera non si verificò un
intervento a carattere umanitario esterno data la situazione geostrategica. Nessuna
nazione europea era in grado di intervenire, come gli Stati Uniti ebbero modo
di fare a Cuba. Pertanto i britannici poterono condurre a termine la loro
guerra e mantenere il possesso della colonia. Rimase una scia negativa a carico
della Gran Bretagna. Secondo la propaganda nazista i Britannici in Sud Africa
si rilevarono ancora più barbari dei selvaggi ed essa era funzionale all’azione
in atto in Germania dove si metteva a punto un sistema concentrazionario più
efficace ed omicida che verrà scoperto all’indomani della sconfitta nazista nel
1945.
L’internamento di guerra britannico in Sud Africa
si rilevò, come quello spagnolo, utile alle operazioni di guerra, ma come
quello spagnolo ebbe risvolti che si rivoltarono contro la nazione che lo aveva
adottato.
[1]
Cfr. Lugan B. La guerra des Boers, Paris, Perrin,
1998.
[2]
Joseph Chamberlain,
ministro delle Colonie, Further Corrispondence
Relating to Affairs in South Africa Presented to Both Hauses of Parliament, London,
1902
[3]
Hobhouse E., The Brunt of the war and Where it Fell, London,
Methuen & Co, 1902, Inoltre vds anche di Arthur Conan Doyle, che non
scrisse solo Le avventure di Sherloch Holmes, la sua opera sulla guerra boera, The Great Boer War, London, Smith Elder
e& Co, 1901.
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