Traduzione

Il presente blog è scritto in Italiano, lingua base. Chi desiderasse tradurre in un altra lingua, può avvalersi della opportunità della funzione di "Traduzione", che è riporta nella pagina in fondo al presente blog.

This blog is written in Italian, a language base. Those who wish to translate into another language, may use the opportunity of the function of "Translation", which is reported in the pages.

martedì 6 dicembre 2011

Albania Il Caso Terrusi 2

Agron Tufa


La vergogna morale degli albanesi  verso gli stranieri
durante la dittatura comunista

I crimini del comunismo in Albania costituiscono un capitolo chiuso, anche se in questi 20 anni, dopo la caduta della dittatura, si è parlato spesso  attraverso i ricordi frammentari dei sopravissuti del peso della crudeltà. Si è parlato in diversi media in modo diverso, con tonni minimizzanti e indegni, ma sempre seguendo la superficie liscia dei giornali, degli schermi, finché la percezione per il comunismo come un male comune e nazionale si riduce in una specie esotica senza la dovuta concretezza e le dovute coordinate.
Confrontarsi con la nostra esperienza durante la dittatura comunista, come un totale amaro del male, non c’è stato nessuna strategia, né volontà, né un accordo sociale.
Di solito, quando si parla di alcuni aspetti della persecuzione comunista nei media, il problema viene trattato dalla porta di dietro. Mentre si aspetta di trattarlo diversamente e  francamente, definire  la geografia del crimine, capire la dimensione complessiva del massacro, la dispersione e l’alienazione, la più grande rottura del  irreparabile codice interiore umano.
La triste saga della famiglia di Aldo Terrusi è un appello a meditare sulla sorte dei cittadini stranieri, spesso più in sintonia con il nostro popolo, che avevano unificato i propri destini e delle loro famiglie con il destino della società albanese, a cui fu annesso e tentato di contribuire con devozione e sincerità. Ancora oggi noi non siamo coscienti per il grande contributo, per il desiderio e l'amore di questi stranieri, che hanno dato il meglio per la modernizzazione della società albanese. Le loro tragedie aggravano su di noi e ci fanno sentire particolarmente a disagio, perché il governo comunista è stato comportato con la stessa assurdità, con la stessa ferocia di infedeltà, come con i cittadini albanesi. Se si può parlare con certezza circa gli infiniti episodi di perfidia e tradimento del governo comunista contro i suoi cittadini, i fatti ci obbligano a riconoscere che la stessa pratica è stata seguita dalla dittatura anche con i cittadini stranieri. La Cecità e il  fanatismo internazionalista dei comunisti albanesi non ha risparmiato né i primi né i secondi. Per quanto riguarda i primi, in qualche modo, si può anche coinvolgere in una logica, comunque selvaggia e inaccettabile, invece per i cittadini stranieri questa crudeltà malvagia era al di fuori di ogni aspettativa morale, un atto vergognoso e offensivo nei confronti dell’immagine tradizionale relativa all’amico e all’ospite.
Questa pratica comunista ha violato a questo punto la costituzione morale degli albanesi, includendo, senza distinzione anche i cittadini stranieri nella cosiddetta guerra delle classi, del spionaggio e dei sabotatori. Quindi la strategia comunista con gli stranieri, risulta un altra umiliazione all’etica tradizionale. E' pietoso che finora non ci sono statistiche sul numero di cittadini stranieri sottoposti ai calvari delle prigioni, alle fucilazioni, alle deportazioni e ad altre forme di repressione. Tuttavia, alcune liste di prigionieri e condannati dimostrano che questo numero è incredibilmente alto. Comincia già nel 1945 con la collocazione del nuovo potere e continua con  processi montati e culmina con arresti di massa e condanne dopo la rottura dei rapporti con l'Unione Sovietica. Nell'ultimo caso la disonestà della  psicologia e dell'etica albanese ha conquistato la più disgustosa forma con l'arresto di donne straniere, che segna la più frenetica tragedia umana familiare.
Per la logica selvaggia e primitiva comunista non esisteva nessuno tipo di differenziazione sociale, professionale o di genere. Gli investigatori, così come risulta dalle testimonianze, prove, documenti e memorie del nostro Istituto, oltre alle torture e ai ricatti, hanno commesso atti sgradevoli,  le donne hanno subito insulti crudeli che disonorano ogni albanese comune, come il caso dello stupro continuo e pianificato, come misura di rifrazione di qualsiasi resistenza. Per questi aspetti vergognosi, bisogna parlare apertamente e con i fatti,  se vogliamo allontanarsi da tali crimini che ci disonorano.
Chiunque abbia letto le memorie dello scrittore Petro Marko nel suo libro "Nuvole e pietre", ricorda l'episodio dell'omicidio crudele del famoso geologo polacco Stanislav Zuber. Petro Marko racconta dettagli importanti, direttamente dalla cella in cui si trova con le braccia penzoloni, come il grande scienziato di fama mondiale è morto sotto l'ira dei suoi carnefici.
La cricca banditesca della violenza di stato non ha conosciuto né limiti e né norme. Il reperto delle ossa, l’illuminazione delle loro storie personali, sono dettagli che appartengono a noi compiere oggi, per onorare il loro ricordo, da vittime innocenti della dittatura e, attraverso questo atto, esprimere cordoglio per loro, così come il divorzio dai crimini della dittatura che, naturalmente, non rappresentano la nostra moralità sociale, etica e nazionale.

Nessun commento:

Posta un commento